DOVE SI FABBRICA IL “FUTURO”
Il nostro Roberto Generali, grandissimo appassionato di tutto quello che riguarda il mondo della pesca sportiva e non solo, ci ha mandato un interessante ed originale reportage sull’acquacoltura, corredato da foto e video.
Buona lettura, ne vale la pena!
In provincia di Bologna, esattamente a Panigale frazione del comune di Lizzano in Belvedere, vi è un bellissimo impianto per l’acquacoltura.
Questo impianto, uno dei migliori se non addirittura il migliore di tutta la regione Emilia Romagna, è gestito dalla Sezione Provinciale FIPSAS di Bologna. Il suo utilizzo è esclusivamente rivolto alla produzione di avanotti e trotelline di trota fario del ceppo mediterraneo, da adibire ai ripopolamenti nei torrenti della nostra provincia e non solo.
Conduttore dello stabilimento è il Sig. Roberto Bragalli che, con una professionalità pari alla sua grande passione, da anni cura ogni fase del notevole e difficile lavoro, con ottimi risultati in termini di produzione di migliaia di avannotti di grande qualità.
Da sempre desideravo visitare questo stabilimento ittiogenico ma per un motivo o per un altro non avevo mai trovato il tempo di farlo. Alcuni giorni fa Paolo Sassoni, un caro amico con il quale condivido da tantissimi anni la passione per la pesca, prima per le gare ed ora per la pesca alla trote “selvatiche”, mi ha informato che il giorno 24 novembre ci sarebbe stata una “spremitura” delle fattrici e che lui sarebbe andato, come altre volte, in veste di “volontario” a dare una mano.
Infatti anche questa attività, come altre legate al mondo della pesca, é possibile grazie al lavoro di volontari che si accollano anche lavori molto faticosi (basti pensare ad esempio alla semina degli avannotti, trasportati a spalla con opportuni zaini risalendo a piedi, in alta quota, impervi torrenti) .
Questa volta, quindi, ho raccolto con piacere l’invito e mi sono recato con grande entusiasmo ad assistere al lavoro che precede la “nascita del FUTURO“.
Infatti è in quel luogo che si “costruisce“ una nuova generazione, la futura generazione, di piccoli e preziosissimi salmonidi.
Al nostro arrivo verso le 8 del mattino tutto era già pronto: Roberto, il conduttore dell’impianto, già in vasca ad iniziare le operazioni e numerosi volontari a dargli una mano. Si respirava nell’aria una certa emozione che non so descrivere ma palpabile, una sorta di euforia per quello che da lì a breve sarebbe iniziato…
Un vero e proprio rito stava per rinnovarsi dopo un anno; e così, anno dopo anno.
La prima operazione è consistita nel catturare con reti, dalle vasche, le meravigliose femmine e depositarle in appositi contenitori. Come si vede nelle foto si tratta di stupendi esemplari di circa 6 anni e di oltre 2/3 KG di peso, che in gergo vengono indicate come “5+” ,infatti compiranno i 6 anni a marzo.
Analoga operazione è stata fatta nella vasca dei maschi, questi però di pezzatura inferiore (2+)
Nel frattempo ha raggiunto l’impianto l’ittiologo, Dott. Pierpaolo Gibertoni, contemporaneamente ad un pullman con numerosi studenti dell’Università di Bologna che, dopo le lezioni teoriche tenute in aula sempre dal Dott.Gibertoni, venivano ad assistere dal vivo alle operazioni di spremitura ed alla successiva fecondazione delle uova, con la loro conseguente messa a dimora negli embrionatori verticali .
Dopo aver tenuto una vera e propria, interessantissima lezione all’aperto e risposto alle numerose domande che gli studenti gli ponevano, l’Ittiologo ha iniziato il lavoro cominciando con il separare le femmine già idonee e pronte da quelle che non lo erano ancora, pesci che saranno “ricontrollati” ed eventualmente spremuti tra quindici giorni.
Questo perché l’arco temporale nel quale l’intero parco delle riproduttrici è pronto per essere spremuto si spalma all’incirca da metà novembre sino a fine gennaio ed oltre.
Si comincia quindi ad inizio periodo spremendo le femmine pronte e ripetendo l’operazione con cadenza bisettimanale fino al completo esaurimento dell’intero stock di femmine.
Le stupende fattrici, sotto le sapienti mani dell’esperto ittiologo, hanno, in breve tempo, riempito gli appositi contenitori di bellissime e coloratissime uova.
Alcuni campioni di liquido ovarico sono stati poi raccolti in apposite fiale per essere esaminati in laboratorio onde verificarne l’assenza di batteri o virus.
Questa operazione si inquadra all’interno di un protocollo preciso di controllo sanitario interno atto a mantenere un accreditamento ed una certificazione necessari per legge ed indispensabili per poter seminare novellame in acque pubbliche e per evitare di immettere in acque libere novellame portatore di malattie, con possibile danno e contagio per le popolazioni già presenti nei corsi d’acqua.
La successiva operazione di spremitura dei maschi ha poi permesso la fecondazione delle migliaia di uova che, ad operazione avvenuta, sono state velocemente portate all’interno dello stabilimento e messe negli embrionatori verticali alimentati dall’ acqua dell’adiacente torrente Silla.
Dopo 450 Gradi/giorno, si schiuderanno dando vita a piccolissime e vivaci larve. Per chi non lo sa i 450 gradi /giorno si ottengono registrando ogni giorno la temperatura dell’acqua che verrà sommata alla temperatura del giorno precedente e così via. Quando la somma delle temperature dei vari giorni raggiungerà il valore di 450 inizieranno le nascite. Per esempio, ipotizzando una temperatura dell’acqua costante di 4,5 gradi, occorreranno circa 100 giorni, quindi la schiusa si verificherebbe verso la prima decade del prossimo mese di Marzo 2017.
Le varie fasi sopra descritte sono state seguite con grande attenzione e partecipazione da tutti i presenti, a testimoniarlo erano gli sguardi attenti, i sorrisi dei loro volti ed i commenti di ammirazione.
Ovviamente anche per me è stato tutto molto emozionante, infatti assistere ad un lavoro che genererà, in un futuro molto prossimo, migliaia e migliaia di nuove vite provoca in te una sensazione unica, piacevole e che ti entra dentro facendoti stare bene… Mi sono sentito più consapevole e quindi più “ricco”.
Sentirmi così è stato molto bello, a maggior ragione in un momento in cui, a causa della stupidità dell’uomo, la parola MORTE sembra dominare sull’intero pianeta (basti pensare alla distruzione sistematica degli eco sistemi, degli ambienti naturali, alle guerre, carestie, emigrazioni di massa, terremoti, uragani ecc.). Contrapporre a tutto questo la parola VITA dà speranza per un FUTURO, anche se in questo caso parliamo solo di semplici avannotti.
La prossima volta che risalirò un torrente del nostro Appennino e catturerò una fario, la rilascerò con ancora maggior cura e rispetto, e ripensando ai momenti vissuti a Panigale le dirò:”grazie delle emozioni che mi hai dato ma ora vai, torna nel tuo ambiente: io ti ho visto nascere” .
In cuor mio sperando di incontrare presto, all’altro capo della mia canna, la sua mamma: che lotta sarebbe!!!!!!
Roberto Generali