CAMPIONATO ITALIANO INTERFORZE: I pescatori in divisa hanno il loro nuovo Campione Italiano

Ostellato, 15 e 16 maggio 2013.

Classifiche

Anche se guardando il cielo e il termometro non si direbbe, siamo ormai a maggio inoltrato e la stagione agonistica 2013 è in pieno svolgimento. Molti campionati sono già iniziati e qualcuno, come quello riservato alle Forze di Polizia, alle Forze Armate e ai Vigili del Fuoco, si è già concluso, assegnando il Titolo di Campione Italiano e la composizione di tre sesti della squadra che indosserà la maglia azzurra in occasione dei Campionati Europei del 2014, mentre i restanti tre posti a completamento verranno messi in palio in altre due gare nel prossimo mese di ottobre.

L’edizione 2013 del Campionato in questione si è svolta con la stessa formula del Campionato Europeo e cioè con due giornate di gare tecniche: il primo girono a “canne con mulinello”, compreso il ledgering, mentre la seconda giornata con tecnica a “canne fisse”, che poi si legge Roubasienne.

Il campo gara più adatto per un Campionato del genere non può che essere il Circondariale di Ostellato, un canale sempre molto tecnico, che premia le capacità migliori senza fare sconti e che si sta dimostrando perfetto anche per esaltare le caratteristiche della pesca con il feeder, dove il concorrente ha modo di impostare la sua gara per come meglio crede, spaziando dalle piccole plaquettes sotto riva, con cannine corte e sensibili, alle “grandi brune” da cercare oltre gli ottanta metri, con canne lunghe e potenti.

È proprio il caso di dire che ce n’è per tutti gusti, basta solo trovare il modo giusto per prendere più pesci degli altri, ma siccome non siamo nel lago di Tiberiade e non c’è il biondo protagonista della “pesca miracolosa” che ti dice dove buttare le reti, bisogna darsi da fare, provando tecniche e materiali nella ricerca della giusta impostazione.

Il giorno prima della gara, all’arrivo sul canale per le sessioni di prova, ci sono solo una ventina di persone e questo significa che la maggioranza dei concorrenti non è venuta perché ha già ben chiaro il da farsi, mentre io e pochi altri dobbiamo ancora decodificare il tutto……Speriamo bene, ma la vedo dura.

Dopo i saluti di rito ai presenti, inizia anche la nostra giornata di prove e una volta divisi i compiti cerchiamo di capire come impostare la gara dell’indomani.

Nel gruppo degli ultimi arrivati ci siamo noi di Siena e altri quattro di Firenze e siccome sono ormai trascorse le diatribe fra Guelfi e Ghibellini, abbiamo deciso di metterci tutti in fila per avere una risposta ancor più veritiera delle prove che andremo a fare.

Per quanto è stato possibile verificare, le pasture già utilizzate in passato e cioè la miscela di F1 e Kryll della Sonubaits, dava gli effetti sperati, così come anche l’innesco dei “cerini”, fermati da un bigattino vivo.

Per le distanze di pesca, ovviamente riferito alla tecnica del feeder fishing, invece ci sono stati molti più problemi nell’individuazione, poiché il pesce rispondeva decentemente un po’ su tutte le linee di pesca, a dimostrazione di una distribuzione ormai omogenea, dopo i raggruppamenti delle settimane scorse, in occasione della frega nunziale delle berme.

Mercoledì 15 maggio è la classica giornata maggiolina, con un bel sole che sin dal primo mattino rende gradevole il contesto, ma già sappiamo che purtroppo il giorno successivo non sarà la stessa cosa, non resta quindi che godercela oggi e per domani staremo a vedere.

Dopo le formalità del raduno e dei sorteggi, la carovana parte verso il tratto di canale compreso fra il km. 7 e il km. 8, luogo destinato ad accogliere i partecipanti al Campionato Italiano 2013, riservato alle Forze di Polizia, Armate e Vigili del Fuoco.

Quindici metri di picchetto sono lo spazio a disposizione di ogni concorrente.
Pochi secondi prima del segnale di inizio della pasturazione pesante, essendo una gara tecnica dove è consentita ogni tipo pesca al colpo con le canne a mulinello, con tutti gli annessi e connessi, decido di lanciare sulla linea dei 50 mt. un piombo libero di scorrere sulla lenza madre, al termine della quale ho agganciato il “marker” da segnalazione che, risalendo a galla sulla verticale esatta rispetto alla zavorra, mi darà il riferimento per pasturare con la fionda e contemporaneamente mi permetterà di conoscere la misura del fondo, contando a ritroso i giri del mulinello, fino al galleggiamento del segnalatore, manovra vietata nelle gare di ledgering, ma permessa nelle altre.

Al suono della sirena c’è chi pastura con la fionda sull’inglese, chi lo fa avvalendosi di grossi feeder, chi lo fa a mano, alla distanza raggiungibile con la sola forza delle braccia, mentre io lancio una quindicina di palle di sfarinato misto a della terra sul mio marker, per poi incrementare il brumeggio con caster e dei bigatti stirati, chiusi fra due tappi di pastura e lanciati con pasturatori di precisione come i Preston Dutch Master Bullet feeder da 30 gr.

Esattamente per come avevamo visto in prova, le linee di pesca sono molto diverse da picchetto a picchetto e vanno dai 15/20 mt. di minima agli iniziali 50 mt. di massima e dico iniziali poiché già dopo la prima ora di gara, sono stati molti quelli che come me hanno dovuto cercare il pesce dalla parte opposta del canale, mentre altri hanno trovato la loro pesca sui 25/30 mt. e li sono rimasti per tutta la gara.

Per pescare a oltre 80 mt. di distanza, lanciando pasturatori da 50/60 gr. e vedere bene anche le più insignificanti tocche del pesce non è cosa di poco conto, ma sono proprio queste le condizioni che fanno capire che nel ledgering, più che in altre tecniche, la canna è di fondamentale importanza.

Avere uno strumento che ti permette tali performance è sinonimo di risultato. Pescare a 80 mt. con la stessa facilità con la quale lo fai a 30 mt. significa dare la svolta a una gara che altrimenti non avresti mai potuto risolvere.

Oggi le canne che permettono questo ci sono e molte sono le aziende che le stanno producendo.

Io sto usando con successo, le Preston Dutch Master da 80 e 100 gr., due canne lunghe rispettivamente 13,2 e 13,8 ft. con le quali, nonostante la straordinaria potenza e precisione di lancio, riesci a percepire lo starnuto di un pesce che passa vicino alla lenza e governare catture di tutto rispetto anche pescando con finali da 0,10 e 0,12 mm.

Tornando alla gara, anche se le tecniche di pesca praticabili sono state diverse, quella che ha dato i risultati migliori e che ha portato gran parte dei piazzamenti è stata senza ombra di dubbio il feeder fishing, seppur pescando a distanze diverse, con inneschi diversi e con brumeggi diversi, tanto che ci sono stati dei settori vinti riempiendo i pasturatori con solo dei bigattini sfusi, altri vinti con sfarinati e bigattini stirati e altri ancora, come nel mio caso, vinti con una “ciliegia” di bigattini incollati messa in mezzo a due corposi tappi di pastura e lanciato a ridosso delle canne, dall’altra parte del canale, innescando un ciuffetto di morbidi “cerini” fermati da un bigattino, alternandoli talvolta a tre bigattini vivi appena appuntati su di un amo del 16.

La prima tornata di gara vede Giuseppe di Mauro, dei Parà di Siena, condurre la classifica provvisoria, seguito nell’ordine da Armando Piervincenzi della P. M. di Roma, da Francesco Cipolli della P.M. di Firenze, da Vito Benvenuti della P.M. di Siena e da me, ultimo dei primi, con 7620 punti.

Giovedì 16 maggio, come anticipato la giornata è quella delle peggiori occasioni: il cielo plumbeo scarica una fastidiosissima pioggia e le previsioni meteorologiche, che finora l’hanno azzeccata, segnalano venti forti di grecale fino a 35/40 km. orari…..roba da andare sul picchetto con una manciata di torpille in tasca a mo’ di zavorra.

Le due ore di preparazione sono appena sufficienti per montare le tre o quattro punte strettamente necessarie, dovendo poi dedicare gran parte del tempo alla messa in sicurezza e al riparo tutta l’attrezzatura.

Ombrelloni legati, borse e contenitori di pasture e bachi coperti dalla pioggia spinta dal vento, le punte della roubasienne sistemate in modo da non farle volar via…….insomma una di quelle giornate in cui viene da chiedersi se si soffre di più in una gara di pesca o in un incontro di pugilato.

La prima difficoltà arriva durante la pasturazione pesante, con l’ombrellone troppo basso per consentire una precisione accettabile lanciando le bocce di pastura.

Superato questo primo scoglio, subito ci si scontra con la direzione del vento che soffiando da destra verso sinistra, sposta la canna nella direzione opposta all’andamento della corrente, facendo così sobbalzare in continuazione il galleggiante, nonostante la punta della roubasienne sia sott’acqua.

La gara parte in sordina, con un periodo di stasi piuttosto lungo per poi, dopo un buon quarto d’ora, iniziare a registrare qua e la le prime catture e tanto per cambiare le prime a essere prese sono quelle alla mia destra e alla mia sinistra, solo dopo viene anche il mio turno e con una breme di tutto rispetto che mi risolleva il morale.

La gara prosegue con delle rare mangiate, che tra l’altro difficili da interpretare a causa delle onde e del vento che sommergono e spostano in continuazione il galleggiante, ma comunque i pesci si prendono, anche se con enormi difficoltà dovute all’ira di Eolo, che in fase di recupero a canna alta non permette di percepire bene la reazione del pesce e dosare quindi la giusta tensione, rischiando di strappare o di allentare troppo.

Guardando i miei vicini di picchetto mi rendo conto che sto comunque andando bene, anche se ho già strappato tre mostri, con una breme come un cerchione di una cinquecento (nuovo modello) che dopo avermi allungato tutto l’elastico, è saltata un metro fuori dall’acqua come fosse una trota e naturalmente, mentre saltava mi ha fatto anche il gesto dell’ombrello con la pinna, subito prima di salutarmi.

La pesca di questa seconda giornata, per quanto mi è dato sapere, è stata condotta perlopiù con galleggianti piuttosto pesanti, nell’ordine di 1,5-2 gr. con geometrie di lenza classiche da breme costruite con due pallini equidistanti, a 10 cm uno dall’altro e sopra a tarare il bulk, con finali di 20/25 cm. da 0,10 mm. e ami del n° 14/16.

Per quello che mi riguarda invece, ho iniziato la mia gara con un galleggiante da 1,5 gr., con finale da 0,9 mm. e un amo del n° 18, per poi passare a una lenza analoga, ma da 0,75 gr., subito dopo essermi accorto che la corrente sembrava più forte di quanto in realtà non fosse, ma solo a causa del vento che ne alterava la percezione.

La scelta si è rivelata azzeccata dato che, nonostante le “bestie” che mi hanno strappato, ho comunque fatto il secondo di settore, dietro a Federico Bello dei Carabinieri di Rovigo.

A pesatura conclusa, con un primo e un secondo al mio attivo, ero cosciente di non essere andato male, ma non mi aspettavo niente di che.

Sapevo di essere davanti ad Armando Piervincenzi, che era nel mio settore, sapevo che Vito Benvenuti aveva avuto dei problemi, ma non sapevo ancora i risultati degli altri due primi di ieri: Giuseppe Di Mauro e Francesco Cipolli, così come non avevo notizia di come fossero andati i cinque secondi di settore i quali, con un eventuale primo di oggi, avrebbero potuto insidiare la mia posizione.

Alla fine, dopo essere stato sulla graticola per un un’oretta circa, vedo Vito, Giuseppe e Marcellino venirmi incontro con la mano tesa e da lì ho capito che avevo ben difeso il Titolo di Campione Italiano di categoria del 2012, aggiudicandomi anche l’edizione 2013, con l’aggiunta di una ulteriore, enorme libidine nel sapere che oltre al Titolo individuale, la piccola e ora quanto mai maltrattata Siena, porta a casa anche il Titolo a squadre grazie al binomio storico Benvenuti-Corbelli.

È dal 1994 che io e il mio compagno di squadra Vito Benvenuti gareggiamo con la stessa maglia della P.M. di Siena e insieme ci siamo tolti delle belle soddisfazioni sportive, costruite grazie alla sola esperienza personale condivisa sempre a tutto tondo.

Per la seconda volta consecutiva portiamo a casa sia il Titolo individuale che quello a squadra. Un gran bel risultato non c’è che dire, ma tuttavia con il rimpianto di aver vinto ancora una volta, come nel 2010 e 2102, il Campionato Italiano a pari penalità, solo grazie alla differenza peso, lasciando l’amaro in bocca a degli amici altrettanto meritevoli e nei confronti dei quali nutro un sincero sentimento di stima.

Stefano Fornari nel 2010, Raffaele Izzo nel 2012 e Michele Venditto nel 2013, si sono classificati secondi con il mio stesso punteggio, penalizzati dal calcolo della differenza peso e io, come gran parte di chi fa gare, so bene quanto si rimanga male in tali circostanze e nonostante l’immensa gioia della vittoria, a livello personale non mi fa per niente piacere aver “fregato” degli amici sul traguardo solo per un colpo di vento.

La festa della premiazione si è svolta nel corso del pranzo conviviale che si è tenuto presso l’agriturismo “Borgo Tassone”, dove i concorrenti presenti hanno onorato i vincitori con tanti applausi e complimenti.

Il sottoscritto Marcello Corbelli è il Campione Italiano 2013, seguito al secondo posto, con pari penalità, da un bravissimo Michele Venditto della Polizia Penitenziaria e dal terzo classificato, Stefano Mosconi dei Vigili del Fuoco di Verona, pescatore di classe e personaggio dotato di una simpatia coinvolgente.

La classifica a squadre vede ancora sullo scalino più alto del podio la coppia senese della Polizia Municipale di Siena formata da Vito Benvenuti e Marcello Corbelli che replicano la vittoria dello scorso anno; al secondo posto si classifica la squadra dei Carabinieri di Rovigo, una new entry formata da Marco Fantauzzi e Federico Bello che hanno voluto far vedere subito di che pasta sono fatti; terza classificata è invece la squadra della Polizia Penitenziaria, una coppia davvero molto forte, con due elementi che non si scostano mai molto dalla testa delle classifiche e sto parlando di Raffaele Izzo e di Michele Venditto.

L’edizione 2013 del Campionato Italiano riservato ai pescatori delle Forze di Polizia, delle Forze Armate e dei Vigili del Fuoco, si chiude con l’arrivederci a Laterina, per le due gare che nomineranno gli altri tre componenti della Squadra Azzurra, ma prima di concludere mi corre l’obbligo di ringraziare la F.I.P.S.A.S., per il patrocinio e per il sostegno dell’iniziativa e parimenti voglio ringraziare il Giudice di Gara, Sig. Umberto Guidetti, persona molto disponibile e partecipativa, ma voglio ringraziare anche Marcello Mazzarella e Stefano Gramigni, rispettivamente Presidente e Segretario dell’Associazione organizzatrice: quelli che fanno il lavoro sporco e lasciano agli altri il piacere della partecipazione.

Un saluto a gli amici di Match Fishing da Marcello Corbelli

 


E dopo la puntuale cronaca dell’evento da parte di Marcello Corbelli abbiamo intervistato un altro protagonista Marco Fantauzzi che sul fotofinish ha agguantato la maglia della nazionale con la quale disputerà il mondiale di categoria in Ungheria.

 

Complimenti Marco una prestazione da applauso quella che hai sfoderato ad Ostellato in gara due ovvero quella dove pescavate con la roubaisienne….ce la vuoi raccontare?

Ciao Alessandro, ti ringrazio dei complimenti e sono molto contento perché riesco a fare una bella gara in una situazione climatica poco agevole, comunque è andata così.. il tratto di campo gara prescelto dall’organizzazione è stato quello compreso tra il km 7,5 – 8 di Ostellato vecchio e nella seconda prova del campionato
Italiano Interforze ho impostato la gara a 13 metri.

 

Bene condizioni difficili per via della pioggia forte e del vento ma in queste condizioni hai fatto una pasturazione iniziale particolare?

Nei 10 minuti di pasturazione pesante avevo preparato circa 15 palle di pastura con dei bigattini morti dentro che ho buttato a mano, poi durante la gara ho sempre scodellato ogni 15 minuti circa.

E la lenza?

Sono partito con una vela (NAVI) della Colmic da grammi 1,5 appoggiando il terminale da 25 centimetri filo del 10 mimitex amo del 18 B957, questo per metà gara, dopo sono passato ad un galleggiante Edy 4 x 14 amo sempre del 18 B957 anche se le condizioni andava a peggiorare e, continuavo a prendere brem di notevole taglia, l’acqua muoveva ma solo a causa del vento, quindi dal galleggiante alla cima della canna avevo circa 30 centimetri di filo, al fine di poter stare sempre sulla pastura, alla pesa portavo ben Kg. 9,480 facendo l’assoluto di giornata, stessa pescata faceva il mio collega e compagno di squadra BELLO Federico facendo così il seondo assoluto con quasi 8 Kg. di pesce.

Caspita complimenti un bel gioco di squadra….

Si e voglio citare anche chi non ha pescato ma che ha contribuito a rendere più agevole la pescata i così detti spondini sempre appartenenti alla mia società che ringrazio per quello che hanno fatto, CARITA’ Antonello e CAPPELLO Elso, che mi seguono sempre e in quella occasione sono stati dietro anche al mio compagno di squadra BELLO Federico.

Ma come avete concluso la due giorni di Ostellato?

Dopo le due prove i risultati raggiunti ci permettevano di arrivare 2° nella
classifica finale a squadre, io 4° assoluto e Bello Federico 6°
assoluto.

Un pensiero per qualcuno ?

Si certo vorrei ringraziare tutti gli organizzatori e partecipanti della manifestazione in oggetto, che a mio modo di vedere è riuscita alla grande, non dimenticando il pranzo presso l’agriturisno di Ostellato, grazie all’impegno degli organizzatori, ed un particolare abbraccio al mio collega di Siena Marcello MAZZARELLA, che si è
dimostrato una persona cordiale, gentile e tanti altri aggettivi che merita. Un saluto a tutti e un arrivederci alla prossima manifestazione.

Ma a premi come siamo andati?

Infatti, dimenticavo di dire che ho vinto anche un prosciutto crudo Toscano, mi hanno assicurato che è molto buono, quindi lo magerò insieme ai ragazzi della società di cui faccio parte la A.S.D. Futura 2000 Colmic di Villanova del Ghebbo (RO).

Bene Marco allora un grande in bocca al lupo per i prossimi eventi sportivi.

Crepi il lupo e a presto Alessandro.

 

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