Profili e Personaggi: i campioni della pesca al colpo sotto la lente di Natascia Baroni……GIOVANNI GRISENTI.

Ha cominciato a fare gare di pesca nel lontano 1962 con la Torrilese e da allora ha fatto parte delle più blasonate società di pesca al colpo italiane, con cui ha vinto tantissimo. Ha girato l’Italia e l’Europa tanti anni in compagnia di Milo, il suo periodo migliore, avendo la fortuna di conoscere personaggi del calibro di Nudd e Gardner. Sono 15 anni che gareggia con la Lenza Parmense e forse questo sara’ il suo ultimo anno. Ama giocare a calcio, anche a livelli impegnativi e pratica da sempre molto volontariato.
E’ attentissimo ai problemi della pesca in Italia, ed ha tantissimi consigli per far aumentare i tesserati di questo sport, avendo avuto la possibilità di vedere all’estero nuove realtà. Ecco a voi questo mese un altro personaggio, che ha passato 50 anni della sua vita sui campi di gara e non rinuncerà mai a questa passione chiamata pesca.

giovanni

Come è iniziata la tua passione per la pesca?

Sono nato in un paesino ( Torrile) situato nella bassa pianura parmense, in riva al torrente Parma e al canale Galasso. Proprio in questi due corsi d’acqua ho incominciato, all’età di otto anni a pescare.

La tua prima societa’?

In questo paese è nata la società di pesca sportiva “La Torrilese “con un presidente il sig. Volpi Ildebrando, che già a quei tempi si impegnava a favore dei giovani, organizzando delle gare locali a cui ho partecipato anch’io. In questa società ha militato anche mio padre, ottimo garista per la pesca alle alborelle.

Con quali societa’ di pesca sei stato tesserato?

Ho avuto la fortuna di frequentare le più grandi società d’Italia, quando partendo dalla società “La Torrilese”, sono andato all’età di 22 anni alla Pasquino in cui sono arrivati tantissimi risultati personali con il coronamento della partecipazione ai mondiali in Svizzera con il C.T. Chines e ci siamo piazzati quarti assoluti utilizzando le prime roubasienne della Garbolino Milo, messe a disposizione per tutti i cinque pescatori dalla ditta Milo.
Ho pescato nella società “I Longobardi” con Milo, e sicuramente questo è stato il mio periodo migliore, in squadra con Milo stesso, Fumagalli, Facioli, e Ballabeni agli inizi della sua scalata.
In compagnia di Milo ho potuto girovagare per mezza Europa, Inghilterra, Francia, Svizzera, Ungheria, Polonia, Irlanda, dove mi sono potuto confrontare con tantissimi campioni, a partire da Kevin Ashurt, Steve Gardener e Bobb Nudd, nelle varie tecniche di pesca all’inglese e con la roubaisienne.
Poi sono approdato alla Lenza Parmense, la cui squadra era composta da Trabucco, il sottoscritto, Venturini e Iacopelli.

Ed oggi con chi gareggi?

Attualmente sono con l’SPS Fornacette Colmic dopo essere stato per 15 anni con la Lenza Parmense ma è finito un ciclo.

Da quanti anni sono che partecipi alle gare di pesca?

E’ dal 1962 che ho incominciato a fare gare di pesca e non ho ancora smesso.

Com’è cambiata la pesca da quando hai iniziato fino ad oggi?

Tra pochi giorni, il 29 di settembre compirò 60 anni, e posso certamente affermare di aver toccato con mano, tutte le fasi evolutive che ci sono state in questo sport.
A partire dalla pesca con canne di tonchino che arrivavano massimo ai 3-4 metri, alle canne di vetro resina, alle prime canne di carbonio, ai panieri che potessero contenere 250/300 lenze, per tutte le canne fisse, all’evoluzione delle canne bolognesi, al seggiolino con le gambe pieghevoli di Milo, alle prime canne roubasienne, alle canne inglesi che si usavano a Firenze, e successivamente ad Ostellato, per arrivare ai giorni nostri in cui si trova sul mercato di tutto e come si dice dalle nostre parti “anche il latte di gallina”.

Quali tipi di pesca hai fatto in tutti questi anni e quali campi di gara hai potuto conoscere ?

Ho potuto toccare con mano, a partire dalla pesca dell’alborella nei canali, che la società Pasquino di Brescello guidata dal presidente Frigeri Luberto facevano da padrona, usando i bigattini chiamati maialini che lui stesso colorava di rosso, con catture che arrivavano anche a 800 pesci in tre ore, alla pesca dell’avola del Mincio , con catture da 500/600 in tre ore di gara, la pesca delle alborelle e delle scardole prima ad Ostellato e dei carassi dopo, con le canne bolognesi e le canne fisse da 11 metri, e successivamente alla pesca con canne all’inglese dall’altra sponda del canale, alla pesca dei cavedani a galla a Firenze, con le canne fisse di 6/7 metri prima, e successivamente con le canne inglesi e con le roubasienne dopo, anche con i vermi.
Alle alborelle, alle lasche, alle savette, ai cavedani della Fiuma, alle gare nel Po a Moncalieri, a Torino, a Sacca di Colorno, ai 30/40 kg. di pesci che si facevano ad Adria nel Po al trofeo dell’unità con gare a box di quattro componenti, con cavedani , savette, scardole, alle gare del club azzurro a Pietole con la roubasienne , alle savette con il verde-vase, ai cavedani con i vermi ed ai carassi dopo.
Alle gare nel bacino del Turano, nel lago di Lugano, di Varese, del Canterno, con pesca prevalente all’alborella, a Capua in cui pescava prevalentemente cavedani, a Mira con pesca del triotto e cavedano, per arrivare alle breme, ai gardonne, ai carassi di oggi che ormai tutti conoscono molto bene.

Hai avuto la fortuna di poter gareggiare in tantissimi posti?

Penso sia stata un’ esperienza unica, dove ho avuto tantissime soddisfazioni, ho pescato in ogni parte d’Italia e d’Europa ovunque mi trovassi.

Non c’è mai stato un momento nella tua vita in cui hai tralasciato un po’ questo sport?

Ho sempre fatto le gare, anche quando giocavo il calcio in campionati impegnativi, (promozione e debutto in serie D) dai 19 ai 29 anni. Ho poi giocato sino a 40 anni nei campionati amatoriali.
Non ho mai smesso di fare sport, oggi ho l’hobby della corsa campestre che eseguo quasi giornalmente.

Ti sei tolto tantissime soddisfazioni?

Ho avuto la gioia di vincere un titolo regionale individuale, di vincere la coppa Italia individuale, un Pasinetti,un trofeo individuale di Eccellenza, due titoli regionali a squadre, partecipare ai mondiali per Nazioni, essere componente del club azzurro per circa 10 anni, essere nella classifica di rendimento nei primi 10 pescatori italiani, e negli ultimi 4 anni siamo stati con le due squadre dell’Elite della Lenza Parmense sempre nelle prime quattro società d’Italia.

Hai fatto tanti anni parte della nazionale italiana di pesca al colpo, qual è il ricordo piu’ bello che ti porti dentro?

Sono stato nel club azzurro per più di otto – nove anni ed ho partecipato ad un solo mondiale con il sign. Chines, che è stato l’unico mio CT della nazionale. Il ricordo più bello è stato quello di indossare la maglia azzurra, sentire l’inno nazionale e pensare che tre anni prima della mia partecipazione, ero un ragazzo che veniva dalla campagna ed ha avuto la possibilità di partecipare ad un mondiale.

Cosa le piace di questo ambiente?

Dell’ambiente della pesca mi piaceva e mi piace tutt’ora l’aggregazione, la possibilità di poterti confrontare con altri, capire i tuoi limiti, le tue possibiltà sportive e con il passare del tempo spenderti anche un poco per gli altri, mettendo a frutto l’esperienza.

Vista la tua tanta esperienza, ti piacerebbe un giorno guidare la nazionale di pesca al colpo categoria giovani?

A chi non piacerebbe guidare una nazionale, specialmente con i giovani, ne sarei orgoglioso!

Cosa pensi dell’evoluzione che ha avuto la nostra squadra nazionale, da quando ne facevi parte tu fino ad oggi?

La nazionale italiana, come tutti i pescatori italiani si sono evoluti tantissimo, in tantissime specialità, ma oggi penso sia come ho già detto varie volte un circolo troppo ristretto.

Un consiglio alle giovani leve che sognano di entrarvi a far parte?

Prima di tutto dare un maggiore significato al club azzurro, come in questi ultimi due /tre anni hanno fatto l’attuale CT, con il suo staff, ma ritengo che occorre avere ancora più determinazione nel fare le scelte, a mio avviso tutti devono partecipare alle selezioni ed i migliori 6 partecipano al mondiale ed i secondi sei ecc. alle altre manifestazioni internazionali. Bisogna prendere decisioni veloci, il tempo corre velocemente, le scelte vanno fatte specialmente per i giovani “il nostro futuro in tutti i campi” ,ovviamente non solamente in gare di pesca.

Che un pescatore che secondo te in questo momento merita di piu’ di altri, di indossare la maglia azzurra?

Ci sono pescatori che sicuramente meritano più degli altri, ma anche perchè sono sulla ribalta internazionale da diversi anni, diamo anche ad altri giovani la possibilità di partecipare ad un mondiale per scoprire altri talenti. Penso che la squadra, con maggior fantasia, capace di rischiare al momento giusto e con pescatori, non solo garisti, sia la squadra dell’Oltrarno.

Che lavoro svolgi ?

Sono geometra, ho uno studio di progettazione per l’edilizia in generale, realizzo fabbricati all’estero, sono stato dal 1998 al 2008 assessore ai lavori pubblici del comune di Collecchio dove risiedo, e Vice responsabile degli impianti sportivi del C.O.N.I. della sezione di Parma per circa dieci anni.

So che dedichi molto del tuo tempo anche per il bene delle altre persone?

Mi occupo di volontariato da sempre, ho fondato due circoli ricreativi-culturali e sportivi, ancora oggi mi occupo di volontariato a favore dei bambini e dei giovani bisognosi.

Cosa ti trasmette questo impegno?

Sono contento, mi diverto lavorando, cercando di trasmettere qualcosa dell’esperienza avuta, e di quella che ancora mi dovrò dotare.
Mi ritengo un fortunato, un privilegiato, un’ entusiasta, mi butto a capofitto nei progetti a cui credo, anche se non è sempre facile, ma ci provo e spesso riescono bene.
Detto tutto questo, penso al domani ed a questo hobby a cui ci sono molto affezionato.

Cosa consiglieresti alla Federazione per riuscire ad aumentare il numero di tesserati?

Il punto di partenza sono sempre i giovani. Dove ci sono i giovani c’e futuro e noi li dobbiamo incontrare, aiutare ed incoraggiare. Ci vorrebbe un progetto che nascesse dalla Federazione Nazionale, così come quando altri sport erano in crisi, vedi il ragby. Un progetto che a cascata raggiunga tutte le federazioni regionali e provinciali. Un progetto che possa entrare nelle scuole, nelle società di pesca, nei circoli ricreativi ed in tutti quegli ambienti a cui io non ho pensato.
Bisogna avvicinare i bambini all’acqua, in tutti i posti d’Italia dove vi è un lago, dove vi è il mare, un fiume o un ruscello. Se non si fa’ conoscere un progetto ambizioso, non si può pensare che dal nulla, o da qualche azione sporadica di qua o di là possa dare dei risultati.
Certo che come in tutte le cose ci vogliono idee, persone che credano a queste idee, perché a volte le persone sono sorde, cieche o il più delle volte pensano che questi discorsi siano inutili.
Una mia amica psicologa e sociologa, venti anni fa’ mi diceva che stavamo costruendo una società senza basamento, non vi era una programmazione, si viveva alla giornata, ognuno di noi pensava al suo orticello ed in pochi avevano il piacere di spendersi per gli altri. Penso avesse ragione. Noi anche nella pesca non dobbiamo perdere tempo, perché mi da l’impressione che questo mondo viaggi molto a rilento, mentre tutto ciò che ci circonda viaggia velocissimo.

In questo momento di crisi per l’Italia non è facile fare progetti?

Per pensare e fare progetti non ci vogliono inizialmente solo soldi, ma occorrono solamente idee. Con le idee poi si trovano le risorse.

Nella tua citta’ ci sono idee per far avvicinare i giovani a questo bellissimo sport?

Per quello che posso dire, della realtà di Parma, di idee nella federazione provinciale non ce ne sono.
Ma purtroppo anche se tutti ne sono consapevoli, nessuno dice nulla.
Ti devo citare una aneddoto: abbiamo il lago di Bezze che è splendido, e per una gestione poco felice della Federazione non ci va più nessuno. In un negozio alla presenza di 15 persone ex frequentatori che si lamentavano ho detto:” se preparo una protesta “, con i contenuti che scaturivano dalla discussione ,“ la sottoscrivete?”e tutti hanno detto:” certamente!” Sai quanti l’hanno firmata, una sola persona.

Perche’ la pesca rimane uno sport minore?

Oggi noi accettiamo tutto, ci siamo appiattiti, non abbiamo stimoli, ma dobbiamo fare qualcosa anche nella pesca per le nuove generazioni.

Avresti da fare qualche proposta in particolare ?

Sintetizzando, provo ad elencare alcune proposte:
1) incontri nelle scuole con una persona che sappia però cosa dire e che si sappia muovere con agilità e con sicurezza, anche nel mondo non politico, ma nelle amministrazioni pubbliche;
2) organizzare centri estivi in collaborazione con altri settori sportivi che lo stanno già facendo per conto loro;
3) creare punti di aggregazione per tutti club house, come ci sono nel calcio, nel rugby in riva ad un lago, fiume ecc.;
4) usare l’informatica nelle federazione, raggiungere le persone con messaggi o posta elettronica per avvisare, quando scade la licenza, per avvisare che la gara della domenica successiva è, per comunicare ogni notizia utile, far sentire che vi sono le federazioni;
5) fare in modo che all’interno dei consigli provinciali ci sia un componente possibilmente di ogni società, ed almeno due persone che abbiano meno di trenta anni. In questo modo tutti si sentono rappresentati, le decisioni sono più condivise, la federazione la si sente e la si vive in un altro modo sicuramente ,più tua. Certo che se ti senti dire da il vice presidente della federazione di Parma che per far parte di un consiglio bisogna fare un tirocinio, perché non si nasce imparati, pensa un po’ te che mentalità regna in certe federazioni, e si potrà andare molto lontano;
6) dialogare con le federazioni che utilizzano l’acqua, per avere più forza, per costruire progetti insieme, per programmare tutto quello che viene realizzato, ed eventualmente speso in un canale in un fiume che casomai possa anche servire a noi o a loro ecc..

In questo ultimo punto in particolare auspicheresti ad un accordo tra federazione di pesca e federazioni locali di qualsiasi altro sport?

Questo servirebbe forse ad evitare che nel Mincio quando passano i canoisti ,forse non si prenderebbero a pallate di pastura ed anche loro saprebbero che esiste un settore della pesca che deve avere i suoi spazi.

All’estero esistono degli impianti dove poter far coesistere tutto questo?

A Nottingham circa trent’ anni fa’ ho fatto una settimana di gare in un bacino delle regate, con alle mie spalle un impianto per lo sci nautico artificiale tipo impianto di risalita per lo sci, e di fronte un impianto artificiale di canoe, che scendevano da cascate e si facevano anche gare. Qui da noi ancora oggi forse è impossibile poter immaginare un impianto di questo tipo.

Come si potrebbe far avvicinare al mondo delle gare i pescatori dei carpodromi?

Organizzando un campionato regionale per sezioni. I primi cinque pescatori del campionato provinciale sono la (nazionale ) della provincia, che in una gara secca in un laghetto si determina la sezione campione regionale. Oltre ad una manifestazione simpatica si potrebbero ancora avvicinare parte dei garisti che frequentano il carpodromo, ai campionati provinciali.

E per avvicinare i giovani a questo mondo?

Creando delle gare, con alcune manifestazioni al sabato pomeriggio, così come fanno altre federazioni. Coinvolgendo le famiglie come hanno fatto nel rugby nel settore giovanile, creando una cultura di gruppo, di socializzazione, e perché no, anche culturale.

Grazie mille ed ancora complimenti.

PALMARES

1981 Campione Regionale individuale con la “PASQUINO”
1982 Secondo assoluto nello stesso campionato
1982 Quinto assoluto al Campionato Italiano individuale finale a Torino, fiume Po
1984Terzo di settore al Campionato Mondiale per Nazioni in Svizzera a YVERDON e quarti assoluti come Nazione
1985 Primo classificato individuale nella Coppa Italia

1992 Primo nel “Memorial Pasinetti”
1991Terzi assoluti a squadre al Campionato Italiano per società con la “LONGOBARDI” ( Milo-Facioli –Fumagalli)
1993 Secondi assoluti per società Eccellenza conla “LENZA PARMENSE” (Trabucco-Iacopelli-Venturini)
2006 Campione Regionale per società ” LENZA PARMENSE” insieme a Cattaneo-Bernardini-Busani
2008 Terzi al Campionato Zonale con la ” LENZA PARMENSE”
2011 Terzi assoluti nel Campionato Italiano per società ” LENZA PARMENSE” con Sacco- Cattaneo-Cappellini
2012 Quinti assoluti allo stesso campionato con gli stessi componenti.

Giovanni è stato nella classifica di rendimento dal 1986 al 1990 nei primi otto e dal ‘90 al ‘94 nei primi quindici ed ha fatto parte del club azzurro dal 1983 per nove anni.

avevo 8 anni

avevo10 anni mincio

foto 9 longobardi

foto 11 classifica

foto3

foto5

foto6

foto7

foto8

foto10 lenza parmense

foto12 classifica rendimento

foto13

 

grisenti1

Grisenti2

terzi assoluti trofeo unit+á alla mia destra mio padre

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *