ALLOCTONIA: QUANDO PUO ESSERE UNA RISORSA

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A distanza di qualche giorno dall’importante convegno organizzato a Ferrara, dalla FIPSAS, sull’alloctonia, ho incontrato il Presidente della FIPSAS regionale Emilia Romagna Massimo Rossi, uno tra i principali artefici di questo evento. Con il Presidente Rossi ho voluto tratteggiare un consuntivo di questo convegno e sullo stato dell’arte di questo percorso di discussione su di un processo di trasformazione della popolazione ittica delle nostre acque probabilmente unico nella sua entità.

 

 

rossi ridotto

 

 

 

 

Presidente, dopo questo evento sull’alloctonia vorrei chiederti innanzitutto se ha ancora ragione di esistere questo termine, soprattutto nella sua accezione negativa?

“Il titolo del convegno voleva essere anche una provocazione e, come hai detto tu, probabilmente il temine alloctonia dovrebbe ormai essere lasciato alla sola sintassi ma non più usato per una distinzione di specie che non ha ragion d’essere, visto che, almeno nelle nostre acque del piano, non sono rimaste che queste specie o quasi, soprattutto nelle zone orientali della Pianura Padana ma non solo. Poi se vogliamo ragionare sul perché di questa realtà lo possiamo fare e potremmo sicuramente individuare anche tanti errori nostri ma oggi la realtà é questa. Punto e a capo.”

 

Quindi la realtà odierna é quella con cui occorre fare i conti e cercare di coglierne le opportunità…

“Certo, anche da questa situazione “nuova”, alloctona appunto, io credo si possano trarre dei vantaggi cercando di sfruttare al meglio quello che abbiamo, senza cadere nella tentazione di alimentare una polemica che, concedimelo, ormai é sterile ed inutile, ossia stabilire se una carpa é di un tipo o di un altro o se il carassio é una specie che viveva nelle nostre acque anche 1.000 anni fa oppure no ecc…”

 

Ti riferisci a certi contenuti della nuova Legge Regionale dell’Emilia Romagna?

“A quella ma non solo! Non dimentichiamo che parliamo di normative nazionali, ci nascondiamo dietro il paravento delle indicazioni europee ma, nel contempo, non si considera, ad esempio, che la Comunità Europea indica due sole specie autenticamente invasive, una delle quali é la Pseudorasbora mentre l’altra addirittura è assente nelle nostre acque! C’é abbastanza confusione e, se mi permetti, approssimazione su questi argomenti. Se vogliamo ragionare in termini europei, poi, considerare “stranieri” pesci come il siluro o la breme, per esempio, diventa perlomeno strano visto che queste specie in Europa sono ben presenti da sempre! E’ chiaro che ogni realtà locale poi deve ragionare sul proprio ambito ma questo diventarà un problema seguente. E questa considerazione non è solo la mia, oggi, ma é anche uno degli elementi emersi dall’incontro di Ferrara.”

 

Come giudichi il fatto che il convegno si sia svolto a Ferrara e che lo abbia promosso la FIPSAS?

“Tu sai che io sono ferrarese e che il mio territorio mi sta molto a cuore e quindi che l’incontro si sia tenuto a casa mia mi riempie di orgoglio ed abbiamo cercato di dare la massima collaborazione per il suo buon esito. E’ altrettanto importante, però, che sia stata la Federazione ad organizzarlo, per ribadire il messaggio che la FIPSAS non è solo agonismo ma anche altro. Se, in passato, abbiamo trasmesso questo messaggio sicuramente abbiamo sbagliato qualcosa secondo me: la FIPSAS é anche agonismo ma ormai non solo questo; é e deve sempre più essere, anche molto altro. E’ questo il segnale politico che eventi come questo di Ferrara devono trasmettere al Paese e al mondo politico; forse ci presentiamo in modo non adeguato rispetto al nostro potenziale, perché non dobbiamo dimenticare che siamo la Federazione del CONI che promuove la pesca, siamo l’organizzazione più numerosa ed importante che tratta di pesca sportiva a 360° e potenzialmente potremmo fare di tutto; siamo riconosciuti da tutti i Ministeri che parlano di ambiente, di pesca di agricoltura, tutti ci riconoscono per quello che facciamo e possiamo avere tanti interlocutori su tanti argomenti. Purtroppo siamo noi stessi che, spesso, ci dimentichiamo di dirlo. Il convegno di Ferrara voleva andare in questa direzione.”

 

Ribadisco il mio pensiero attribuendoti il merito di questo convegno, Presidente e ti rendo atto che sei riuscito a coinvolgere tanti politici in quest’occasione, i politici che sono la parte complementare della Federazione nei suoi propositi: se non si coinvolgono loro non si va da nessuna parte…

“Hai individuato il bottone giusto che va spinto per smuovere delle cose. Abbiamo cercato di coinvolgerne diversi di rappresentanti politici per questa occasione ma prima di entrare nel merito di cosa possiamo fare con loro, voglio rimarcare la quasi totale assenza di politici di Ferrara. La scelta di Ferrara non é stata casuale, come ti dicevo e sul territorio ferrarese, some su quello rodigino, si sta combattendo una battaglia, quella contro il bracconaggio, che è poi strettamente legata al discorso alloctonia. Il Comandante della Polizia Provinciale Claudio Castagnoli con i suoi uomini, assieme alle altre Forze dell’Ordine, stanno facendo un grande lavoro in questo senso, anche se le forze a disposizione sono esigue. A questo proposito voglio darti un dato: su di una rete idrica, quella ferrarese e quella di Rovigo assieme, di circa 10.000 km, la Polizia Provinciale di Rovigo credo abbia una dozzina circa di agenti mentre Ferrara ne può mettere in campo, mi sembra, 17, cioè poco più di niente. Nonostante questo riescono a produrre dei risultati. Tornando al discorso iniziale, mi è spiaciuto prendere atto che del Comune e della Provincia di Ferrara non c’era nessuno, anche se c’erano altre concomitanze proprio dalla Ferrara istituzionale e politica mi aspettavo una risposta più netta, anche perché si è scelto Ferrara per sottolinearne l’impegno in questo ambito e proprio i rappresentanti di Ferrara sono mancati!”

 

C’erano però altri politici, Presidente…

“Si, per fortuna. Ci ha onorato della sua presenza la Senatrice Bertuzzi, Responsabile della Commissione Agricoltura del Senato, e l’agricoltura é il legame della pesca sportiva con il Ministero; c’era un rappresentante nazionale del M5S e due del PD. Mancavano Alan Fabbri e Petazzoni della Lega Nord, purtroppo, e con Fabbri si era già iniziata una sinergia sull’argomento bracconaggio. Dovrei sentirlo nei prossimi giorni per capire il perché della sua assenza. La Senatrice Bertuzzi ci ha manifestato la sua disponibilità a seguire queste tematiche e ci ha informato che é stata già depositata una proposta in Parlamento da parte dell’On. Guidesi che parla di inasprimento delle pene in caso di bracconaggio. Sarebbe importante che questa linea fosse condivisa da tutte le forze politiche perché si parla di un problema comune e trasversale ad ogni orientamento.”

 

Immagino che avrete portato al convegno anche dei numeri da sottoporre al giudizio degli ospiti e dei tantissimi invitati…

“Certo. Il Presidente del Settore Natucci ha portato numerosi dati che fanno parte degli atti del convegno. Posso riportarne qualcuno ma, come sempre, occorre inquadrare ogni numero nel giusto contesto. Uno per tutti: circa due milioni di praticanti la pesca sportiva, ad ogni livello ed in ogni contesto acquatico. Potrebbe sembrare un dato sterile, in se, ma sostanzialmente vuole dire, innanzitutto, soldi. Noi, i pescatori, sono, siamo soldi, tanti soldi, veramente tanti! E proprio per questo la politica deve darci maggior attenzione: noi produciamo economia, posti di lavoro, indotto di vario genere, turismo, infrastrutture. Nel corso di un’altra intervista ho fatto l’esempio di due comuni su tutti, esemplificativi però di quello che i pescatori vogliono dire anche in tema economico: Novi di Modena ed Ostellato. Con tutto il massimo rispetto per quelle comunità e per i loro Sindaci, naturalmente, ma se non ci fossero stati i pescatori, in tutti questi anni, chi mai avrebbe sentito i nomi di questi due paesi, e come loro tanti altri? Non voglio sminuire nulla, ripeto, ma nessuno può negare, e di certo non lo fanno gli Amministratori locali avveduti come in questo caso, che i pescatori son stati un valore aggiunto notevolissimo per l’economia ed il riconoscimento di queste località a livello nazionale. Anzi direi internazionale, visto che in Cavo Lama é stato disputato un Campionato Europeo e ad Ostellato un Mondiale ed uno ne faremo nei prossimi mesi. Ed é anche per questo che la Politica, quella con la P maiuscola, deve essere con noi, perché noi, i pescatori e le loro Associazioni con la FIPSAS in testa, debbono avere maggior voce in capitolo sulla tutela e la gestione delle acque. E maggiori risorse.”

 

Al termine dei lavori di Ferrara, qual’é la tua sensazione sullo stato dell’arte della discussione sull’alloctonia e sul bracconaggio? Si procede in qualche direzione o siamo ad un punto morto?

“Questo di Ferrara non è stato il primo incontro su questi argomenti e voglio ribadire un concetto espresso anche in precedenza: questo é stato un po’ il 2.0 perché, a differenza di altri fatti in precedenza, a Ferrara si é voluto fare una valutazione a 360° dei problemi, sganciandoci dall’aspetto specifico, dal dettaglio, come invece era successo in altre occasioni. Uno dei primi obiettivi é lo smussare gli spigoli dei campanilismi, delle parrocchie, dai colori politici innanzi costruendo sinergie tra le Associazioni dei pescatori per presentarsi davanti alla Politica non in ordine sparso ma facendo fronte comune per realizzare numeri ingentissimi di cittadini, ed elettori!, che presentano dei problemi ai loro politici. Sui problemi dell’alloctonia e del bracconaggio, vera piaga aperta di questi anni, direi che si é tutti d’accordo nel voler intervenire maggiormente sulla pesca professionale, che attualmente é gestita molto male; per quanto mi concerne posso dirti che, a livello di Emilia Romagna, nel Regolamento Applicativo della nuova Legge Regionale sulla pesca che si sta predisponendo, ho chiesto che se non si può intervenire in altro modo sui professionisti, con maggiori controlli, almeno che si identifichino delle zone specifiche in cui loro possano svolgere la loro professioni, che magari se le gestiscano anche loro ma che restino confinati in quelle zone determinate e non continuino a scorazzare impunemente a desta e a manca, senza controlli, come sta succedendo ora. Ho chiesto che venga istituito un registro dei pescatori di professione e che ognuno eserciti nel proprio territorio e non, come oggi, che se un professionista lombardo, ad esempio, vuole venire a pescare professionalmente in Emilia o in Veneto può farlo senza alcun problema. Questa richiesta va nella direzione della tutela almeno del patrimonio ittico delle nostre regioni; altre Amministrazioni non si muoveranno in tal senso, almeno che i loro pescatori di professione non possano venire da noi senza problemi. E viceversa. Questo é un modo per amministrare meglio quello che é rimasto del patrimonio ittico; il discorso bracconaggio, naturalmente, è diverso, questo va combattuto anche in altro senso con pene maggiori e controlli più efficaci ma spesso i due aspetti, bracconaggio e professionismo,si intrecciano pericolosamente. Sull’aspetto “specie alloctone” ti confermo che tutti i presenti, e la partecipazione é stata superiore alle mie aspettative, si son trovati concordi sulla difesa globale delle specie presenti nelle nostre acque, tutte le specie, senza distinzione tra carassi, carpe, breme, cavedani ecc. Tutte le specie che oggi popolano le nostre acque sono un patrimonio da tutelare e salvare. E questo concetto ha trovato d’accordo tutte le categorie di pescatori presenti, fossero essi agonisti del colpo piuttosto che praticanti del carp fishing, amanti delle trote che esponenti del Gruppo Siluro Italia, appartenenti alla FIPSAS piuttosto che all’ARCI Pesca che all’UNPEM ecc. E questa sinergia tra tutte le componenti, non mi stanco di ripeterlo, é l’unica arma che possiamo usare per perseguire i nostri obiettivi di pescatori.”

 

Questo concetto da te espresso é fondamentale e mi sembra di poter dire che rappresenta anche un cambio di orientamento innanzitutto da parte della FIPSAS, di cui tu sei un rappresentante autorevole come Presidente di una delle regioni a maggior densità di praticanti. In buona sostanza, mi sembra un’apertura non di poco conto questo della Federazione verso le altre Associazioni…

“Non vorrei essere frainteso, poiché nessuno vuole disconoscere il proprio colore o la propria appartenenza. Anche se la FIPSAS è l’organizzazione numericamente maggiore tra le tante, anche se é l’unica ad essere riconosciuta del CONI, di cui é la quarta Federazione in ordine di importanza come numero di tesserati ed ha come finalità anche l’agonismo, non possiamo dimenticare che la maggioranza dei nostri affiliati é innanzitutto composta da pescatori amatoriali ed hanno le medesime problematiche degli affiliati all’ARCI Pesca, all’ENAL Pesca, all’UNPEM ecc. Ecco quindi tornare la necessità di fare fronte comune per costituire un numero importante di fronte ai rappresentanti della Politica.”

 

Una delle componenti fondamentali del nostro mondo, una di quelle che produce appunto anche economia, posti di lavoro ecc, sono le Aziende. Prima e dopo Ferrara, qual’é la tua impressione su come si muove questa branca fondamentale del “mondo pesca sportiva”?

“Se debbo fare una valutazione da quello che ho visto al convegno di Ferrara, non posso negarti che sono rimasto profondamente deluso. Naturalmente non posso giurare sule presenze, perché dal palco non puoi notare tutti i presenti, ed erano tanti, e quindi verificare chi c’era e chi no. Posso dire con sicurezza che c’era Glauco Tubertini perché ci siamo visti, ho incrociato nei padiglioni della fiera Milo Colombo; altre Aziende non ne ho viste. Se analizzo questo dato, come primo effetto mi viene da pensare che probabilmente qualcosa abbiamo sbagliato come Federazione; ad un esame più approfondito, però, penso di poter dire che, innanzitutto, le Aziende dovrebbero mettersi d’accordo tra di loro su quello che vogliono, perché, e lo dico da pescatore prima che da uomo di Federazione, che mi piacerebbe tornare a vedere una vera Fiera della Pesca, come quelle che abbiamo visto un tempo e che da anni non ci sono più. Oggi vediamo solo un grande, inutile frazionamento di rassegne che sono lo specchio di quello che é il mondo delle Aziende del settore. E se non trovano una sinergia su di una fiera comune, allora posso capire come non possano avere una matrice ed una sensibilità comuni neppure su temi come quelli trattati nel convegno. Se si riuscisse ad avere nuovamente una grande, unica Fiera della Pesca, probabilmente anche tutte le Associazioni potrebbero parlare meglio con il mondo imprenditoriale, facendo loro percepire meglio le varie realtà, e si potrebbe ampliare quel fronte comune di cui stiamo parlando in questa chiacchierata. Non ne voglio fare una colpa solo loro, certamente, diciamo che ci sono delle incomprensioni di fondo che rendono non sempre facili i rapporti.”

 

Per il mondo imprenditoriale del settore, quella di Ferrara è stata una bella occasione mancata di visibilità a livello politico…

“Direi certamente di si. Immagina l’ interlocutore esterno, come potrebbe essere il politico nazionale del caso che si riesce a coinvolgere, che a fronte dei numeri, importanti, snocciolati dalla Federazione sull’entità del fenomeno “pesca sportiva” in Italia, con il suo potenziale elettorale ed economico, in un momento come quello di Ferrara non trovi presente una delle componenti fondamentali come quello imprenditoriale? Che tipo di valutazione potrebbe trarne? Certamente non buona, te lo assicuro! E si perdono delle opportunità…”

 

Il dopo Ferrara? Hai già in mente i prossimi passi su questo cammino, Massimo?

“Ci tengo a puntualizzare ancora una volta che é stata e sarà la Federazione a promuovere l’evento, a fare le valutazioni del caso e la scelta delle strategie da adottare. Da parte mia ho cercato di dare il mio contributo organizzativo cercando di sfruttare questa occasione della Fiera di Ferrara, che é una rassegna che va oltre il mondo prettamente legato all’agonismo ma parla del mondo della pesca in genere perché si parla di spinning, di carp fishing, di pesca al siluro ecc, per tornare a far vedere che la Federazione c’é, é presente anche a questi eventi e si interessa ai temi legati al mondo della pesca. E debbo dirti che la Federazione ha stupito anche me, perché é riuscita a coinvolgere i vertici federali assieme a politici nazionali su argomenti molto sentiti come questi, esponendoli al pubblico in maniera così chiara ed evidente.

Il prossimo passo sarà battere il ferro fin che è caldo, continuando a tenere alto il livello della discussione, nei vari ambiti politici ed amministrativi, sia a Roma che nel resto del Paese, in modo che quello iniziato a Ferrara non finisca a Ferrara ma vada avanti con un senso.”

 

Credo di poter di dire che questo é l’augurio che si fanno tutti i pescasportivi italiani, Presidente. Buon lavoro, un augurio di cui avete certamente un gran bisogno!

 

Angelo Borgatti

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