FEEDER FISHING – Postazione di gara e funzionamento montature in acqua

La pesca a feeder se a prima vista potrà sembrare di facile attuazione, nella realtà non sfugge alle regole che contraddistinguono altre tecniche, e se ottimamente interpretate faranno la differenza in termini di maggiori catture. Tratteremo in questa fase una delle principali se non fondamentale regola ” la precisione nel lancio”. In questo campo i più bravi pescatori sia amatoriali che agonisti saranno sicuramente coloro che riescono a circoscrivere la zona pasturata in un’area non più grande di un metro quadro.

Riuscire a radunare in uno spazio ristretto l’azione pasturante, che si esercita a ogni nostro lancio, è una delle prerogative al successo finale. L’uso del pasturatore, che ogni volta veicola sul fondo sia pastura sia esche, se da un lato può essere visto come un beneficio, ha un risvolto della medaglia negativo, infatti un lancio effettuato ad alcuni metri di distanza dalla zona iniziale potrebbe disperdere il branco di pesci. Sempre per fare un raffronto con un’altra tecnica come la pesca all’inglese, in questo tecnica ad un lancio sbagliato, si potrà semplicemente rimediare recuperando il galleggiante e rilanciando, senza aver disperso i pesci presenti in zona, nel caso del feeder (come nella pesca all’inglese in caso di pasturazione con la fionda) un lancio errato può pregiudicare, il condizionale è d’obbligo, l’azione di pesca.

La doverosa premessa è finalizzata per porre la giusta attenzione sull’importanza che assume la precisione nel lancio.

Tratteremo 0ra, anche con l’aiuto di schede illustrate, questo importantissimo aspetto della pesca a feeder. Se per essere precisi nella distanza di pesca dalla nostra postazione, ci soccorre la piccola ma utilissima clip posta sul fianco della bobina di ogni mulinello, per la precisione del lancio in senso laterale si dovrà fare ricorso solo all’ abilità del pescatore.

  

Per ridurre al minimo lo spazio di errore, una volta clippato alla distanza desiderata, dovremmo scegliere un punto di riferimento, certo e ben visibili, sulla sponda opposta, che ci aiuterà appunto a restringere il più possibile la zona di pasturazione. Ritornando all’azione di clippaggio del nostro monofilo, operazione di facile realizzazione, non bisogna sottovalutare che in presenza di alti fondali, la nostra linea di pesca subirà variazioni considerevoli.

Immaginiamo di trovarci su di un canale, in cui a15 metridalla riva vi sia il primo scalino, e decidiamo di pescare a ridosso dello stesso, a una profondità ipotizzata di4 metri, bene se noi clippiamo a15 metri, di sicuro non pescheremo mai al di sotto dello scalino, il nostro pasturatore impatterà con l’acqua a15 metridalla nostra postazione, ma poi per effetto della profondità arretrerà verso di noi, toccando il fondo a circa14 metri.

In questo caso ci sarà sicuramente d’aiuto per la comprensione di quanto appena accennato, l’osservazione della prima scheda illustrata con vista dall’alto e della seconda con vista laterale.

 

 

Nell’esempio sopra riportato per far arrivare il nostro feeder a15 metridalla riva dovremmo clippare a circa16 metri. Ci sono regole matematiche per addivenire all’esatta distanza di clippaggio (oppure un semplice disegnino in scala), l’importante al di là della precisione, ove richiesta, di avere bene in mente che clippando a “x metri” il nostro pasturatore andrà a posizionarsi sul fondale a una distanza inferiore.

Funzionamento del Paternoster

Affronteremo ora l’azione in pesca di una delle montature più usate nel feeder fishing il famoso “paternoster “, per far capire a chi si avvicina a questa tecnica il perché si usi una deriva e le sue potenzialità, faremo subito ricorso alla seguente scheda…

  

Lo schema si riferisce alla disposizione in acqua in assenza di corrente, di fatti questo tipo di montatura si usa principalmente in acque ferme o quasi ferme (tratteremo in seguito il suo uso in presenza di corrente), e fa comprendere una delle peculiarità principali del paternoster, quella di non far avvertire al pesce il peso della zavorra utilizzata, le abboccate del pesce si avvertiranno subito sul cimino della canna, dandoci il tempo di ferrare prontamente, prima che il pinnuto in questione, continuando la trazione avverta il peso del feeder, e decida di abbandonare la nostra esca.

 Postazione da gara

Per affrontare al meglio una competizione sportiva, ed in particolare una gara di pesca al feeder, è necessario predisporre tutto il materiale in modo da essere facilmente raggiungibile. Avere un metodo nella preparazione del proprio picchetto, ha una doppia valenza, velocizzare il tutto e quindi guadagnare tempo per la preparazione della pastura, delle esche e delle montature, e riuscire a memorizzare la disposizione di ogni singolo elemento che potrà tornare utile nelle varie fasi della gara.

Un buon metodo poggia le sue solide basi sulla meticolosa preparazione, dobbiamo quindi partire con le idee chiare, ed aver bene in mente dove abbiamo riposto i vari materiali, che dovranno necessariamente essere riposti ogni volta nel medesimo posto o contenitore

  

Una volta trasportata tutta l’attrezzatura sul nostro picchetto, la prima operazione sarà quella di sistemare nell’ordine il paniere e la pedana. Nel feeder questa operazione è facilitata, rispetto ad altre tecniche, in quanto non abbiamo la necessità di sistemarlo il più vicino possibile all’acqua, e quindi possiamo farlo in totale sicurezza. La pedana dovrà avere caratteristiche di stabilità ed essere più ampia possibile, la scelta quindi non poteva che ricadere sulla nuova pedana laterale Tubertini “TELE KOSS-LUIS”

  

Sistemiamo nell’ordine:

– Appoggia canne, dove andremo a posizionare le canne scelte per il tipo di gara che         affronteremo

– Guadino e Nassa

– Bacinelle porta esche e porta pastura

  

Provvediamo poi a sistemare le varie esche e la pastura, per la quale e consigliabile utilizzare appositi secchi con relativi coperchi, in modo da preservare la pastura stessa da elementi atomosferici, quali pioggia e sole, che modificherebbero la sua meccanica. Infine nella parte posteriore libera della pedana sistemiamo tutto il materiale necessario per le montature (ami, monofili, pasturatori ect.), ecco alcune foto in cui si può notare tale disposizione

  

Fondamentale l’uso di una bacinella da riempire con acqua del luogo in cui si pesca, che potrà essere usata sia per lavarsi le mani sia per testare i tempi di fuoriscita dal feeder dell’agglomerato in esso contenuto

 

Dobbiamo ora sistemare il feeder arm, sistemazione che dovrà tener conto dell’ambiente in cui si esercita l’azione di pesca, della presenza di corrente e delle condizioni atmosferiche. Una delle posizioni più usata e consigliata è sicuramente questa evidenziata nella foto che segue

 

 

Questo tipo di disposizione oltre a mantenere la giusta angolazione tra il quiver e la posizione del feeder in pesca, consente massima velocità e prontezza nella fase della ferrata e di poter effettuare, eventuali brevi recuperi del pasturatore in tutta comodità, rende inoltre più facile passare dall’appoggio su reggicanna all’appoggio su gamba

 

 

La regolazione in altezza della canna dipenderà naturalmente dalla presenza di forte corrente o forte vento, nel primo caso si adotterà la massima altezza, nel secondo al contrario si abbasserà quasi a sfiorare la superficie dell’acqua.

 Questo ed altro sulla pesca a Feeder potrai trovare sul sito

 http://www.tubertinifeeder.it/

 

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