Ostellato a LEDGERING con Maurizio SETTI e Marco MANNI

Fra i tanti proverbi dei quali è ricca la fantasiosa cultura contadina toscana, ne esiste uno che proprio in questi giorni ci riguarda da vicino e che recita: “Se piove per il terzo aprilante, è quaranta giorni durante” e dalle mie parti, si presta molta attenzione a questa massima, perché è ormai consolidato che il predetto si verifica puntualmente.

Ecco perché, quando ci siamo sentiti con Maurizio Setti e con Marco Manni per organizzare un’uscita di pesca insieme, essendo nel bel mezzo del “terzo aprilante”, abbiamo prima consultato attentamente le previsioni meteo e poi, una volta stabilito che sarebbe piovuto, al grido di “Chi ha paura ‘un va’ alla guerra” abbiamo comunque fissato la data del ritrovo presso la Latteria di Ostellato, ovviamente dotati di ombrelloni da pesca e abbigliamento impermeabile.

Ma come è nata l’idea di andare a pesca con Maurizio Setti e con Marco Manni e perché proprio con loro?

Anche se può sembrare la cosa più normale del mondo (del resto sono pescatori, cosa c’è di strano?) in realtà, trattandosi di pesca a ledgering, non è così facile trovare personaggi di spicco della pesca agonistica, disposti a mettersi in gioco con una tecnica poco conosciuta e per di più da molti ritenuta indegna.

Meno male che ci sono sempre persone che, come Marco e Maurizio, hanno la dote di vedere un po’ oltre e che accettano volentieri di prestarsi al gioco, in questo caso mirato ad approfondire la conoscenza di un mondo complesso come quello delle pasture e in particolare di quelle studiate per la tecnica in questione.

Maurizio Setti e Marco Manni, oltre a essere le punte di diamante dell’Alto Panaro, sono anche i titolari di “Italia Fishing SRL”, Società importatrice dei prodotti Sensas ed è per questo che mi sono rivolto a loro, come guide capaci di far luce sull’utilizzo delle pasture della nota casa francese, iniziando così quello che vuol essere un’interessante viaggio fra le varie farine da pesca.

Questa storia inizia alle 6,30 di una piovosa giornata primaverile quando, dopo aver caricato in macchina tutta l’attrezzatura necessaria, compreso il buon Rossano, partiamo alla volta di Ostellato, incuranti (si fa per dire) di un cielo plumbeo che lascia poco spazio all’ottimismo.

Durante il tragitto una pioggia incessante ci accompagna fino al valico appenninico, sul confine Tosco-Emiliano, per smettere improvvisamente non appena superata la Linea Gotica….Finalmente uno sprazzo di sole.

In compagnia di un cielo sereno, percorriamo il tratto di strada rimanente, fino ad arrivare alle 9,00 a Ostellato dove poco dopo, giusto il tempo di farsi fare un panino dalla biondina (molto carina) del panificio, vediamo arrivare Maurizio Setti e Marco Manni.

Una stretta di mano, i saluti rituali e poi ci avviamo subito verso il canale di Ostellato, dove ci piazzeremo nei pressi del km. 7,5, a valle dell’omonimo ponte. Non c’è tempo da perdere; il tempo è instabile e può cambiare in qualsiasi momento.

Come già detto in premessa, l’obiettivo di questa uscita è quello di entrare un po’ più nello specifico, cercando di approfondire i particolari in riguardo alla giusta miscelazione, alla loro destinazione d’uso e alla meccanica operativa delle pasture Sensas.

A tale scopo, dopo un breve consulto su come deve lavorare una pastura da feeder, Manni e Setti scaricano sul prato del canale una ventina di sacchetti diversi tra loro, ma tutti della serie 3000, la linea di pasture frutto della miglior selezione dei prodotti Sensas, scegliendo tra questi le farine e gli additivi ritenuti più adatti per creare di tre miscele diverse fra loro, mirate alle breme del Circondariale di Ostellato.

La pastura da feeder altro non è che un composto normalissimo per il quale sono richieste solo caratteristiche meccaniche variabili in base all’utilizzo del momento e per le condizioni odierne, tipiche dei canali, è necessario che lo sfarinato bagnato abbia una consistenza tale da garantire la tenuta a lanci anche lunghi, che eviti il più possibile la perdita di “briciole” durante nella discesa lungo la colonna d’acqua e che si sciolga piuttosto velocemente una volta raggiunto il fondo, così da ottenere al più presto un efficace tappeto di pascolo dove far lavorare le nostre insidie.

Per fornire ulteriori elementi di confronto, Maurizio propone di provare le tre miscele prescelte, utilizzandole anche con altre tecniche e non solo a ledgering, così che Marco Manni pescherà con l’inglese sui tre quarti del canale, io e Setti pescheremo con il feeder sulla linea dei trentacinque metri e Rossano, elemento assolutamente refrattario all’utilizzo di canne da pesca prive del galleggiante, pescherà con la roubasienne.

Marco e Rossano, entrambi in posizione esterna, useranno la stessa pastura, mentre io e Maurizio, volutamente in mezzo a loro, proprio per non avere vantaggi e poter meglio valutare la resa degli sfarinati in analisi, pescheremo con miscele diverse, rispettivamente con una di colore giallo e l’altra di colore nero.

Vediamo quindi la composizione dei tre impasti.

Marco Manni ha miscelato per se e per Rossano:
2 kg. di Super Black 3000;
1 kg. di Explosive Etang 3000;
50 gr. di Sweetix.

Una volta bagnata questa pastura, nonostante l’aggiunta di un terzo di Explosive Etang (sfarinato chiaro) conserva il suo colore nero; si presenta ben malleabile e consistente, pur mantenendosi bene “in se” anche stringendola poco.

Pescando con l’inglese e dovendo per ciò usare la fionda, Marco aggiunge all’impasto un quarto di litro di terra di somma al solo scopo di appesantire l’insieme, senza che questa ne modifichi il potere attrattivo.

L’utilizzo predominante delle pasture nere nel canale di Ostellato ci porta al confronto fra due diverse correnti di pensiero: quella italiana e quella francese, la dove quest’ultima segnala la breme come particolarmente attratta dalla famosa “traceur jaune” (traccia gialla) e quindi, in ossequio alle due scuole, Maurizio prepara una miscela chiara e una scura, entrambe comunque dedicate alla breme.

I componenti della pasture chiara sono:
1 kg. di Actrattive Breme 3000;
½ kg. di Etang 3000;
100 gr. di Double Brasem
50 ml. di Melasse Liquide, sciolta nell’acqua di bagnatura.

La pastura scura è composta invece con:
1 kg. di Super Breme Black 3000;
½ kg. di Etang 3000;
150 gr. di Big Fish Brasem,
50 ml. di Melasse Liquide, sciolta nell’acqua di bagnatura.

Sia Maurizio che Marco ci tengono a segnalare che le tre miscele preparate, se bagnate al punto giusto, non disidratano il fouille e quindi questo può essere messo direttamente in pastura senza che muoia, anche se il consiglio è comunque quello di aggiungerlo di volta in volta.

Al termine delle operazioni, quello che salta subito all’occhio è che i preparati, indipendentemente dalla loro composizione, sono tutti spiccatamente dolci, altro elemento tipico della cultura francese in materia.

Ormai è tutto pronto, non resta che iniziare il test.

Io e Setti utilizzeremo due schemi di lenza uguali in tutto e per tutto, composti da Running Rig con 10 cm di corsa, al quale attaccheremo un Cage Feeder da 30 gr. di misura large e a chiudere, un finale dello 0,14 con un amo del 16, innescato con tre bigattini bianchi, vivi.

Per meglio verificare l’efficacia dei singoli impasti, nessuno di noi farà la pasturazione pesante, ma solo quella ordinaria durante l’azione di pesca.

Il primo pesce, una breme, lo aggancia Marco Manni, dopo un paio di lanci e due o tre palline di pastura; io, Maurizio e Rossano siamo ancora in attesa che i nostri richiami facciano l’effetto sperato.

Dopo l’iniziale calma piatta io, con la pastura chiara, vedo dei timidi colpetti sul quiver tip della mia canna, tipici delle piccole “plaquette”. Il tremolio del vettino si ripete con cadenza frequente, ma senza epilogo, fino a quando, dopo un buon quarto d’ora, ad un accenno più concreto ferro in modo deciso, ma non violento e sento in canna la reazione di un pesce che stimo sui due tre etti, ma che si slamerà durante il recupero.

Maurizio non ha ancora visto muovere e Rossano idem, mentre io continuo a registrare ripetuti, ma inconcludenti accenni, che manifestano la palese presenza di pesci piccoli in pastura, esattamente per come aveva previsto Maurizio, dicendo che la pastura chiara avrebbe richiamato il pesce piccolo. Nel frattempo Marco salpa un’altra breme, appena un po’ più piccola della prima.

Trascorsa una mezzoretta dall’inizio della sessione, vedo la Sensas Feeder Competition di 12” di Maurizio piegata in un’armoniosa parabola, sotto la trazione di quello che si rivelerà poi essere un carassio sui 2 kg. La fiducia riposta sugli effetti positivi della “traceur jaune” comincia a vacillare.

Passano pochi minuti ed è ancora Setti che si ripete, questa volta con una breme sul ½ kg.; Manni, scherzosamente infastidito, lancia strali poco lusinghieri all’indirizzo dell’amico Maurizio, pungolandolo con considerazioni quali: “Ma sai che sei davvero preciso con la pasturazione……. Ma guarda che bravo, la metti sempre lì, proprio vicino vicino all’esca…… Complimenti”; Maurizio non raccoglie la provocazione e mentre recupera un altro bel pesce risponde serafico: “ Ma sai che questo ledgering mi piace proprio…… Vuoi vedere che……”

Passa il tempo e mentre Setti e Manni continuano a bucare pesci, io sono alla fermata del tram in attesa del mio turno: da oltre mezzora non vedo nemmeno quelle sterili toccatine che avevo all’inizio.

Ormai sazio della teoria sulla “traceur jaune”, mi avvicino furtivamente al secchio di Maurizio e con una manovra degna di Diabolik, gli sottraggo con destrezza una buona dose della sua pastura nera, lasciando ai francesi, qualora lo desiderino, la gioia di usare quella gialla.

Ripresa la mia posizione, faccio alcuni lanci in rapida successione, nell’intento di richiamare qualcosa a tiro della mia lenza. La manovra si rivela quanto mai azzeccata: come mettere l’olio nel lume. Passano solo pochissimi minuti e una prima breme intorno al kg. fa visita al mio guadino, poi replico con altre breme più piccole e un carassio degno di nota, continuando fino a che intorno a noi un cielo nero come il colore della nostra pastura preferita ci consiglia di ammainare le vele, con sommo sdegno del povero Rossano, il quale aveva iniziato solo da poco a prendere quei pesci sinora latitanti sulla linea della roubasienne.

Quando io ho preso la pastura di Setti, Maurizio ne ha presa un po’ di quella fatta da Manni, senza notare però aumenti di attività nella pesca con il feeder, ma c’è da dire che da lì a poco, volenti o nolenti, abbiamo dovuto abbandonare in fretta le nostre postazioni a causa dell’arrivo imminente di un forte temporale.

Smontiamo e carichiamo l’attrezzatura in macchina sotto un vero e proprio nubifragio, in quella che definirei la classica situazione di guano: da sopra un’acqua come le funi e sotto un pantano appiccicoso e viscido nello stesso tempo, dove a malapena si sta in piedi……. Meno male che non siamo solubili in acqua, altrimenti sarebbe stato un bel guaio

Ormai la giornata è da ritenersi conclusa e con essa, anche il nostro test, dal quale emerge senza ombra di dubbio la netta superiorità della pastura nera rispetto a quella gialla, da scartare a priori in queste acque, e fra le due miscele di colore nero un punto a favore si assegna a quella preparata da Maurizio Setti.

La pastura in questione si è dimostrata un po’ più lenta nel richiamare il pesce, rispetto a quella utilizzata da Marco Manni, ma una volta in “produzione” ha rivelato tutto il suo valore, mantenendo per l’intero periodo il pesce attivo e la contro prova la si è avuta allorquando anch’io ho iniziato ad usarla, ribaltando completamente in positivo le sorti di una giornata partita male riportandomi, come si suol dire: “dalle stalle alle stelle”

Questo non significa che la pastura preparata da Marco sia stata meno buona: non dimentichiamoci che stiamo comunque parlando di sfarinati al top dell’eccellenza Sensas; ma almeno con il feeder si è dimostrata superiore quella di Maurizio, anche se dobbiamo tener conto del fattore precisione, poco paragonabile fra la pesca con l’inglese (fatta da Marco) e quella con il feeder ( fatta da me e Maurizio).

Altro elemento importante rilevato con le prove fatte e sul quale merita porre l’accento, è la facilità con la quale si riesce a produrre la tanto gradita “nuvola di richiamo”, solo bagnando un po’ di più l’impasto, senza modificarne la meccanica. A questo va inoltre aggiunto l’ottima tenuta dell’esca viva sia con lo sfarinato bagnato al punto giusto, sia con lo stesso un po’ più morbido. In entrambi i casi, tempi di permanenza in acqua valutati in 2/3 minuti, hanno sempre restituito il pasturatore vuoto.

Volendo invece creare un impasto più tenace, è sufficiente sostituire nella miscela la Super Breme Black 3000 con la stessa quantità di Super Breme Black 3000 Riviere, una pastura dalle caratteristiche totalmente sovrapponibili, ma più legante.

Ecco qua, amici di Match Fishing, questo è il risultato di una purtroppo breve giornata trascorsa a pesca con due persone davvero squisite, le quali si sono gentilmente adoperate per farci conoscere qualcosa in più sulle pasture Sensas, da loro stessi distribuite.

Ringrazio quindi Maurizio Setti e Marco Manni e nella speranza di aver fatto cosa gradita ai frequentatori del Nostro STRABILIANTE sito, saluto tutti dandovi appuntamento alla prossima.

Marcello Corbelli

IL FILM FOTOGRAFICO DELLA PESCATA

Manni ha scelto la miscela alla quale affidare le sorti di questa giornata

La gialla e la nera a confronto

la miscela di Manni è quasi pronta

50 ml. di melassa sono sufficienti per due kg. di miscele Sensas

è sempre un piacere ascoltare le dritte di chi sa il fatto suo

Girare la pastura mentre si aggiunge acqua è il metodo migliore per ottenere un impasto omogeneo

Anche Marco mette in nassa il suo carassio

Basta Maurizio, altrimenti finesce che ci prendi gusto

bremetta ferrarese

Guarda che quello per crescere deve mangiare tanto pescce

il frutto di poco più di un’ora di pesca…….a ledgering

la Sensas nera da breme piace anche ai carassi

la sorella maggiore della bremetta ferrarese

Maurizio Setti incomincia a ricredersi riguardo al ledgering

Maurizio Setti incomincia a ricredersi riguardo al ledgering

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