FEEDER CHALLENGE IN OLANDA: IL MONDIALE 2015 PARTE DA QUI
Sul canale olandese che ospiterà a luglio il mondiale di feeder fishing tra i tanti concorrenti anche diversi italiani, alcuni di questi componenti della squadra azzurra.
Hanno partecipato al FEEDER CHALLENGE VAN DEN EYNDE MATRIX per il TEAM LBFITALIA: Angelo De Pascalis, Massimiliano De Pascalis, Angelo Pizzi, Cristian Gadda e Massimo Vezzalini; per la LENZA MANTOVANA: Mario Molinari, Gregorio Monego, Marco Mazzetti, Mirco Govi e Marco Scalari; per la LENZA EMILIANA: Manuel Marchese, Stefano Mariotti, Michele Capoccia, Liviu Moldovan, e un olandese del team Van den Eynde;
Il viaggio in auto è stato molto lungo , quasi 15 ore per attraversare Svizzera, Francia e Belgio passando per Bruxelles e poi direzione Gand dove a pochi km, ma in territorio Olandese, è situato il campo gara.
Il canale è largo 200 metri con imbarcazioni enormi, lunghe anche 100 metri, che transitano ogni 10 minuti, la profondità degrada con scalini di 20 metri fino ad arrivare ad una profondità al centro di circa 60/70 metri.
Dentro ci sono breme, persici reali, cefali molto grossi che vanno da 1,5 a 4 kg e delle passere sui 50 grammi.
La pesca in questo canale è molto difficile, occorre sapere bene cosa si deve mettere nel pasturatore e quali esche usare.
Qui tutti usano una pastura gialla Van den Eynde la DS Feeder integrata con un dolcificante che preparano prima sciogliendo una polvere in una bottiglia.
Van Den Eynde ha tantissimi tipi di pasture di colore giallo, a grana fine e grossa, ma soprattutto in questo tipo di canali usano pasture a grana grossa perché deve rimanere più ferma sul fondo anche durante il transito di queste petroliere.
Durante le prove sembrava che il fouille fosse veleno e invece durante le due gare diversi team ne hanno fatto uso anche con successo anche se il pesce ha mangiato veramente poco.
Nella gara del sabato i concorrenti hanno avuto il vento in faccia che soffiava a 50 km all’ora con il cimino che scossava sempre rendendo difficile la lettura dell’abboccata mentre gli inglesi, che sono abituati a pescare in certe condizioni, hanno vinto la gara del sabato.
La gara come detto è stata povera di pesce per i partecipanti e nei settori da 18 concorrenti si registrati anche diversi cappotti.
I pesci come detto sono diversi e tra questi dei persici reali fino a 700 grammi di peso e queste strane passere, pesci piatti di mare dal peso fino a 40 – 50 grammi.
Proprio grazie ad una passera il nostro Mario Molinari in gara 1 ha limitato il numero delle penalità.
La causa della bassa pescosità, come ha riferito Jan Van Schendel, dipende dall’acqua fredda che tiene i pesci ancora raggruppati nei canali laterali.
In questa gara internazionale i concorrenti hanno conosciuto una nuova regola: il divieto di pescare a meno di 15 metri con obbligo di lanciare per il divieto di pescare nel sotto riva.
In molti al sabato avevano pescato al limite dei 15 metri mentre altri avevano scelto di pescare a 30 metri ma la pescosità non è risultata molto diversa.
La domenica in gara 2 stessa storia, partenza con pastura gialla e vermi ma dopo due ore qualcuno, come Mazzetti , faceva registrare ancora cappotto. Poi si ricorda di essere Mazzetti e riesce a prendere una breme da 400 grammi ma poi ancora buio per un’altra ora e mezzo.
Ad un’ora dalla fine il bolognese della nazionale azzurra si alza in piedi per osservare la situazione nel settore e decide di fare un lancio anche lui al limite dei 15 metri dove riesce a prendere un persico al primo lancio.
Anche l’asso della Matrix Arjan Klopp la domenica da la paga a Tom Pickering vincendo il settore con 5500 punti pescando sempre con tanto fouille nel feeder e ver de vase all’amo.
Alla luce di quello che si è potuto vedere in questa trasferta olandese difficile stabilire quale possa essere la strategia migliore per fare un mondiale competitivo.
I soliti inglesi sono risultati molto in forma e con le idee chiare tanto che una delle tre squadre al sabato vince la gara con 9 penalità. Poi la domenica si sono nascosti per non svelare i loro segreti.
Per noi il mondiale 2015 in ogni caso è iniziato da qui e l’approccio è stato quello giusto.
Partire dall’Italia per acquisire confidenza con il campo gara è stato importantissimo e questo si spera possa evitare di farci rimanere nel gruppo delle squadre materasso.
Il CT Maurizio Setti al seguito delle nostre squadre si è fatto un’idea precisa ma anche lui visto il campo gara vede un mondiale difficile.
Comunque sul podio alla fine delle due prove sono saliti i padroni di casa dell’Olanda, era quasi scontato, e i soliti inglesi, cioè quelli che il canale lo conoscono molto bene avendoci già pescato innumerevoli volte.
Anche i tedeschi che in gara 1 erano andati bene si candidano per dire la loro in questo mondiale avendo fatto vedere di che pasta sono fatti.
Se la pescosità dovesse rimanere questa è chiaro che tutto potrebbe succedere perché con uno o due pesci grossi si potranno scalare posizioni importanti nel settore (quindi forza Italia).
Dunque pochi pesci da prendere e quei pochi saranno da salpare senza rischiare di perderli perché sotto ci sono dei gradoni, facile rifugio per i pesci, che sono pericolosi per la perdita della preda.
Infatti l’inglese Tom Pikering, conoscendo la situazione, quando ha avuto in canna una grossa preda, si è messo in piedi sul paniere per alzarlo dal fondo e riuscire a guadinarlo.
Ne sa qualcosa Mirco Govi quando in gara 1 riesce a fare il terzo a 20 grammi dal secondo e un etto dal primo ma perdendo due pesci che gli sono costati la vittoria.
Come detto la pesca è molto difficile è sarà importante quindi individuare il mix giusto tra pastura e esche e l’Olanda, che ha vinto il Challenge, pare abbia pescato a verme.
Le squadre nordiche sanno usare i vermi alla perfezione tanto che la cura iniziale di questa esca è maniacale.
Li preparano tutti prima della gara lavandoli e tagliandoli a pezzetti con le forbici a tripla lama per poi conservarli in una scatola di legno al riparo dal sole.
Hanno dei vermi particolari, infatti dopo essere stati tagliati non si disidratano e il pezzo di verme tagliato rimane integro mentre per innesco usano un verme rosso che tende a muoversi molto.
La pesca a fouille e ver de vase l’hanno fatta gli inglesi e anche la squadra di Arjan Klopp anche se il campione che vince il settore in gara 2 al sabato ha chiuso in nona posizione.
Anche l’inglese Tom Pikering il sabato è andato male portando un 11 ma poi la sua squadra ha girato completamente l’approccio utilizzando una pastura a grana più fine e di colore leggermente più scuro innescando il ver de vase.
Noi italiani, come gli olandesi, abbiamo usato pasturatori del tipo open end mentre gli inglesi hanno usato le classiche gabbiette.
Il peso dei pasturatori andava dai 30 ai 40 grammi e la corrente si è mostrata molto lenta.
Gli inglesi e altri concorrenti, ben osservati in questa gara, lanciavano e poi appoggiavano la canna e tiravano solo alla partenza della vetta.
Loro hanno pescato, come sempre, a filo molle perché il pesce non deve sentire nulla quando mangia l’esca mentre la lunghezza del terminale è stata vista sugli 80 cm., amo del 14 e filo terminale del 12.
Un approccio semplicissimo che ha reso e va tenuto in debita considerazione se non altro perché loro sono i campioni del mondo in carica e noi invece dobbiamo solo imparare con umiltà.
Nonostante le note negative relative alla scarsa pescosità e ai posti pesca interamente coperti da erba e canne ripuliti con l’ausilio di falce e cesoia, i concorrenti si sono distinti per una buona predisposizione e reciproca cordialità, cosa che in Italia di fronte ad una situazione simile quantomeno ci sarebbero state polemiche per settimane.
E’ un fatto di cultura, di sportività, ma da quelle parti è normale trovare questo clima, perché nella pesca alla fine sia chi vince sia chi perde si finisce tutti insieme a commentare la gara davanti a boccali di birra.
Al Challenge hanno partecipato 36 squadre, 186 concorrenti, e il montepremi finale era riservato solo alle prime cinque squadre classificate e a livello individuale solo ai primi otto. Fine!
All’estero solitamente si premia solo chi vince e chi perde applaude. Questa è la cultura che troviamo all’estero totalmente diversa da quella italiana.
Il Challenge è finito con la vittoria a squadre dell’Olanda e individualmente con l’inglese Eddy Briddon.
Le nostre squadre hanno chiuso con la Lenza Mantovana 10ma, il team LBF 15ma e Lenza Emiliana 17ma.
Il migliore degli italiani è stato Marco Mazzetti che chiude al 16mo posto mentre Manuel Marchese al 19mo.
Per la lenza Mantovana hanno pescato anche Greg Monego sesto dopo aver perso un grosso “ide” a guadino, Mario Molinari nono (dopo aver finalmente conosciuto una breme olandese), ma purtroppo un 16 ed un 17 di Mirko Govi e Marco Scalari allontanano la speranza di una posizione migliore.
Comunque sia individualmente che per team il club virgiliano del Presidente Marchetti ottiene il miglior piazzamento dei rappresentanti italiani alla competizione (LBF Italia 16ma e Lenza Emiliana 17ma.
I risultati ci dicono che dopo l’exploit di sabato i Blacks di Barnsley hanno collezionato 48 penalità scendendo al terzo gradino del podio, così come le due squadre nazionali di Germania 1 e 2 sono scivolate da 2ndo e 3zo posto al 7mo ed 8vo.
La Nazionale inglese con Tom Pickering, in squadra ha preso l’argento, Eddy Bradden l’oro individuale ed i tedeschi Kusters e Dirksen argento e bronzo.
Tra tre settimane assisteremo ad un Mondiale che si prevede incerto e molto competitivo con 26 Nazioni partecipanti.
In bocca al lupo Italia!