Carpfood: TIGER NUT
Da sempre l’esca alternativa per eccellenza alle nostre decantate boilies è la tiger nut; questi tuberi consentono di rispondere alle più svariate situazioni di pesca e costituiscono il non plus ultra durante le lunghe sessioni (specie quelle che si effettuano durante i periodi caldi).
Infatti, sono il top quando si ha difficoltà a rimanere in pesca a causa dei ripetuti attacchi degli indesiderati (pesciolame bianco, pesci gatto e piccoli animaletti infestanti come i gamberi (in particolare quello rosso della Luisiana) nonchè i granchi.
Le tiger nuts pur essendo eccellenti e nonostante si possa disporre anche della versione jumbo sono relativamente selettive. Bisogna considerare però che le “chufa” per quanto devastanti vengono digerite dalle carpe con una certa difficoltà.
Quindi le noci tigrate risultano, ovviamente, poco redditizie quando la temperatura dell’acqua scende sotto la soglia dei 15 gradi. Esse godono di un altro punto di forza: possono restare a lungo in acqua senza marcire; perciò di sicuro prima o poi verranno mangiate dalle carpe.
PROPRIETA’ NUTRIZIONALI
Sono disponibili, in relazione alla loro dimensione, in tre differenti varietà: mini (8/10 mm), standard (10/15 mm) e jumbo (corrispondente più o meno ad una boilie del 20). Oltre alla versione rotondeggiante denominata “gordeta” si può optare per le “ilargueta” che hanno una forma decisamente allungata. Si contraddistinguono per il colore tendente al giallognolo e sono ricche di zucchero, proteine, fibre e grassi.
Personalmente mi avvalgo di frequente anche dei tuberi neri; in particolare le Black Panther Tiger Nuts godono di dimensioni assai più generose del normale e dal punto di vista nutrizionale presentano una percentuale di glucidi decisamente superiore alle altre classiche noccioline tigrate.
Storia e Istruzioni d’Uso
Cyperus esculentus è una specie di pianta erbacea che produce un tubero commestibile noto come cipero o zigolo dolce, in spagnolo chufa (xufa in valenciano e xufla in catalano), o tiger nut in Inglese. In particolare, prolifera nelle regioni a clima temperato, tropicali e subtropicali, ragione per cui il clima mediterraneo di Valencia è particolarmente propizio alla sua crescita.
Di fatto, oggigiorno, la produzione (coltivazione intensiva) delle tigers (nome a noi carpisti più familiare) avviene pressoché esclusivamente in Spagna, limitatamente alla regione di Valencia, dove è stato anche creato un Consejo Regulador de Chufa de Valencia. La chufa è oggi un prodotto a denominazione d’origine protetta (DOP), garantito dall’Unione europea.
Queste noix tigrée (provenienti per lo più dal Paese Iberico) sono coltivate per svariati utilizzi; vengono impiegate per creare bevande, come l’horchata de chufa (orzata di cipero) ma anche per essere consumate, dopo essere state tostate, come snack da sgranocchiare con qualche buon aperitivo.
Per quanto riguarda i nostri scopi, prima di utilizzarle, vanno fatte macerare in acqua almeno 24 ore, per poi essere adeguatamente bollite; necessitano di un tempo di cottura piuttosto lungo (rispetto alle altre granaglie xl): almeno 30-40 minuti.
In seguito, occorre lasciarle raffreddare nella stessa acqua di bollitura; infine, i nostri tuberi ben cotti devono essere messi dentro un secchio con chiusura ermetica così da farli fermentare più in fretta e per conservarli al meglio.
Per chi non ha tempo, si trovano con facilità presso gli esercizi specializzati del settore anche tiger pronte all’uso; nello specifico caldeggio le Growlers (Bait Tech), le quali non contengono conservanti e sono cotte direttamente all’interno della lattina (confezione da 400 grammi). Questo esclusivo procedimento di cottura ne migliora addirittura il potere attrattivo.
VARIABILI d’INNESCO
La Jumbo, che è ovviamente, la più grande in senso assoluto, può essere innescata sul capello anche singolarmente, così come facciamo per una banale boilie.
Quando voglio presentare qualcosa di veramente voluminoso per ottenere una certa selezione e per far desistere i pesci indesiderati, opto per due tiger xl andandole a sormontare con una pop up del 20; in particolare questo boccone (per certi versi inedito) si posizionerà a mò di snow man e offrirà la possibilità di rimanere in pesca a lungo.
Altra valida presentazione ad assetto neutro consiste nel vincolare al capello due tiger nuts tagliate entrambi alle estremità (per agevolare la fuoriuscita degli attrattori) e mettendo in testa un’esca pop up sintetica o un pezzetto di foam.
Altrimenti, ha regalato grandi soddisfazioni, un paio di tiger nuts, sapientemente sagomate con un cutter, così da poter collocare alla perfezione fra di esse un dischetto di sughero; anche in questo caso potremo proporre un inganno bilanciato e soprattutto funzionale.
Per una presentazione discreta al massimo possiamo alleggerire l’inganno sormontando una tiger con un’altra sintetica; nel caso specifico utilizzo la versione fake della Milo MClass: Pop Up Tiger Nut.
Anche attivare l’insidia, come già sottolineato, con una singola nocciolina tigrata rappresenta una scelta sagace, magari infilando sull’hair quella dalla forma più irregolare. Considerare le tiger nuts delle esche alternative è riduttivo; fra l’altro, come sappiamo, costituiscono l’arma fatale per sedurre le erbivore più smaliziate.
Quando ho la necessità di potenziare il potere attrattivo (richiamo anche a risalire) di questo tubero mi avvalgo del Super Smog Tiger Nuts (Martin SB); questo speciale additivo va adoperato solamente nel caso in cui l’attività di disturbo risulterà quasi nulla.
Per quanto riguarda la pasturazione sono sufficienti un paio di manciate di tiger nuts per creare una condizione favorevole di pesca. Laddove la pressione piscatoria è costante meglio farle cadere ad ampio raggio.
Infine, le tiger nuts sono una garanzia, averne sempre con sé è una priorità specie quando si fanno lunghe sessioni. Sfruttando al meglio le enormi potenzialità di tali esche naturali avremo maggiori possibilità di fare il “colpo grosso”. Avanti Tutta!!!
Glauco GRANA