Campionato Italiano dei Vigili Urbani: il romagnolo Ezio Fantini tricolore per la seconda volta
“Caron non ti crucciare: vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, e più non dimandare. Quinci fuor quete le lanose gote al nocchier de la livida palude, che ‘ntorno a li occhi avea di fiamme rote.
Non è per megalomania che ho scomodato il “Poeta Divino”, come proscenio di questo servizio, ma perché trovo il noto sonetto del terzo canto particolarmente eloquente e descrittivo, riguardo a quanto avvenuto in occasione delle due prove del Campionato dominato dal fortissimo Ezio Fantini.
Il modo garbato e nello stesso tempo perentorio, con il quale Virgilio mette a tacere “Caron dimonio, con occhi di bragia”, dicendogli che: “chi può, fa quello che vuole”; è del tutto simile al metodo usato dal coriaceo alfiere romagnolo, il quale ha garbatamente fatto capire ai suoi avversari che……….quando si fa sul serio, non ce n’è per nessuno….. e visti i risultati, pare proprio che sia vero.
Classifica campionato Italiano ASPMI
Ora però lasciamo da parte la nostra “Lectura Dantis” e veniamo alla cronaca delle gare.
L’organizzazione del Campionato a cura del G. S. della Polizia Municipale di Roma, nella persona del factotum Giuseppe Ercolani (per tutti Pino), coadiuvato dall’inseparabile “Mano Amara”, al secolo Maurizio Guglielman, aveva previsto il Tevere a Umbertide come teatro dell’evento e più precisamente nelle zone di Carpina Alta e Carpina Bassa, per la gara tecnica con canne fisse e roubasienne, mentre il giorno successivo, in occasione della prova tecnica con canne a mulinello e feeder, le zone prescelte avrebbero dovuto essere le Schioppe e il Trivellino.
Purtroppo però il buon Pino, forse troppo preso dal tanto daffare, deve essersi dimenticato di dare un colpo di telefono a Zeus per mettersi un po’ d’accordo sulle condizioni meteorologiche, tanto che la pioggia dei giorni, o per meglio dire mesi precedenti, ha reso il Tevere impraticabile, costringendo gli organizzatori a spostare la manifestazione nei laghi di Faldo, individuati per l’occasione come campo di riserva.
L’impianto sportivo della FIPSAS di Perugia è bellissimo e gestito in maniera encomiabile dai volontari della locale Sezione Provinciale; offre tantissimo pesce, forze troppo ed è di una comodità difficilmente riscontrabile altrove……….ma non è il Tevere e questo ha tolto molto fascino all’iniziativa, lasciando un po’ l’amaro in bocca ai molti puristi della pesca, già in preda a quell’ansia commossa di Arbertalleriana memoria, che solo un contesto ambientale come Umbertide, il Tevere e i suoi cavedani sanno trasmettere.
Comunque sia, alle 7,00 del primo giorno di gare, dovendo fare di necessità virtù, l’intero carrozzone si è spostato ai laghi di Faldo dove il Campionato ha avuto inizio, partendo con la prova a canne fisse e roubasienne.
Le notizie raccolte da chi come me non aveva mai pescato in gara nei laghi di Faldo, erano tutte improntate alla classica pesca a galla, da fare con lenze leggere, da 4×10 – 4×12, armate con finali da 0,08 a 0,10 mm. e ami del n° 18 – 20, da variare durante il corso della gara, in base all’andamento della stessa, che avrebbe dovuto essere basata sull’abbondante numero dei carassi, pronti a salire in superficie già con la prima fiondata di bigattini e da qualche carpa, tranquillamente salpabile anche con terminali del n° 0,10 ed elastici da 0,9 mm. e in effetti, con le prove del giorno precedente, le informazioni assunte in merito venivano confermate dall’evidente frenesia alimentare di una nuvola di carassi a pelo d’acqua, indotta dai bigattini lanciati a fionda.
Io e il mio compagno di squadra Vito Benvenuti, abbiamo deciso di impostare la gara a galla, sulla distanza dei dieci metri di canna e per come stabilito, al segnale d’inizio anziché mettere la lenza in acqua, lanceremo due o tre piccole scodelline di bigattini a fionda, per guadagnare qualche secondo sul richiamo del pesce che, stimolato dal brumeggio, salirà in superfice.
Tutto procede come da copione e fin da subito inizia un continuo vai e vieni con la roubasienne, carica a ogni giro di un carassio sui 150 gr. di media….un vero e proprio lavoro a cottimo che, perlomeno per quanto mi riguarda, stava dando l’effetto sperato, ma di contro non mi permetteva di tenere sott’occhio gli altri.
A fine gara so di avere in nassa una buona sessantina di carassi, che quantifico a occhio in circa 10/11 kg. ma le mie velleità sfumano subito, quando giunge notizia dei 33 kg. e passa di carpe, portate alla bilancia dal fantasmagorico Ezio Fantini il quale ha pescato a due metri da riva, con lenze adeguate alla mole del pesce a alla velocità d’esecuzione. Una strategia perfetta che gli ha permesso di doppiare il secondo classificato e triplicare gli altri.
Giusto per la cronaca, i miei 12,420 kg. di carassini sono stati buoni solo per un mesto sesto piazzamento.
Ma se la mia è stata una sonora sconfitta, dettata dalla conoscenza pressoché nulla della pesca “stile carpodromo”, altrettanto non si può dire di Vito Benvenuti, che con (udite, udite) oltre 16 kg. di carassi, sempre presi a galla, ha combattuto come un leone fino in fondo, in un avvincente testa a testa a tre, in mezzo a uno stratosferico Francesco Cipolli di Firenze e all’altrettanto ostico Guido Ghisalberti di Milano.
Dei tre l’ha spuntata di misura il Cipoli, con i complimenti del Benvenuti, il quale deve accontentarsi di un comunque onorevole secondo di settore, al pari dell’altro senese Rossano Becatti, un vero rapace avvezzo a certi tipi di pesca, che con la sola punta di due pezzi (vetta e sottovetta) della roubasienne, ha sbarbato dall’acqua più di 21 kg. di carpe, ma che lo hanno comunque costretto a guardare da dietro Vincenzo Scali di Milano, vincitore del suo settore con 27 kg. e spiccioli di pescato.
Anche il parmense Aldo Bizzarri, colonna storica del movimento, vince il suo settore grazie alla conoscenza della pesca alla “pecca”, sinonimo della ratto-pesca, ma con un peso decisamente più ragionevole, che ferma l’ago della bilancia sui 15 kg., lasciando la seconda posizione a un’altra figura importante come Pino Ercolani.
Il parziale del Campionato vede in testa Ezio Fantini di Riccione, seguito da Vincenzo Scali di Milano, da Francesco Cipolli di Firenze e da Aldo Bizzarri di Parma.
La prova tecnica della giornata successiva, prevede l’utilizzo di canne munite di mulinello e una distanza minima di pesca a 13 metri. Questo significa che la totalità dei concorrenti affida le proprie sorti alla pesca a ledgering con un pasturatore leggero, carico di bigattini appena incollati, tanto da potersi disgregare durante la discesa lungo la colonna d’acqua, poiché le stesse carpe che ieri hanno mangiato sul fondo, vicino a riva, quest’oggi si nutrono in calata al centro lago.
I pesi di fine gara, nella media, appaiono subito un po’ ridotti rispetto al giorno precedente, ma la notizia che importante è data dall’incertezza del risultato finale che sta crescendo, mano a mano che le operazioni di pesatura procedono, a causa dei piazzamenti che sembrano proprio la fotocopia del giorno precedente, ad eccezione di uno dei quattro settori in gara, che è cambiato a favore del forte Armando Piervincenzi, che vince il suo settore, mentre Vincenzo Scali, penalizzato da un settimo piazzamento, perde ogni velleità di successo.
Alla termine di un calcolo decisamente più avvincente del previsto, si hanno ben tre concorrenti che vincono per la seconda volta i loro settore rispettivi settori: Ezio Fantini, Francesco Cipolli e Aldo Bizzarri, chiudendo il Campionato con due sole penalità ciascuno….una prestazione di eccellente livello qualitativo, degna dei nomi più in vista dell’intero circuito agonistico internazionale.
Tuttavia com’è noto, alla fine la dura legge dello sport vuole il suo campione e anche se a parer mio, nel caso specifico, questo principio non toglie niente al valore dei tre vincitori, uno dovrà comunque salire sul gradino più alto del podio, lasciando agli altri due il gusto un po’ aspro del secondo e terzo piazzamento.
Alla fine dei conteggi, grazie alla notevole differenza peso, Ezio Fantini vince l’edizione 2013 del Campionato Italiano A.S.P.M.I. (Associazione Sportiva Polizie Municipali Italiane); in ossequio al medesimo criterio, Francesco Cipolli è Vice Campione e Aldo Bizzarri è il terzo assoluto.
Riguardo invece la classifica a squadre, i dominatori del Campionato sono i due “pizzardoni” romani: Armando Piervincenzi e Pino Ercolani; seguiti a ruota dai parmensi Omar Zantei e Enrico Alvarez e dai terzi, i riccionesi Ezio Fantini e Claudio Bucci.
Oltre ai concorrenti ufficiali del Campionati Italiano A.S.P.M.I., come è ormai consuetudine, ci sono anche altre persone che fanno a tutti gli effetti parte del gruppo e che gareggiano come stopper, in una classifica a parte.
Questi amici meritano un ringraziamento particolare, perché la loro presenza è priva di scopi diversi dal semplice piacere di stare insieme e quindi, un grande grazie a: Patrizio Longo, il primo classificato; a Piero Zanobini, secondo classificato; a Maurizio Guglielman, il mitico Mano Amara, terzo classificato; a Andrea Balduini, quarto classificato; a Mario Elefanti, quinto classificato; grazie anche a Claudio Carresi il quale, nonostante l’attaccamento, purtroppo non è potuto essere presente.
Riguardo la classifica degli stopper, mi preme fare un doveroso inciso poiché per la prima volta abbiamo fatto il battesimo della roubasienne a Patrizio Longo, un feeder man puro, il quale ha però dichiarato che la nuova pesca gli è proprio piaciuta………Occhio Patrizio, non prenderci il vizio……
Dato però che mi è scappata la rima, per la verità di livello vergognosamente basso, a questo punto ne aggiungo un’altra, richiesta a furor di popolo ed espressamente coniata per la superba prestazione di Francesco Cipolli, il quale a sculacciato per due giorni consecutivi Vito Benvenuti, uno degli elementi più forti del nostro circuito ed è per questo che “sembrerebbero” circolare voci di corridoio del tipo:
“Col Cipolli nel picchetto, gli altri posson stare a letto, ma se poi l’hai nel settore, allora….raccomandati al Signore”………..
Nella piena consapevolezza che, con questa puttanata intergalattica, mi sono rovinato per sempre la già precaria reputazione come cronista, saluto ugualmente tutti gli amici di Match Fishing.
Marcello Corbelli