Campionato Italiano Ledgering 2012: Gianmario Lombardi è il Campione Italiano
Che il Campionato Italiano Ledgering 2012 fosse partito con il piede sbagliato, ne avevamo avuto sentore fin dal momento in cui, a causa degli eventi sismici che hanno coinvolto l’Emilia. Le prime due prove di detto Campionato vennero spostate nel Brian, accompagnate da un codazzo di polemiche, alcune delle quali davvero poco opportune.
Poi, come a conferma di un oscuro presagio, ci si è messa anche la siccità che per due anni consecutivi ha colpito duro in Toscana, rischiando seriamente di compromettere anche le due prove finali nell’Arno aretino, salvato in extremis dalle piogge provvidenziali cadute a cavallo fra agosto e settembre, le quali però non sono servite a rimettere completamente in moto il pesce presente, poiché il campo gara di Laterina è alimentato dall’invaso del del Penna a Ponte a Buriano e questo, sempre a causa della siccità, è sceso a livelli minimi, tanto da costringere le autorità di bacino a tenere ancora chiuse le dighe, come accade ormai da molti mesi, facendo così mancare il ricambio d’acqua e quindi anche l’ossigenazione necessaria per mantenere attiva l’ittiofauna.
Come se tutto questo non fosse abbastanza, a completare un quadro già di per se deludente, sono arrivate le tanto temute, quanto difficilmente evitabili, discussioni fra concorrenti, finora mai avvenute in questo contesto sportivo, che hanno scosso in maniera destabilizzante quello che ha tutt’ora il vanto di essere un ambiente pulito, scevro da sentimenti ostici e conflittuali.
Evito di entrare nel particolare, ma prima di chiudere spero per sempre questo poco edificante capitolo, mi preme ricordare a chi, come me, ritiene di avere a cuore soprattutto il sano contesto sociale di questa disciplina, che lo sport è fatto di norme che ne regolano l’attività e la pesca non fa eccezione.
Nel momento in cui decidiamo di partecipare a un qualsiasi evento sportivo, siamo tutti consapevoli che possiamo raggiungere il nostro obiettivo solo tramite il rigoroso rispetto di certe regole. Regole che hanno il compito di garantire pari opportunità di successo e che nello stesso tempo, in gara, ci rendono avversari (non amici o nemici). Questa è l’essenza della competizione.
In ogni Campionato Italiano c’è una grande posta in palio e tenere un comportamento corretto è un obbligo, sopratutto morale e per questo chi sbaglia, sapendo di farlo, deve subirne le conseguenze. Ma come è vero che esiste un codice normativo scritto, è altrettanto vero che ne esiste un altro non scritto che si richiama a un atteggiamento puramente sportivo.
Nel gioco del calcio un brutto fallo porta all’espulsione di chi lo ha commesso, ma nello stesso tempo quando un giocatore si fa male, l’avversario butta fuori campo la palla, per interrompere il gioco e la palla viene subito restituita, quando il gioco può ricominciare: nel primo caso è stato giustamente applicato il regolamento scritto, nel secondo caso è stato sportivamente applicato un codice morale, anche se non scritto.
Con queste mie riflessioni non intendo condannare e nemmeno assolvere nessuno, ma solo esprimere un’opinione che metto a disposizione, magari di chi pensa che a sbagliare siano solo gli altri, giudicando con troppa facilità e spesso per sentito dire.
Ora però torniamo alla festa, perché di questo si tratta quando si vedono riunite tante persone accomunate dalla stessa passione, anche se c’è in palio un titolo prestigioso.
Ma se per la maggioranza dei partecipanti, le ultime due gare di Campionato sono solo un momento di sana competizione, per chi si affaccia alla finale guardando gli altri dalle posizioni di testa, la tensione è tanta e questa, anche se nascosta dietro una naturale, scanzonata simpatia, la si leggeva comunque bene sulla faccia del “Segugio”, al secolo Gianmario Lombardi, uscito dal Brian come capo-classifica, con due primi schiaccianti, ma comunque insufficienti per dormire sonni tranquilli, sopratutto quando alle spalle ci sono personaggi come Angelo De Pascalis e Riccardo Favalini a fargli sentire il fiato sul collo.
Per la verità, a non essere tranquilli eravamo in molti, non tanto per la classifica, ormai piuttosto delineata, quanto per la pescosità del campo gara, nemmeno paragonabile a quel paradiso della pesca agonistica che è l’Arno aretino, scelto a suo tempo dagli Organi Federali, proprio per le splendide carpe che lo popolano, perfette per selezionare le migliori “canne” da portare nel 2013 ai Mondiali in Sud Africa, dove sarà proprio questo pesce a farla da padrone.
Le prove libere dei giorni antecedenti le gare non sono state molto di conforto, con l’unica indicazione certa di non scartare nessuna ipotesi, compresa quella di affidare la propria sorte ai dei carassi di poche decine di grammi, sempre attenti però all’eventuale carpa di passaggio, da non perdere per nessun motivo.
Sabato 15 settembre: al termine delle operazioni di sorteggio, ci avviamo verso il picchetto assegnato con un bagaglio pieno di incertezze, anche se in linea di massima, per quello che si è potuto vedere in prova, sappiamo che i settori verranno vinti solo da chi sarà capace di mischiare ai piccoli carassi e ai dannati gattini, una o meglio due carpe e che, come assodato, dovranno essere cercate pescando a ridosso della sponda lontana, forzando un po’ con i bigattini.
Il tratto di fiume picchettato per la gara è quello compreso fra le zone conosciute con il nome di Ciliegio, Tagliato, Cannini e Santa Maria in Valle.
Al segnale del Direttore, Sig. Miredo Baldini, la gara ha inizio e già da subito si capisce che la grande maggioranza dei concorrenti, come previsto, ha deciso la sua impostazione oltre la linea dei tre quarti.
Sarà necessario lasciar trascorrere una buona mezz’ora prima di vedere delle canne piegate, ma poi, via via che il tempo passa, le voci che annunciano qualche cattura di rilievo si fanno sempre più frequenti tanto che, sfatando tristi presagi, pare proprio che l’Arno di Laterina abbia deciso di essere meno avaro dei giorni precedenti, facendo registrare a fine gara dei pesi medi di 3-4 quattro kg, con punte di 7-8 kg e questi, seppur lontani dai tempi migliori, possono ritenersi accettabili, tenendo presente il momento particolarmente critico.
Al termine delle operazioni di pesatura, Gianmario Lombardi è ancora alla guida del gruppo, seguito sempre da vicino da Angelo De Pascalis e da Riccardo Favalini, ma con l’aggiunta di un altro personaggio molto pericoloso, Mirko Govi, che a questo punto è anche lui un insidia reale per un titolo sempre più in bilico.
Domenica 16 settembre: a causa di alcune rinunce, il Giudice di gara, Sig. Fabio Renzetti, al fine di ridurre al minimo il frazionamento del campo, decide che verrà picchettato il tratto chiamato Metano, in sostituzione del Ciliegio, così da avere tutti i concorrenti in fila, separati solo dai fili dell’alta tensione che dividono il Tagliato da Santa Maria in Valle.
Esattamente come il giorno precedente, il pesce tarda una buona mezz’ora prima di entrare in pastura, ma poi inizia la gara vera e propria con una frequenza di catture abbastanza regolari e anche l’incognita del settore del Metano inizia pian piano a svelarsi lasciando chiaramente intendere a chi ha aperto le danze con dei carassini da 70/80 gr, che è quella la strada da percorrere e da non abbandonare assolutamente perché, vista la frequenza delle catture….”tanti chicchi fanno un sacco”, come quelli spigolati appunto da Massimo Vezzalini il quale, con più di 80 carassi, ha pesato oltre 6 kg. di pesce, buono per un secondo di settore, degno di un purosangue della pesca agonistica.
Nel settore del Metano, diversamente dalle altre zone, la pesca è stata impostata al centro fiume e la difficoltà subito riscontrata è stata quella di ferrare al momento giusto pesciolini da 70 gr, che parevano mangiare con forchetta e coltello le esche appese all’amo.
Questo ha costretto tutti a cercare la giusta via d’uscita, trovata (perlomeno per quanto mi riguarda) innescando un solo orsetto, completamente calzato su un amo del 12, legato a un buon finale da 0,18 mm, in previsione dell’eventuale carpa jolly.
La montatura utilizzata dalla stragrande maggioranza dei concorrenti, è stata quella costruita con un classico running rig, al quale appendere dei feeder piuttosto capienti, caricati di norma con pastura dolce, tipica da carpa-carassio, farcita con canapa e mais, abbondanti bigattini incollati e talvolta con mini-pellet.
Ovviamente, nel tentativo di dare una svolta alla gara, non sono mancate le varianti al tema, come nel caso di Paolo Zaffani, che ha trovato una buona soluzione con un maggot feeder, o come quella scelta del Mister della Nazionale, Mario Molinari, il quale ricercando maggiore sensibilità, si è affidato a un calamento fatto con un paternoster runnin rig, lo stesso usato con successo dai ragazzi della Nazionale, al Mondiale di Gand, in Belgio.
La gara ormai è finita e si iniziano a tirare le somme quando, non ancora terminate le operazioni di pesatura, già circolano le prime indiscrezioni sul vincitore del Campionato Italiano, che pare proprio sia Gianmario Lombardi.
Il simpaticissimo Segugio ha tenuto duro e con solo quattro penalità (1-1-2) è riuscito a respingere gli attacchi sferrati dai suoi inseguitori, facendo mangiare la polvere a due rivelazioni del ledgering come Riccardo Favalini, secondo classificato, anche lui con quattro penalità (1-2-1) e Mirko Govi, terzo classificato con cinque penalità (1-3-1).
Come si può ben vedere, quello del Campionato Italiano 2012 è un podio di altissimo livello, con differenze appena apprezzabili, ma ciò che più colpisce è l’analisi delle prime dieci posizioni, quelle che poi andranno a formare, insieme alla Nazionale uscente, gli stage di selezione per i Mondiali del 2013.
Dal primo al decimo classificato, ci sono 2 sole penalità di distacco: due concorrenti con 4 penalità; tre concorrenti con 5 penalità e cinque concorrenti con 6 penalità. Questo significa che qualità del ledgering agonistico sta salendo di livello a una velocità vertiginosa……Credo proprio che Mister Mario Molinari avrà il suo bel lavoro da fare.
Ora però voglio complimentarmi pubblicamente con Gianmario Lombardi, alias il Segugio, sia per la sua bella e meritata vittoria, sia per il modo con cui ha saputo dominare la “maledizione dei due primi”.
Io, nelle sue stesse condizioni, nel 2010 ho letteralmente buttato via il Titolo proprio per non aver saputo governare le circostanze e la stessa cosa accade a Manuel Marchese, garista di pregio, al Campionato del 2011.
Tutto questo per dire che Gianmario Lombardi è Campione Italiano 2012 e lo è a trecentosessanta gradi. Il suo è un titolo davvero meritato.
Un saluto agli amici di Match Fishing.
Marcello Corbelli
Gianmari Lombardi alias il Segugio
Gianmario Lombardi con il secondo C.T. della Nazionale
la prima pagine della classifica
Lamentatevi se poi vi fa male il pancino