PELLET? ……….(parte 2)

Nella prima puntata ho descritto le pellet in generale, dando spunti di riflessione sulle molte tipologie ed utilizzi, scoprendole esche del tutto diverse da quelle tirate fuori dalla confezione e lanciate in acqua. Ora ne vedremo l’uso più frequente che se ne fa a feeder, col pellet feeder

Per mostrare un uso semplice e basilare delle pellet siamo andati in laghetto, terreno d’elezione di quest’esca e pastura. Il lago è molto bello, cava naturale con acqua sorgiva chiara ed ossigenata popolata da carpe, carassi e breme, pesci di ottima taglia.

Carpa ancora

L’impostazione

Dò una rapida sondata e noto una profondità che da 3 metri a corto risale via via verso la sponda opposta, che non è pescabile, è un lato selvaggio con alberi e canneti. Mi accontento dei due metri di acqua che trovo a 45 metri, a circa 15 dalla sponda, dove credo si trovi il pesce e alcune bollate in fase di preparazione me ne danno conferma. Un pellet feeder da 25 grammi carico lanciando bene mi consente di arrivare li ed essere leggero, poiché temo come in tutti i laghetti, di trovare un fondo melmoso e non ho alcuna intenzione di pescare con il feeder affondato nel fango, per questo mi tengo al limite col peso. Riesco ad arrivare con la Shimano Speedmaster Commercial 11’6’’ vetta 3, la monto perché pescando con la clip del mulinello ho bisogno di una canna che assorba le prime partenze delle carpe la cui taglia media si rivelerà tra i 3 ed i 6 kg. La clip rotonda in metallo dell’Aero CI4+ versione lenta suona come un orologio nei lanci di prova a cercare le tre foglie in sponda opposta che mirerò tutto il giorno. La distanza e la possibilità di sfruttare l’elasticità del filo mi convincono che anche pesci da 6 o 7 kg posso tenerli senza concedere un metro usando un po’ di manico e quello della Commercial mi ci vorrà tutto.

Azione della Speedmaster Commercial

La montatura

I pellet feeder sono pasturatori appositamente studiati per l’uso con le pellet, hanno la forma di un tunnel chiuso da una parte ed aperto con un taglio obliquo dall’altra. La ragione di ciò è nel fatto che il pesce può così aggredire le pellet solo da un lato, dal quale usciranno insieme all’esca nascosta dentro. Fondo piatto dov’è il piombo per mostrare sempre l’inganno verso l’alto. E’ la naturale evoluzione del method feeder, che può essere usato a pellet ma che dà però la possibilità di essere aggredito da ogni lato e ciò risulta utile in alcuni periodi e situazioni ma meno in altre. Il pellet feeder offre solo una via di alimentazione, per cui se un pesce decidere di fare una aspirata soltanto possiamo essere sicuri che sia sull’esca. Il rig è molto semplice, un pellet feeder in-line montato su 10 cm di lenza madre trecciata con sotto un quick change, un attacco rapido per cambiare il finale, ed un finale di 7,5 cm. Preferisco sempre pescando a distanza far scorrere il feeder su un’ asola trecciata di 10 cm la battuta sul cui nodo del pellet feeder produce un effetto autoferrante sulla mangiata che dura un secondo lasciandolo poi libero di scorrere.

Scelta delle pellet

Questo è il momento più importante della pescata, la scelta e preparazione delle pellet. Una volta nel pellet feeder le pellet devono potersi stringere con l’esca nascosta ma devono poi sul fondo aprirsi dividendosi l’una dall’altra così da restare integre e preparare lancio dopo lancio la zona di pesca. Per conseguire questo risultato vanno bagnate molto bene, altrimenti otteniamo o pellet morbide ai lati e dure dentro o pellet ridotte in poltiglia. Nel primo caso difficilmente riusciamo a caricare il pellet feede senza che queste escano in volo o in caduta, nel secondo lo carichiamo ma o non escono o vi impiegano molto tempo producendo un effetto simile alla pastura. Solo quando le pellet hanno una consistenza uniforme sono perfette per il pellet feeder, devono cioè potersi schiacciare tra due dita applicando una certa pressione così cambiando forma ma senza fare una poltoglia. Questa elasticità è quella che consente alle pellet appena pressate nel pellet feeder di aderire alle sue pareti facendo una leggera pressione grazie alla loro consistenza morbida che poi sul fondo a bagnatura con l’acqua viene meno e le lascia scivolare fuori. La chiave del successo è tutta nella corretta preparazione delle pellet, vediamola. Ho scelto delle pellet da 1 mm Swim Stim Betaine Green, questo per tre motivi, è ancora freddo e le pellet più grandi tendono a saziare più rapidamente il pesce; con pellet da 1 mm l’esca risalta maggiormente così da richiamare subito l’attenzione del pesce ed infine le Betaine Green sono particolarmente gradite alle breme che qui sono presenti in buon numero.

– Un pacco di Dynamite Swim Stim Pellet Betaine Green da 1 mm, due contenitori identici e dell’acqua di lago

Foto 1

– Versare le pellet in uno dei due contenitori nella quantità che riteniamo utile per la sessione

Foto 2

– Versare l’acqua nella vaschetta fino a coprire appena le pellet senza affogarle

Foto 3

– Mescolare le pellet con un dito in modo che tutte siano omogeneamente bagnate

Foto 4

– Dopo 1 minuto mettere dentro la vaschetta vuota e far uscire l’acqua capovolgendole e così lasciando i contenitori a terra per 30 minuti

Foto 5

– Togliere la vaschetta e le pellet sono pronte e ben scolate, disporle in un contenitore più ampio e sono pronte per essere usate

Foto 6

Preparazione delle pellet

Esistono almeno 4 modi di preparare le pellet, più o meno simili ma con qualche variante legata alla “carica” che gli vogliamo dare e all’eventuale aromatizzazione. Quello che abbiamo usato oggi è pratico e veloce ed è quello più comunemente usato che oggi torna utile così le “scarichiamo” un po’. Bisogna dotarsi di due contenitori uguali, dell’acqua di lago e delle pellet. Le fasi sono spiegate nel box, qui quello che mi preme sottolineare è che questo metodo, toglie un po’ di potere nutritivo alle pellet rendendole meno potenti, questo accade perché scoliamo l’acqua, la quale ha assorbito parte degli oli ed altre sostanze contenuti nelle pellet. Togliendola priviamo le pellet di parte del loro carico, una parte piccola ma significativa e con temperature basse avere delle pellet meno potenti è sicuramente utile. A bagnatura ottenuta dobbiamo mettere le pellet in un contenitore più ampio così che l’aria consenta all’umidità residua di penetrare per bene all’interno. Cosa importante è tenere le pellet scolate con l’altro contenitore sopra e capovolte mentre si attendo i 25/30 minuti, questo succede perché se le lasciamo con fondo del contenitore a terra l’acqua residua tende a scendere sotto ed a bagnare maggiormente quelle in fondo rispetto a quelle in alto. Di questo abbiamo riprova quando poi svasiamo in un contenitore grande, molte delle pellet rimangono sul fondo e sono più bagnate delle altre mentre capovolgendo il contenitore con l’altro dentro la bagnatura risulta più uniforme. Quando durante la pescata tendono a seccarsi basta bagnarsi una mano e passarla dentro per ridare la giusta consistenza utile a conservarle a puntino….le mie mani verdi sono un esempio lampante di ciò!

Mani

La sessione

Devo dire che in questo lago il pesce si comporta in maniera piuttosto naturale, non è il classico carpodromo dove si va e si inizia a prender pesce da subito, ci vuole tempo ed una buona preparazione dello spot, infatti lancio dopo lancio mi sono creato un bel tappeto di pellet concentrato che hanno iniziato a rilasciare oli ed attrattori, tempo un ora e sono arrivati i primi pesci sotto forma di breme di ottima taglia, dai 700 grammi ai 2 kg, non un pesce ogni tre secondi ma con una certa regolarità che ho mantenuto fino alla fine. Verso le ore centrali hanno fatto capolino le carpe, non appena l’aria ha scaldato di tanto in tanto una bella specchio. Appena c’era una ferma delle breme significava che una carpa era sotto e di li a poco la canna partiva. Una giornata divertente, non pesce in quantità abissali ma con giusto ritmo e con la taglia che si aspetta un pescatore a feeder.

Carpa

Differenza tra prima e dopo la bagnatura

Differenza prima e dopo la bagnatura

Pellet Feeder Carico

Pellet feeder carico

Due tipologie di pellet da pastura e pellet dure da innesco

Due tipologie di pellet da pastura e pellet dure da innesco

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