1 FIUME, 2 SQUADRE, 8 PESCATORI E 1000 MODI DI VINCERE

Che il fiume Mincio a Peschiera del Garda sia un campo di gara eclettico è noto a tutti, le tecniche di pesca per affrontarlo sono innumerevoli e spesso la vittoria è determinata dalla scelta giusta. L’ultima doppia prova del CIS di fine maggio ha allargato ulteriormente il ventaglio di possibilità, non tanto in termini quantitativi ma per il fatto che la società Longobardi Milo di Milano è stata in grado di ottenere ottimi risultati affrontandolo non in maniera univoca, anzi, gli otto agonisti in campo hanno pescato in maniera spesso molto diversa tra loro ed alcuni di loro hanno variato più volte la gara in corso d’opera. Segno di grande maestria e padronanza delle varie tecniche, ma ogni soluzione andrebbe analizzata ed approfondita. Per questo abbiamo deciso di dare voce ad ognuno di loro per farci raccontare le loro gare e soprattutto farci regalare qualche consiglio per le prossime uscite in Mincio.

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GUICCIARDI CLAUDIO
Il “Guicc” ha pescato in terza zona ed ha deciso di dedicarsi prevalentemente alla pesca con le bolognesi. Ne ha utilizzate da 8 metri, abbastanza lunghe per poter meglio governare la corsa della lenza. Come galleggianti ha utilizzato i Michelle (ovviamente di casa Milo), un galleggiante con filo passante all’interno del corpo del galleggiante e con un antenna ad alta visibilità. Le misure scelte sono state i 3 e 4 grammi con una lenza abbastanza spallinata visto che ha deciso di pescare con bigattini incollati e ghiaia. Filo dello 0,09 e amo del 23 della serie K completavano la lenza. La distanza di pesca è stata la classica subito oltre la linea della roubasienne, sui 20 metri circa.

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MIOZZO EDDY
Eddy ha pescato in prima zona ed è partito con la bolognese di 7mt, galleggianti da 5 gr, pasturazione con sfarinati e caster e come innesco un bel casterone. Ha utilizzato in questa pesca una lenza un pochino più pescante per governarla meglio e rispondere prontamente alle fulminee mangiate che si vedono col casterone. E subito alla seconda passata ha risposto bene alla fulminata di un cavedanone da due kg, pronta ferrata e pesce in nassa che ha permesso di partire col piede giusto. La seconda parte di gara l’ha impostata invece con la roubasienne a tutta canna pescando molto leggero sulla fiondata di bigattini. Un galleggiante da 0,30 grammi con un sottile filo dello 0,08 ed un amo del n 23 della serie Koi gli hanno permesse di vincere la diffidenza di quattro belle scardole.

D’ANTONA ENRICO
Dopo le fatiche del Red Tetragon (in gara 2 la sua coppia ha catturato ilpeso record di oltre 100 kg) Enrico si è subito adattato ad una pesca completamente diverse da quella dell’Arno pisano. Si è dedicato completamente alla pesca a bolognese con galleggianti da 5 grammi (anche lui ha utilizzato i Michelle, davvero straordinari in Mincio). La lenza utilizzata è stata ribattezzata “special D’antona” una lenza con torpille a 1,5 metri dall’amo e sei pallini del n 8 sotto a taratura del galegiante. Amo serie k del 23 e filo dello 0,10 per affrontare la forza dei grossi cavedani che popolano queste acque. Ha pescato innescando il bigattino in vari modi ed ha pasturato con bigatti e ghiaia.

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MOSCOVARI VINCENZO
Il mago delle carpe e dei carassi in laghetto ha dimostrato di trovarsi a suo agio anche nelle limpide acque del Mincio. Ovviamente non ha resistito alla tentazione del bigattino e l’ha utilizzato su un amo P132 del n 20 legato ad un filo Krepton dello 0,10. Pasturazione con bigattini incollati e ghiaia sulla linea dei 25 metri dove passandoci ripetutamente con una bolognese da sette metri ha catturato cavedani e scardole.

TEODORO MAURIZIO
Il CT delle nazionali giovanili ha dimostrato che nella pesca ci vuole anche estro e così per riuscire a domare un campo gara difficile è ricorso ad una pesca con l’inglese scorrevole 12+8 grammi, amo del n 16 mod P132 e finale da 50 cm dello 0,10. Pasturazione con bigattini incollati e un bel carassio che si è lasciato attrarre ed è finito nella nassa del Teo. La seconda fase di gara l’ha impostata sempre all’inglese ma dalla parte opposta con un galleggiante da 22 grammi e una lenza a scalare con coppie di pallini del n 8, 6,4 e 2 molto aperti. In questo modo ha messo in nassa altri cinque carassi. Una cosa che in molti hanno notato nella pescata di Teodoro è che ha tenuto volutamente una linea di pasturazione più corta rispetto alla linea di pesca, e i risultati gli hanno dato ragione.

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AURELIO FACCIOLI
Ad Aurelio abbiamo già chiesto molte cose in qualità di “re di peschiera” e protagonista di queste due prove. Terzo al sabato e primo la domenica, due ottimi risultati. Aurelio ha puntato moltissimo sulla partenza, una partenza fatta pescando a bolognese sulla linea dei 20 metri con una lenza da quattro grammi, pasturazione a base di sfarinati contenente caster galleggianti. Innesco un casterone oppure due casterini e la mitica lenza da caster, semplice ed afficace: finale da trenta centimetri, amo del 16, quattro o cinque pallini n 8 e bulk a completare la taratura. La differenza secondo Faccioli stava nel capire sempre la profondità alla quale si trovavano i pesci e variarla con frequenza. Diversi pesci messi in nassa e due ottimi piazzamenti…. sicuramente ha avuto ragione lui.

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BONATO ALAN
Il ragazzo arriva dalla Francia ma a giudicare dal cognome e da come ha pescato tradisce origini nostrane. Perfettamente a suo agio nell’utilizzo della bolognese (ed anche a tavola con un bel piatto di tortellini) ha pescato sia a roubasienne che a bolognese raccogliendo molto di più con la tecnica nostrana. Ha pescato con una lenza aperta in un metro circa, amo piccolo e filo sottile, innesco di un bigattino e pasturazione a base di bigattini incollati. Un ottimo week end che lo ha visto ritagliarsi un posto tra i protagonisti. Bravo soprattutto ad adattarsi prontamente ad una tecnica non proprio transalpina.

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MILO COLOMBO
Ultimo, ma ovviamente non per importanza, Emilio Colombo. Il mitico Milo ha pescato in seconda zona, è partito a bolognese con un galleggiante da 4 grammi ed un amo del 18 serie barbanera, filo dello 0,10 e distanza di pesca 25 metri circa. Otto palle di pastura farcite di caster ed un casterone come innesco gli hanno fatto catturare subito una scardola. Successivamente si è dedicato alla roubasienne a 13 metri con un amo del n 25 della serie k e filo Krepton Ghost dello 0,087. Un galleggiante da 4×14 abbastanza spallinata completavano una lenza che lavorando ad un metro circa dal fondo gli hanno permesso di portare a casa un bel cavedano da oltre 1,5 kg e ben 16 scardole. Ovviamente on una lenza simile la pasturazione è stata effettuata prevalentemente a fionda con bigattini sfusi.

In queste righe abbiamo visto come uno stesso campo gara in una stessa giornata possa essere affrontato in modi estremamente diversi. I ragazzi della Longobardi ci hanno mostrato che saper sfruttare al meglio le proprie caratteristiche e credere in quello che si sta facendo si rivela quasi sempre una scelta vincente. Ringraziamo le “furie rosse” per la disponibilità e vi diamo appuntamento al prossimo approfondimento.

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