LA NAZIONALE FEEDER INIZIA IL CAMMINO VERSO L’OLANDA!!!

SETTI MAURIZIO RIDOTTA

 

Il C.T. Maurizio Setti ha sciolto la riserva sulle tre scelte tecniche che affiancheranno Pizzi, Vezzalini e Cappelletti nella Nazionale feeder 2015: le restanti maglie azzurre saranno indossate da Manuel Marchese, Marco Mazzetti e Michele Capoccia.

 

 

Proprio nei giorni scorsi avevo intervistato il neo CT Setti sui suoi prossimi movimenti in ottica Nazionale.
Pubblichiamo questa intervista così come rilasciata nei giorni scorsi prima delle nomine delle scelte tecniche.

 

 

Siamo a metà marzo, la stagione 2015 del feeder avrebbe dovuto prendere avvio con due eventi importanti come il Campionato Italiano a Coppie e le prime due prove del CIS feeder, due week end a tempo pieno che avrebbero visto tutto il gotha della specialità scendere ad Ostellato per i primi responsi. Purtroppo la situazione delicata (o drammatica?) del Circondariale hanno indotto la Federazione ad assumere scelte difficili, probabilmente anche dolorose e che non hanno certo bloccato le polemiche nell’ambiente, anzi le hanno di fatto estese anche al di fuori del movimento feeder, perché il campo gara ferrarese vede gravitare su di se tanta parte dell’agonismo nazionale e locale anche del colpo, e se le condizioni si dovessero confermare, di certo le prossime settimane saranno al fulmicotone per il nostro agonismo!

Condizioni di Ostellato a parte, il mese di marzo per il feeder è anche importante per quanto riguarda la Nazionale di specialità, che sta per riprendere i lavori con le grandi novità che l’inverno ha portato alla struttura tecnica Azzurra, ad iniziare dal cambio del C.T. e del suo Vice: come tutti sapete, a Mario Molinari e Fulvio Forni sono subentrati rispettivamente Maurizio Setti e Marco Manni, con quest’ultimo che resta comunque anche nello staff tecnico del Colpo con lo stesso incarico, ossia Vice del C.T. Frigieri.

Anche a livello di atleti che vestiranno la maglia azzurra ci saranno delle novità; al momento, gli unici sicuri di esserci sono Massimo Vezzalini, con un doppio diritto essendo presente da Club Azzurro 2014 (2°) e vincitore del Titolo Italiano individuale, Angelo Pizzi, vincitore del C.A. 2014 e Fabio Cappelletti, terzo. In virtù del doppio diritto del “Vez”, le scelte tecniche del neo C.T. Setti passano da 2 a 3, da individuare nel lotto dei classificati tra il 4° ed il 10° classificato, ossia, nell’ordine, Marchese, Balduini, Asquitti, Mazzetti, Rossi, Canaccini e Capoccia. Tra costoro Setti sceglierà i suoi restanti alfieri da portare in Olanda a metà luglio.

Visto che le nomine federali per la Nazionale debbono, necessariamente, essere fatte con alcuni mesi d’anticipo per l’indispensabile organizzazione logistica degli atleti, ecco che il mese di marzo diventa la scadenza naturale entro la quale Setti dovrà sciogliere la riserva e diramare le convocazioni.

 

Ho incontrato Maurizio Setti nella sua Spilamberto, per una chiacchierata che, partita dal tema “scelte tecniche”, si é poi diramata anche in altre direzioni, esponendo il pensiero e le riflessioni del neo C.T…

Prima di entrare nel vivo dell’intervista, vorrei tratteggiare un tuo brevissimo profilo di atleta. Tu vieni dal Colpo, di cui sei stato uno dei protagonisti di altissimo livello negli anni ’80 e ’90 e tutt’ora sei in pedana con la tua mitica Alto Panaro, dalla quale non ti sei mai separato, esempio sempre più raro di attaccamento ai colori e longevità sportiva…

“Io sono del ’54 e pesco da quando avevo sei anni, grazie al mio papà che mi portava a pescare assieme a lui. Come vedi ho iniziato molto presto a prendere una canna in mano. Le mie prime apparizioni agonistiche risalgono ai miei vent’anni. Ricordo molto bene questo dato perché, essendomi sposato molto presto, a 19 anni, ho smesso di frequentare i divertimenti legati all’età con grande anticipo e, avendo questa grande passione, mi sono dedicato all’agonismo da giovane avvicinandomi a pescatori della Società del paese, l’Alto Panaro, appunto, e da allora, questa maglia e la passione che si porta dietro mi sono rimaste attaccate alle spalle. Quindi ho valicato, con orgoglio, il confine dei quattro decenni di agonismo ed Alto Panaro. Sono stato fedele nella vita sentimentale e lo sono stato anche nella vita sportiva.”

 

Vogliamo ricordare i tuoi titoli più importanti e con quanti campioni hai condiviso la maglia dell’Alto Panaro in questi 40 e passa anni?

“Certamente sono stati tanti i nomi famosi, i campioni, che hanno vestito i nostri colori, molti dei quali originari proprio della provincia di Modena Senza voler fare una graduatoria, posso ricordarti che Claudio Guicciardi é passato per Spilamberto, come Rudy Frigieri,Vanni Ferrari, Marco e Stefano Manni, che sono ancora dei nostri, “il Pantera” Roberto Meschieri e altri ancora. Tanti nomi che hanno fatto la storia dell’agonismo colpo degli ultimi trent’anni. A livello individuale ho fatto quasi venti edizioni del Club Azzurro Colpo, arrivando per due volte a vestire la maglia Azzurra: nel ’90 a Maribor, in Slovenia, sulla Drava e nel ’91, a Szeged, in Ungheria. In entrambe le edizioni vincemmo due bellissimi bronzi. Ho disputato per tanti anni il Trofeo d’Eccellenza nelle sue varie trasformazioni. Recentemente, anche per motivi anagrafici, ho un po’ ridotto il livello agonistico ma continuo ancora a disputare tante competizioni di A3. Comunque, quando i baffi iniziano a diventare bianchi, è giusto lasciare il posto ai giovani!”

 

Tu hai vissuto e sei stato protagonista di almeno due grandi stagioni dell’Alto Panaro, quasi due cambi generazionali: quella della trasformazione di Peschiera, quando dalle mitiche gare impostate sulle avole si passò, anzi voi contapponeste il vostro strapotere nella pesca ai pesci di taglia, scardole e cavedani, con i caster…

“Non so dirti se si possa parlare di una rivoluzione, certo fu un cambio epocale passare dalle canne fisse medio/lunghe per cercare centinaia di avole alle bolognesi prima e poi alla roubaisienne, per pescare pesci difficili come scardole e soprattutto cavedani. Bisogna dire, per onestà intellettuale, che furono grandissimi interpreti di quella tecnica come Ferrari Vanni e il “Pantera”, che a quei tempi erano con noi, ad imprimere quella svolta che fu poi confermata dal “Guic”, da me e da altri, anche più giovani, come Marco Manni. Fummo buoni interpreti di quella impostazione “a caster” che in seguito é diventata patrimonio di tanti. Avevamo capito che usare delle crisalidi di bigattino nello stadio intermedio tra l’affondante ed il galleggiante, inseriti nelle palle di pastura, portava quest’esca a “lavorare” molto durante tutta la durata della gara e quindi passare sulla zona pasturata, dapprima con le lunghe canne fisse poi con le bolognesi da 7 metri, mentre si staccavano dal fondo queste esche ingannava molto più facilmente i pesci di taglia. Furono alcune stagioni entusiasmanti per noi, durante le quali vincemmo prove dell’Eccellenza con 7 primi di settore su 8 agonisti impegnati. Ricordo che ci guardavano da lontano con i binocoli per capire cosa e come lo facevamo per prendere quei pesci. Una grande emozione!”

 

… e poi la Lama, dove siete stati pressoché imbattibili per alcune stagioni…

“Anche questo é vero. Quando il Cavo Lama esplose sul palcoscenico nazionale, con le sue mitiche pescate di centinaia di carassi, noi, anche per vicinanza e possibilità di frequentare spesso il canale, facemmo alcune stagioni eccezzionali, nelle quali, su 12 pescatori impegnati in Eccellenza, magari vincevano 8/9 settori ed il resto erano dei secondi. Un anno conquistammo tutto il podio della gara dell’Eccellenza! Anche in quel caso non si trattava di avere chissà quale segreto, semplicemente avevamo capito, grazie alle tante gare dispuate durante l’anno, che era meglio usare i bigattini incollati, soprattutto ad inizio stagione, piuttosto che la pastura. Era solo quello che faceva l’effettiva differenza. Sino a quando anche gli altri non lo hanno capito bene e la Lama ha mantenuto quelle caratteristiche di pescosità, noi siamo stati fortissimi su quel campo.”

 

Veniamo all’argomento della nostra intervista, Maurizio: il feeder agonistico. Da quando pratichi la specialità?

“Se parliamo della pesca a fondo anche in gara, ai tempi in cui era consentita anche in competizioni di alto livello, inizi anni ’90, posso dirti che già allora mi piaceva pescare “con il piombetto” e diverse volte ho risolto delle gare proprio con quella tecnica. Poi venne vietata nelle gare e quindi non la facevo quasi più; al feeder vero e proprio, invece, quello con il pasturatore, sono circa 4 anni che mi ci dedico con maggior attenzione. Secondo me questa é una tecnica vera e propria e l’emozione che trasmette il vettino che vibra é assolutamente paragonabile a quella dell’antenna del galleggiante che sparisce sott’acqua. A me trasmette la medesima emozione e carica, mi piace veramente tanto.”

 

Ti piace così tanto che ti ha portato a vincere un Titolo italiano…

“Si, con il mio carissimo amico Morandi, socio di tante battaglie, due anni fa abbiamo vinto il Campionato Italiano a Coppie. Proprio a proposito di questo successo, posso confidarti che lo dobbiamo anche un po’ alla grande esperienza maturata nel colpo. Il primo giorno facemmo un bellissimo primo con una ventina di chili di pesci, quasi tutte breme e solo un paio di carassi, a centro canale. Il secondo giorno la pescata a breme calò moltissimo e dopo due ore eravamo già alla ricerca. Allora, memori delle tante gare di colpo, iniziammo ad allungare la linea di pesca sui 50/60 metri mettendo dentro i pasturatori sempre più bigattini, sia in colla che sfusi. Ed abbiamo ricominciato a trovare dei pesci, quasi tutti carassi. Le conoscenze del comportamento dei carassi di Ostellato ci avevano portato a cercarli nel medesimo modo con cui li cerchiamo nel colpo. Ed abbiamo avuto ragione trovando ben 12 carassi di taglia che ci fecero vincere il settore e… l’Italiano a coppie.”

 

Questa tua passione, assieme alla tua competenza ed esperienza, ti hanno fatto scegliere dal Settore Acque Interne come nuovo C.T. della Nazionale. Cosa significa, per te, raccogliere il testimone da Mario Molinari, che questo movimento l’ha fortemente voluto e spronato, ed è stato colui che ha guidato le prime Nazionali…

“Mario Molinari non si discute! Lui é il feeder in Italia, é colui che lo ha portato da noi, tanti anni fa. E’ bravissimo, con una competenza indiscutibile. Lo pratica e lo divulga da decenni. Ne abbiamo parlato tante volte, in passato, ed ho sempre ammirato la sua passione nel farlo e la sua capacità di vedere lontano. Quello che noi cercheremo di portare in Nazionale sarà la nostra passione, la grinta agonistica che abbiamo avuto per tanti anni nel colpo cercheremo di portarlo anche nel feeder. Mario é un grandissimo tecnico, da questo punto di vista a mio avviso è inarrivabile; io e Marco Manni cercheremo di portare tanti anni di esperienza tecnica del colpo in questo ambiente nuovo, fatto di persone che vengono dal colpo ma anche di agonisti “nuovi”, con poca o nessuna esperienza agonistica ad alto livello, quel livello dove anche il particolare può fare la differenza per vincere.”

 

Possiamo dire che Maurizio Setti cercherà di portare in Nazionale un sistema, un metodo di lavoro diverso…

“Io non so come Molinari avesse impostato il lavoro con le sue Nazionali nei quattro anni trascorsi, non abbiamo mai parlato di questo, nonostante in questi anni ci siamo sentiti di frequente per altre cose legate al lavoro. L’idea con cui mi sono avvicinato a questo nuovo incarico è che noi, attualmente, siamo inferiori tecnicamente ad altre compagini; quello che a noi serve ora è fare gruppo, crescere assieme, far si che i risultati che potranno venire siano il frutto di un lavoro di gruppo e non l’exploit del singolo. Se dovesse arrivare una medaglia individuale ben venga, naturalmente, ma non é quello che mi prefiggo. Il mio scopo è cercare di portare avanti tutta la squadra e la squadra per progredire, deve essere in armonia, ogni componente deve capire le esigenze degli altri e deve saper condividere ogni cosa con gli altri. Questo è quanto mi prefiggo dal punto di vista ambientale. Dal punto di vista prettamente tecnico, dal colpo cercheremo di portare degli aspetti, come la lavorazione delle terre abbinate a fouillis e ver de vase, che diversi del feeder non conoscono bene. Ci sono ragazzi molto in gamba, alcuni li conosco già, che però non possono avere certe competenze tecniche proprio perché non le hanno potute acquisire. Certamente un personaggio come Vezzalini, che ha grandissima esperienza dal colpo, non necessiterà di queste conoscenze e potrà portare la sua nel gruppo, altri invece dovranno imparare diverse cose che nelle competizioni all’estero sono importanti; l’aiuto e l’esperienza di Marco Manni saranno fondamentali in questo, già nel Mondiale che andremo a disputare tra pochi mesi.”

 

Veniamo proprio al Mondiale. Quando e dove si disputerà, intanto?

“Il Mondiale sarà a metà luglio e si disputerà in Olanda del nord, vicino al Belgio. Il campo di gara é un canale navigabile che inizia dal canale di Gand, in Belgio, famoso per aver ospitato diversi Mondiali anche di colpo, e finisce in mare in Olanda. E’ molto largo, sui 200 metri, e profondo circa 15. I nostri giovani ci hanno già pescato, alcuni anni orsono. Ho visto un filmato un po’ datato dove si vede una gara di feeder impostata sulle berme. Dovrebbero esserci breme di buona taglia oltre a qualche pesce di mare come passere, cefalo, poi ancora persici reali e gardon, non tanti. Uno dei problemi principali sarà il passaggio delle grosse navi che vi transitano; proprio per questo motivo si pesca piuttosto alti rispetto all’acqua per evitare il risucchio e saranno necessarie attrezzature specifiche come nasse molto lunghe, guadini adeguati ecc.”

 

In previsione di questo Mondiale, quali saranno le tue prossime mosse come C.T.?

“Mia intenzione sarebbe di partire verso la metà di giugno per disputare un Memorial Van den Eynde che viene sempre organizzato circa un mese prima del Mondiale sul campo di gara del Mondiale. Siamo stati invitati, naturalmente e io andrò prima per vedere cosa e come si comportano le altre Nazionali. Ci saranno anche alcuni italiani, tra cui qualche Azzurro, e prenderemo contatto con questa realtà, cercando di capire quali pasture si usano, le esche ecc. Poi la settimana prima dei Mondiali partiremo per le prove ufficiali, come al solito.”

 

A quel tempo, naturalmente, la tua Nazionale dovrebbe essere già pienamente composta ed operativa. Ad oggi tre nomi sono chiari, i restanti saranno le tue scelte tecniche…

“In origine le scelte tecniche dovevano essere due più il Campione Italiano individuale. Poiché Vezzalini ha vinto il Titolo italiano ed é dentro di diritto anche dal Club Azzurro, ecco che i nomi da scegliere sono diventati tre. Pizzi, Vezzalini e Cappelletti sono noti, gli altri usciranno tra i primi dieci del Club Azzurro 2014. Tra questi alcuni sono molto conosciuti ed hanno già esperienza internazionale, altri dovrò visionarli. Volevo aspettare le prime due prove del CIS originariamente previste ad Ostellato ma con gli sviluppi di questi giorni le cose si sono modificate e le scelte, assieme a Marco (Manni), le abbiamo operate con le conoscenze che abbiamo in mano. I nomi di Marco Mazzetti e Manuel Marchese li avevamo già chiari in testa, anche per le loro esperienze passate, sia nel colpo che nel feeder, per la terza poltrona in ballo c’erano dei ragazzi in gamba ma meno conosciuti e quindi abbiamo ragionato con un ottica differente. Alla fine, ponderando tante cose, abbiamo scelto Michele Capoccia, senza per questo sminuire gli altri che erano in lizza e che restano sotto la nostra lente d’ingrandimento.”

 

 

 

Questa tua affermazione introduce un argomento interessante rispetto alla figura del CT. In altre specialità gli atleti azzurrabili di solito si conoscono piuttosto bene se non benissimo. Nel feeder, che é nuovo ed in continua espansione, si possono trovare nomi ai vertici delle classifiche che non sempre hanno avuto un palcoscenico adeguato in passato, nomi nuovi o quasi, da conoscere e valutare…

“E vero. Alcuni nomi li conosco piuttosto bene avendone avuto l’opportunità quando anch’essi frequentavano il colpo o comunque facevano feeder ad alto livello, Altri mi sono assolutamente nuovi. Proprio questi sono quelli da visionare, da conoscere meglio.

Anche per questi motivi avrei voluto avere l’opportunità di conoscerli e vederli all’opera in gare importanti come il CIS, purtroppo non sarà possibile farlo nei prossimi giorni ma mi riprometto di farlo nelle prossime occasioni importanti.

Riallacciandomi a quanto hai detto, anche in virtù di quella considerazione cui accennavi e cioé che alcune persone non hanno una storia alle spalle che parli per loro, dal prossimo anno, in cui non si farà più il Club Azzurro, ci saranno degli stage ristretti in cui si andranno a visionare e valutare aspetti tecnici specifici. Questa modifica alla struttura dell’agonismo di vertice del feeder era nei miei pensieri quando la Federazione mi ha proposto questo incarico ma ancor prima di esporlo mi é stato proposto dal Settore stesso, che intendeva modificare l’assetto in atto abolendo un Club Azzurro di una specialità che, pur in espansione, non ha certo i numeri e la capillarizzazione sul territorio del colpo. Nel momento in cui la specialità aumentasse ulteriormente si potrà valutare l’eventuale reinserimento del Club ma per ora credo sia superfluo. Oggi la platea migliore per valutare le qualità individuali é certamente il Campionato Italiano individuale, al quale partecipano certamente le migliori canne di questa tecnica. Semmai si potrebbe valutare anche qualche aspetto legato al CIS feeder… Per ora comunque ci rifacciamo, per la composizione degli stage del prossimo anno, alla classifica dell’ Italiano individuale.”

 

Un anno di transizione, quindi, per Setti C.T. e per la Nazionale feeder…

“Esattamente, un anno di passaggio verso il 2016, dove le scelte dovrebbero essere più semplici perché ci sarà uno spazio temporale maggiore per l’osservazione e la valutazione tecnica. Questo 2015 mi crea certamente qualche difficoltà nelle scelte, perché io ritengo che ci siano delle individualità certamente valide rappresentate da ragazzi che stanno facendo bene, che vogliono curati e portati avanti. Però, nell’immediato, oggi abbiamo bisogno di persone che abbiano anche una certa esperienza derivante dalla militanza nel colpo.”

 

Risposta piena di buon senso, direi, quindi mi viene spontaneo chiederti se questa é l’impostazione futura che ha in mente il C.T. Setti o pensi di far evolvere ancora in qualche modo, e quale, l’agonismo feeder in funzione Nazionale?

“Quest’anno, in funzione 2016, avremo una formula che delineerà i 5 migliori del Club Azzurro che, uniti ai primi dell’Italiano e ad alcune scelte tecniche del C.T. comporranno un gruppo che sosterrà degli stage, ai quali dovremo decidere se dare una valenza agonistica con valutazione dei risultati o saranno semplicemente degli approfondimenti tecnici e delle occasioni per stare assieme. Da questi stage uscirà la Nazionale 2016. Il 2017, invece, vedrà i componenti degli stage derivare direttamente ed in toto dal Campionato Italiano individuale 2016, parte dalla classifica e parte per scelta tecnica. La Nazionale 2017 sarà selezionata da questi stage. I numeri non so ancora darteli perché li stiamo pensando ancora ma questo sarà l’impianto che è stato disegnato.”

 

La domanda precedente racchiudeva un pizzico di cattiveria, perché volevo portarti a pronunciarti su di un argomento che, da anni, sta dividendo i fronti nel colpo, ossia l’opportunità e la giustezza delle scelte tecniche rispetto ai responsi puri delle classifiche. Insomma, ritieni più giusto che peschi chi scelgo o che peschi chi arriva in cima alla classifica?

“Il paragone con il colpo è ancora prematuro, secondo me, perché i numeri sono profondamente differenti: al’Italiano feede, oggi, partecipano 200/300 persone al massimo, ad iscrizione diretta; nel colpo tutto passa dai Provinciali e sono coinvolti migliaia di agonisti. Le realtà dei Provinciali feeder sono ancora numericamente ridotte, laddove esistono, si parla quasi sempre di due, tre decine di persone; poche realtà, oggi,sono in grado di portare ad un Provinciale più di questi numeri. Per questo occorre ancora lavorare sul Campionato Italiano, anche per non gravare sui calendari con prove suppletive di Club Azzurro o altro.”

 

Quindi ritieni che portare anche nel feeder la metodica del colpo, che porta agli Italiani i qualificati dai Provinciali, sia improponibile oggi ma serva ancora l’accesso libero?

“Oggi come oggi, certamente si. Se nel prossimo futuro i numeri dovessero aumentare, come auspicabile, sarà giusto arrivarci dai Provinciali ma ora è ancora presto.”

 

Tu hai anche una grande esperienza commerciale visto il tuo lavoro nel settore. La tua impressione sull’andamento numerico del fenomeno feeder…

“Io ci credo molto, anche come risposta alle difficoltà economiche che gravano sul Paese. Il feeder, anche agonistico, si può ancora affrontare con un impegno economico relativo e quindi é più abbordabile del colpo. E’ ancora meno esasperato del colpo. Onestamente, però, ti confesso che dopo quattro anni pieni di agonismo, speravo che i numeri aumentassero di più. A livello di MOdena, ad esempio, che è la mia piazza di lavoro, facciamo ancora fatica ad assemblare un Provinciale con più di 30 persone, più o meno sempre quelle. In altre zone i numeri sono maggiori, come in Veneto o in Romagna. Qui da noi siamo ancora molto attaccati al colpo, ma sono ottimista che nei prossimi due/tre anni ci sarà un incremento”

 

Hai in mente di proporre delle modifiche ai regolamenti in vigore?

“Assolutamente no, Sono stato concorde nella regolamentazione differente rispetto allo schock leader, ma regole differenti no. In futuro, ma solo per l’alto livello, forse proporrò delle gare tecniche, magari solo a fouillis e ver de vase. Quest’anno, nelle prove in Fissero, si useranno solo fouillis e ver de vase, vermi e caster, senza bigattini. Questo in un ottica di agonismo di alto livello dove l’uso delle terre, del fouillis e dl ver de vase sarà sempre più importante; all’estero, l’uso di vermi e caster è molto sviluppato e dobbiamo diventarne padroni anche noi.”

 

Non temi che proporre a breve gare tecniche con esche particolari con fouillis e ver de vase possa concorrere a creare quella esasperazione che nel colpo sta creando non poche discussioni?

“Non credo, anche perché chi verrà a fare il Campionato Italiano si presuma abbia delle ambizioni azzurre, quindi conoscere certe tecniche e certe modalità di trattare queste esche diventa fondamentale. Le mie conoscenze a livello internazionale mi hanno confermato che l’esca maggiormente usata sul campo gara del mondiale olandese che andremo a disputare è stato proprio il ver de vase, quindi il nostro Club Azzurro dovrà cimentarsi con queste esche e sul loro impiego. Molti dei nostri giovani non le hanno mai viste o usate.”

 

L’ultima domanda è tra le più dolenti: Ostellato…

“Ostellato oggi è certamente un problema. La presenza riferita di bracconieri sembra aver creato una situazione estremamente difficile che avrebbe ridotto la popolazione ittica. Al Carp Italy alcuni carpisti mi hanno riferito che loro non frequentano più il canale perchè da tempo non catturano più un esemplare. Purtroppo sono pessimista sulle condizioni dl canale; io stesso, con altri amici, sono già andato alcune volte con risultati assolutamente negativi.”

 

Se vuoi possiamo finire la chiacchierata con una tua dichiarazione o un aneddoto…

“Se ti può interessare posso raccontarti di quando mi è stata comunicata la nomina di C.T. della Nazionale. Eravamo a metà dicembre ed ero in macchina per venire al lavoro quando mi telefonò Antonio Fusconi:

Sei seduto? – mi disse –

Certo, sono in macchina!

Allora ti comunico che sei il nuovo C.T. della Nazionale di feeder!

Onestamente non me lo aspettavo ed è stato un fulmine a ciel sereno! Ne sono stato molto orgoglioso e l’ho considerato un bellissimo regalo di Natale da parte della Federazione, un riconoscimento anche a quarant’anni di vita di Federazione, un responsabilità ma anche un onore a cui tengo molto. Ho insistito per avere come vice Marco Manni che è molto considerato dal Settore per le sue doti tecniche ed umane ed ha maturato un esperienza internazionale come vice di Frigieri che sarà preziosissima. Poi noi abbiamo un rapporto ormai pluridecennale che sarà fondamentale nei prossimi impegni. Certamente quest’anno sarà più impegnato come staff tecnico che come agonista, visto il doppio incarico!”

 

Con le nomine delle scelte tecniche inizia il cammino ufficiale della nuova Nazionale Feeder targata Setti/Manni. Passato e critiche varie ormai debbono restare alle spalle e lo sguardo dev’essere al futuro prossimo, un futuro che parla olandese!

In bocca al lupo, C.T. !!!

 

Angelo Borgatti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *