INTERVISTA A MICHELE NARO DOPO LA 2^ PROVA DEL CAMPIONATO ITALIANO INDIVIDUALE
Tra i protagonisti della seconda prova del Campionato Italiano Individuale di Pesca al Colpo, disputata domenica scorsa alle Chiatte, sul Canal Bianco, troviamo Michele Naro, agonista di punta della Minerva RossoBlù Team Bazza. Michele viaggia a punteggio pieno, avendo conseguito due vittorie nelle due gare sin qui disputate, ed attualmente è al quarto posto della graduatoria provvisoria. Sentiamo dalle sue parole alcune considerazioni sulla gara di domenica e sul campo di gara.
Michele, torni da Adria a punteggio pieno e sei lì, tra i migliori, con le carte in regola per una bella finale ad Umbertide. Raccontami la tua gara di domenica…
“Innanzitutto parto dicendoti che, come molti altri, ero ad Adria da venerdì mattina per prepararmi al meglio. Purtroppo un incidente domestico mi aveva procurato un taglio in una mano e così non ho disputato la garetta di prova del venerdì per non peggiorare la situazione. Al mio posto venerdì ha pescato il mio compagno di squadra Massimo Tortonesi, che mi ha accompagnato in questo week end ed è stata una spalla validissima. Questa pausa forzata mi è servita per farmi una migliore opinione sul campo gara e sul comportamento dei pesci in questi giorni. Osservando dalla sponda si possono notare molte cose e spesso ci si fa un’idea migliore rispetto al disputare la gara di prova. Massimo è stato molto bravo e, nonostante gli abbia fatto fare molte prove differenti, ha conseguito un bel risultato.”
Vuoi raccontarmi cos’hai potuto osservare “da fuori”…
“Una delle cose che è parsa subito chiara che avevamo di fronte un campo gara molto differente, come pescosità, rispetto a quello di un paio di mesi orsono, quando vi sono state disputate alcune gare molto importanti. Le breme sono molto più diffidenti o spaventate ed entrano in pastura con grande difficoltà. Probabilmente dipende anche dalla velocità dell’acqua, che non è stata ai livelli di altre occasioni, così come le maree hanno dato minori sbalzi di livello. In più credo sia in corso la frega dei siluri, ed anche il loro comportamento sicuramente disturba le breme. Fatto sta che la pesca è stata molto difficile, ed erano da prendere in considerazione diverse alternative.”
Quali?
“Ormai è risaputo che quando le breme latitano sulla 13 metri, si possono tentare le carte della pesca a 5-6 pezzi sempre per le breme o, ancora più corti, alle carpe o ai siluri, attirandoli in zona con i bigattini in colla o addirittura liberi, se la velocità lo consente. Sono scelte che si fanno in corso di gara, in relazione soprattutto al picchetto avuto in sorte.”
In quest’occasione si sono visti diversi muggini…
“Si, qui ad Adria ce ne sono di grossissimi, anche tre chili, ma non so dirti se esista un sistema particolare per insidiarli. Personalmente, in tutte le gara che ho disputato qui negli ultimi due anni, non ne ho mai attaccato uno…”
Mi hai detto delle varie alternative che ci sono qui alle Chiatte. Tu le hai provate tutte domenica, per vincere?
“Venerdì Massimo, nella garetta, e sabato io nella prova, avevamo messo a punto le differenti opportunità che ti ho accennato. Domenica, però, ho pescato prevalentemente sulla linea della 13 metri, poiché più corto, da 4 a 6 pezzi di canna, avevo poca profondità, con un fondale molto sconnesso e con dei dislivelli troppo marcati che non mi permettevano di eseguire una buona azione di pesca e, soprattutto, di pasturazione. Mi sono concentrato quindi, prevalentemente sulla pasturazione precisa a 13 metri, con pastura e terra all’inizio e prevalentemente pongo con fouillis durante la gara, dato con grande regolarità, a scodella, sotto punta
Paliamo un attimo dei materiali che hai impiegato in questo week end ad Adria…
“Ad Adria non occorre una ampia gamma di materiali, piuttosto ne occorre una buona quantità e di ottima qualità. Parlando di terre e pasture io ho usato della GOLD K1 Team Bazza, un mix di ingredienti specifico per le breme che ci sta dando ottimi risultati già dallo scorso anno, su tutti i campi gara dove sono presenti questi pesci, e della Terre de Somme Noir Team Bazza, un prodotto molto versatile e fondamentale per usare il fouillis al meglio.
Le lenze le ho preparate con il monofilo New Trax nei diametri dallo 0.14 allo 0.20 a seconda dell’impiego a cui erano destinate, visto che oltre alle classiche montature per le breme ero pronto anche con lenze destinate ad impegni più gravosi, con i siluretti o le carpe, sulla pesca corta. Gli ami per le breme sono i collaudatissimi K1 della Nakamura e i K2, sempre del marchio giapponese, per le pesche più aggressive. Come galleggianti, oltre alle nuove piastre MISTRAL, con Massimo abbiamo provato due modelli della nuovissima gamma LASER del Team Bazza, due prodotti molto interessanti caratterizzati da una perfetta incisione sul corpo entro cui scorre il monofilo della lenza che consente un miglior controllo dell’esca e preserva l’integrità del galleggiante stesso. Tra l’altro, vista la velocità della corrente, in alcuni momenti veramente bassa, ho catturato alcune breme proprio con il modello da tre grammi della LASER 1, che ha avuto così un ottimo battesimo del fuoco!”
LASER 1 TEAM BAZZA
LASER 2 TEAM BAZZA
Dalle tue parole, Michele, mi sembra di capire che è stata una gara un po’anomala rispetto agli standard del Canal Bianco qui alle Chiatte, almeno come tipologia di pesca…
“Sotto certi aspetti si, ma credo si debba pensare alla pesca alle breme come a qualcosa che ci riserva sempre delle sorprese, delle situazioni che sembrano contraddirsi e che fanno parte di questa tipologia di pesca. A questo proposito voglio raccontarti un particolare della mia gara di domenica: con un acqua mediamente lenta come quella che abbiamo avuto in questi giorni, le due breme più grosse che ho catturato le ho ingannate con una piastra da 30 grammi, in condizioni che ne richiedevano al massimo 6/8. Una da 7/800 grammi ed una che sfiorava i 1.500!
Mi era tornato alla memoria un aneddoto raccontatomi da uno dei grandissimi di questo sport, Giampiero Barbetta, che per me è stato veramente un punto di riferimento, che mi una volta mi raccontò di una gara, in Olanda, dove stava pescando con una lenza da 1.5 grammi in un canale dalla corrente lentissima. La pescata era molto avara, con qualche bremettina da poche decine di grammi; al suo fianco, un olandese, ad un certo punto cambiò punta e si mise a pescare con un ovetto da almeno 6/8 grammi ed in mezz’ora infilò 3 pescioni da chilo che lo fecero stravincere. Secondo Giampiero, in quell’occasione, non fu questione di semplice fortuna, ma di una conoscenza approfondita del comportamento di questi pesci, che ci sembrano essere imprevedibili. Mi sono ricordato di questa storia, domenica, e mi ha portato dei frutti.”
Permettimi di osservare, Michele, che come è difficile pescare con lenze leggere in condizioni di acque veloci, lo è altrettanto manovrare correttamente una piastra da 30 grammi in acque lente…
“Osservazione esatta. Potrebbe sembrare ovvia l’azione da fare in queste condizioni ma non è così, occorre un galleggiante che lavori correttamente, perfettamente tarato e ben conosciuto da chi lo manovra, con una geometria della lenza ben calibrata rispetto all’esatta profondità che abbiamo di fronte.”
Insomma, non si improvvisa nulla, soprattutto in competizione…
“Si può improvvisare, rispetto alle congetture fatte in partenza, adattandosi alle situazioni che si vengono a creare, ma sempre come frutto delle esperienze fatte in pesca, in precedenza. Questo, secondo me, è il vero segreto della pesca agonistica, quelle che io chiamo “… le ore di volo…”.
LASER 1, LASER 2 e LASER 3 TEAM BAZZA
Escono in questi giorni alcuni nuovi modelli di galleggianti a marchio Team Bazza, la gamma LASER.
Questi segnalatori si contraddistinguono per la profonda e perfetta incisione verticale lungo il corpo in poliuretano, entro la quale scorre il monofilo della madre lenza.
Questa soluzione, evoluzione dei galleggianti a filo interno, rende il montaggio ulteriormente più semplice mentre il corpo del galleggiante non risente assolutamente degli spostamenti sul monofilo per variare la profondità a cui presentare l’esca.
La scelta di realizzare il corpo in un materiale sintetico come il poliuretano offre due innegabili vantaggi: l’assoluta costanza di portata del segnalatore, considerata la densità sempre identica del materiale di partenza, e la totale impermeabilità anche dopo svariate ore d’uso.
Le derive sono in fibra di carbonio o di vetro di differenti spessori, mentre la gamma delle antenne è varia a seconda dell’impiego a cui sono destinati.
La cosmetica, anche in questo caso, riporta sempre i colori Rosso e Blù della Casa di Lavino di Mezzo.
LASER 1
Galleggiante tecnico, per pesche in acque profonde e fluenti, dove è richiesta ottima sensibilità.
Il corpo a goccia è in poliuretano, la deriva in fibre di carbonio e l’antenna in fibra di vetro verniciata.
Disponibile nelle misure da g. 3 – 4 – 6 – 8
IL TAGLIO SUL CORPO DEL LASER1
LASER2
LASER 2
Galleggiante che coniuga molto bene qualità dell’azione, robustezza e perfetta visibilità in ogni occasione, caratteristiche indispensabili in campi di gara come Pisa o similari.
Il corpo a goccia, molto compatto, è in poliuretano, la deriva è passante, in fibra di vetro, e l’antenna è cava, innestata sulla deriva, ed estremamente luminosa.
Disponibile nelle misure da g. 4 – 6 – 8 – 10 – 12 – 15 – 20
LASER3
LASER 3
Modello di piccole dimensioni, destinato alla pesca in carpodromo o in competizione con pochi segmenti di canna. Abbina molto bene le caratteristiche di robustezza e visibilità.
Corpo in poliuretano, deriva passante in fibra di vetro, antenna cava high visibility innestata sulla deriva.
Disponibile nelle misure da g. 0.10 – 0.20 – 0.30 – 0.50 – 0.75 – 1