ATTENTI A QUEI DUE: IL PESCAPRESTIGIATORE DI ALBORELLE

Dopo innumerevoli duelli Alessandro Scarponi e Luca Caslini approfittando delle lunghe giornate estive decidono di dedicare un’ora del dopo lavoro all’ennesima sfida “matchfishinicida”.

Alessandro sostiene di essere stato un’alborellista serio e Luca dice di essere anche lui un buon catturatore di questi argentei pesciolini… chi avrà ragione?

Inutile dire che la sfida si è svolta spesso sul filo della regolarità, come sempre accade in queste sfide tra amici.

L’appuntamento è stato fissato per una sera di luglio al Club Pesca Sport Savio di Gualdo di Roncofreddo, per l’occasione in mezzo ai due sfidanti si è piazzato il babbo di Luca, Valerio, che ha fatto da sfidante, giudice, controllore, badante e chi più ne ha più ne metta.

Ma sarà riuscito a controllare bene i concorrenti?

Ovviamente alla fine vincitori e vinti danno versioni completamente opposte, chissà chi avrà detto il vero…

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LA VERSIONE DI LUCA CASLINI

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Ormai  le vittorie nei confronti del povero Alessandro non si contano più.

Vincere contro di lui è sempre un piacere ma ogni tanto temo che possa stancarsi di perdere sempre.

Così, visto che dice di essere stato un’alborellista coi fiocchi, decido di sfidarlo proprio nella sua specialità, chissà se almeno stavolta riuscirò a farlo contento e vederlo vittorioso.

L’appuntamento è fissato per una sera dopo il lavoro in un laghetto vicino casa, dall’amico Franco Rossi, un carpo dromo che però è molto ricco degli argentei pesciolini.

Non sono molto attrezzato per questo tipo di pesca poiché possiedo solo una due metri ed una due e mezzo(che per l’occasione ho dato a mio padre).

Chiedo così ad Alessandro (che dice di essere molto ben attrezzato) di portare due canne uguali per rendere la sfida più equa.

Alessandro si presenta all’appuntamento in largo anticipo e prepara una rastrelliera piena di canne doppie, da un metro fino a tre metri.

“Le tue canne sono laggiù, sono già montate” mi dice.

Vado sul mio picchetto e trovo una dieci metri ed una undici metri montate con dei galleggianti a vela da 20 grammi… il solito disonesto.

Non mi abbatto, monto l’unica canna disponibile e vedo che il mio avversario nel frattempo cattura già dei pesci… alla mia obiezione risponde che sta solo provando il galleggiante.

Pronti via! Prima cosa controllo la nassa del mio avversario convinto che quei pesci di prova siano lì dentro e…. incredibile! Non ha imbrogliato! La nassa era vuota!

Forse si sente talmente sicuro di sé in questa pesca che… mi tocca impegnarmi allo spasmo.

Quella che doveva essere una gara di un paio d’ore alla fine causa ritardi vari finisce dopo poco più di un’ora.

Il regolamento prevedeva cinque punti al pesce ed uno al grammo.

La bilancia di Alessandro si ferma a 1.320 grammi con 299 pesci per un totale di 2815 punti.

Siamo alla mia pesata… la bilancia dice 2.950 grammi… Alessandro è dubbioso e così spinto da un impeto di onestà gli consiglio di rifare la pesatura togliendo la tara.

La nuova pesata è di 2315 grammi e alla conta i pesci risultano 485 per un totale di 4740 punti.

Alessandro è sempre più dubbioso, si sente come il generale Cadorna a Caporetto e sostiene la tesi di un fantomatico broglio.

Ovviamente da parte mia non trova nessuna confessione (anche se mi rendo conto di avere un pochino esagerato stavolta hihihihi) e la sfida finisce per l’ennesima con la mia vittoria e la notte insonne di Alessandro cercando di capire come si possano catturare più di 400 alborelle all’ora.

Vabbè Alessandro, non te la prendere, la prossima volta ti sfiderò  nella tecnica dove sei davvero imbattibile. L’appuntamento è fissato in…. Trattoria!

 

LA VERSIONE DI ALESSANDRO SCARPONI

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Sapevo di essere bravino a fare l’alborella perché i miei inizi di garista sono coincisi proprio quando in Italia era la pesca a senso unico.

Ad Ostellato oggi si pescano breme e carassi ma un tempo erano solo alborelle e ce n’erano una quantità industriale tale che era impossibile vincere con altri pesci.

Erano i tempi degli anni 70 quando Roberto Trabucco militava con la gloriosa Pesca Sport Forlì e i vertici delle classifiche  riportavano sempre nomi romagnoli come Balella, Galletti, Botti, Preda, Rocchi, Tazzari e altri ancora.

Quelli non erano uomini vestiti da pescatori erano semplicemente macchine da pesce e in tre ore riuscivano a sapere quante alborelle avevano catturato e addirittura qualcuno riusciva a tenere il conto anche di quelle del vicino.

Allora qualcuno macinava fino a 1200 alborelle in tre ore e in gara non era possibile nessuna distrazione.

Ricordo una sfida tra due fortissimi pescatori di Forlì dei quali però non ricordo più il nome che arrivarono a fare 1198 alborelle uno e 1196 l’altro.

Insomma una scuola di pesca che ha visto per un decennio la scuola romagnola primeggiare in campo nazionale.

E mentre tornavo a casa da pesca in auto con Luca gli raccontavo la storia della pesca all’alborella, proprio come farebbe un nonno con un nipotino, e siccome sono un romagnolo di Cesena mentre lui è un lombardo di Giussano le distanze tra me e lui sono abissali visto che per fare questa pesca servono i fondamentali che, o li hai fin da bambino o nessuno te li può più dare.

Fondamentali che ti entrano dentro dopo anni di gare e cultura della pesca all’alborella e bla bla bla bla……….

L: “Senti Scarsoni, falla poco lunga e dimmi quando posso sfidarti con le cannine”

A: “maremma che affronto” l’allievo che sfida il maestro, nessun problema , martedì esco prima dall’ufficio e ti sfido al lago con due canne simili per essere alla pari”

L: “va bene portami qualche canna perché io sono a corto sai è una pesca che non ho mai fatto e quindi non ho l’arsenale di cannini come te”

Arrivato a casa vado nella mia stanza deposito roba da pesca dove sulla porta ci sono appesi due cartelli: vietato l’ingresso agli estranei e alla moglie, se non altro per evitare che ogni volta che entra si finisce per litigare di brutto.

Trovo in un vecchio fodero le mie cannine chiuse al buio da un paio di decenni le quali avranno detto…è finito l’ergastolo…libertà.

E infatti le apro una ad una dalla 1,50 alla 4,50 e le trovo come le avevo lasciate anni fa e i ricordi affiorano velocemente.

Ancora attaccate ci sono le lenze con galleggianti da 4x 10 e ami serie 5713 del 24 che ancora oggi farebbero una grande figura.

Recupero anche la pastura da alborella, almeno quella è recente e carico tutto in auto per la sfida del giorno dopo.

L’appuntamento è per le ore 17 al lago e io faccio di tutto per arrivare in tempo, rischio anche un paio di autovelox perché so che il Luca solitamente arriva in orario e non mi va di farlo aspettare.

La prima fregatura la piglio al lago dove del Luca non si vede nessuna traccia, aspetto impaziente e finalmente dopo mezz’ora e di sollecitazioni telefoniche arriva sparato con l’auto tanto da sollevare una nube tossica di polvere che  ucciderebbe un cristiano.

Lui sorride mentre io sono nervoso e così visto che è tardi si decide di stringere la gara ad un’ora soltanto.

Gli offro le mie canne, che rifiuta, e inizia a sistemarsi con lo sgabello e vari secchi attorno. Prima di iniziare viene a controllare la mia nassa per accertarsi che io non l’avessi già omaggiata di qualche decina di alborelle, cosa che io non farei mai per ragioni di età, etica e per non mancare di rispetto ad un amico.

Il papà di Luca lo mettiamo in mezzo e siccome è un omone notevole la sua presenza tra me e il Luca mi impedisce di badare il furbastro di Giussano.

Lo abbandono sicuro di fare una passeggiata e infatti così è.

Il proprietario del lago è presente e commenta spesso l’andamento della pescata: “Luca ma sto Scarponi ci sa fare, 7, 8, 9, 10, Luca ne ha dieci e te sei ancora a cinque. Madonna che spettacolo, Scarponi sei una macchina da guerra, allora non sei solo bravo a scrivere sui giornali ma ci sai fare anche con la pesca”.

Dentro me non sapevo se si erano messi d’accordo per sfottermi un po’ o se diceva la verità. mah

Convinto di essere davanti alla grande e lo sono stato per tutta la gara, vedo che Luca si ferma per ingrovigliamento totale della lenza, come si può ingrovigliare una lenza da alborella mah, e dopo un po’ lo vedo andare nell’auto a prendere una lenza di scorta poi si mette a pescare sotto i piedi mentre io continuavo a pescare con la mia canna da 1,60.

Con una punta da canna fissa ha realizzato una cannina da 80 cm e pesca attaccato alla riva, incredibile. ma la gara sta per finire e così inizia la pesata finale.

E’ in quella occasione che ho potuto vedere la nascita di una nuova figura: il pescaprestigiatore.

Come smazza le alborelle Luca non le smazza nessuno, è vero che dal lunedì al venerdì maneggia e sfoglia banconote in banca e ha molta dimestichezza con le dita ma che riuscisse a sfogliare anche le alborelle non l’avevo mai visto fare a nessuno.

In un attimo, conteggia a gruppi di cinque e siccome mi ha fregato una volta a Migliarino quando contava le plaquettine …diceva cinque mentre in mano in realtà ne aveva sei o sette, cercavo di stare molto attento e devo dire che la sua velocità è terrificante e alla fine me ne conta 299.

Arriviamo alla sua pescata, non ha nassa ma un mastello nero grande , che un po’ mi insospettisce, ma …mi dico tra me e me, non vorrai mica che li dentro avesse delle alborelle, impossibile.

Impossibile perché il mattino era al mare con la famiglia e non poteva fregarmi andando a pescare le alborelle, addirittura complice il suo papà no non  lo voglio credere.

Però c’è il buco nero di mezz’ora del ritardo, stai a vedere che ha fatto rifornimento da qualche altra parte. Mah come diceva qualcuno …a pensar male si fa peccato ma spesso ci si prende.

Insomma alla fine ne conta 485 e io rimango per una attimo serio e senza parole.

Avete presente un pugno a freddo sul mento? ecco ….la stessa cosa. Mi dico, ma come è possibile, non può essere, sapevo della sua innata indole a fregarmi ma se l’avesse fatto me ne sarei accorto e invece, noooooooooooo, non è possibile, io che macinavo 10 alborelle e lui arrancava a 5, insomma una débâcle.

La fregatura c’è, eccome se c’è, ma vi giuro non me ne sono accorto, ecco il pescaprestigiatore ha colpito ancora.

Mi rifiuto di dargli la mano, non gli posso riconoscere la vittoria, voglio una rivincita con 10 telecamere accese puntate tutte su di lui per vedere come riesce a fregarmi.

L: “ma quale fregatura io le ho pescate con la canna corta e tu pescavi lungo”

A: “Ma quale lungo pirla, pescavo con la 1,60 mentre te hai pescato con la punta solo l’ultima mezz’ora, e poi ho i testimoni che ti stavo stracciando quindi non è possibile. La sfida è annullata per ruberie sfacciate”.

Anche il papà di Luca dice che gli sembra strano che suo figlio possa fare tutto quel pesce perché la peschetta non l’ha mai fatta.

Chiudo baracca e burattini e me ne torno a casa ingrugnito per essere caduto ancora nella sua trappola perché sono convinto che la fregatura ci sia stata. Come può uno che non ha mai fatto l’alborella farne 485 in un’ora circa? impossibile!

Sicuramente la sfida deve continuare per far emergere chi comanda tra i due e la prossima volta ci dovranno essere dei giurini contapesci per certificare la pescata, ma quelli dovrò trovarli io e che siano svegli perché il Luca sarebbe capace di imbrogliare pure loro.

La moltiplicazione dei pesci nella storia era riuscita solo 2000 anni fa ad una persona divenuta poi santo ma se qualcuno si accorgesse di questa capacità del Luca va a finire che tra duemila anni ce lo troviamo nei libri di storia.

Alla prossima.

LE IMMAGINI DELLA SFIDA

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sfida 3 (FILEminimizer)

sfida 2 (FILEminimizer)

sfida 1 (FILEminimizer)

ale pesci (FILEminimizer)

luca pesci (FILEminimizer)

luca vittoria (FILEminimizer)

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