LA DIGA DEL BASENTELLO: LA SALA GIOCHI DELLA PESCA AL SUD

I laghi ed, in particolare, le dighe del Sud Italia, non sono di certo famosi per la presenza di breme, gardon, tipiche dei canali del Nord della nostra Penisola.

Tuttavia, una diga situata tra la Puglia e la Basilicata offre a tutti gli agonisti meridionali di cimentarsi con questi pesci che, tuttavia, non raggiungono le dimensioni davvero importanti, di quelle di Ostellato o Medelana.

Stiamo parlando della diga di Serra del Corvo, chiamata semplicemente “Diga del Basentello”.

Costruita tra il 1969 e il 1974, la diga di Serra del Corvo sul Torrente Basentello si estende, con la sua caratteristica forma a V, per una superficie di 267 kmq, una quota di massimo invaso, pari a 271,40 m s. l. m. ed un volume totale, pari a 42.650.000 mc.

Situata tra le province di Bari e Potenza, si estende al confine della Puglia e della Basilicata, presentando, quindi, una sponda nella provincia di Bari ed un’altra in provincia di Potenza. Su entrambe le sponde è stato costituito un campo gara che, sebbene di non eccessive dimensioni, consente lo svolgimento di numerose manifestazioni agonistiche locali.

Chi, provenendo da Nord, volesse cimentarsi con la pesca delle placchette e dei gardon, dovrà procedere in direzione Foggia, per poi prendere la Bradanica verso Potenza ed infine, giunti al bivio per Matera, proseguire fino alle indicazioni del lago che, immediatamente visibile, si trova a poche centinaia di metri. Da qui si potrà accedere, anche sull’altra sponda di competenza della provincia di Bari, proseguendo fino al muro della diga e poi procedendo sulla sinistra fino al tratturo, per la verità un po’ impervio, che ci porterà fino al campo gara.

Chi, invece, provenisse da Bari, dovrà percorrere la SS 96, in direzione Altamura e Gravina di Puglia fino ad arrivare direttamente sul lago dopo aver preso la SP 26.

Situato in aperta pianura, presenta un paesaggio brullo con poca vegetazione, se non i campi coltivati dagli agricoltori locali soprattutto a cereali, per cui non potremo godere dell’ombra di qualche bell’albero frondoso, ma dovremo pescare sotto un sole che nel periodo estivo picchierà particolarmente. Doveroso, quindi, raccomandare di portare con sè l’ombrellone, perché qui, d’estate, fa veramente caldo anche se la molteplicità delle catture non ci farà soffrire le temperature elevate.

Entrambi i campi gara, denominati semplicemente “Lato Bari” e “Lato Potenza” della capienza massima di 40 concorrenti ciascuno, con la zona Potenza eventualmente ampliabile fino a 50 picchetti, sono di facile accesso e consentono di parcheggiare l’auto a pochi metri di distanza.

Attualmente la diga del Basentello è sede di vari campionati, principalmente di quelli regionali pugliesi e lucani, ma da ultimo, anche della serie A5, che vi svolge 2 gare, solitamente in un week end, sempre contraddistinto da una miriade di catture e da nasse piene.

Nel lago sono presenti varie specie ittiche, per cui possiamo pescare, oltre agli innumerevoli gardon e bremette, anche alborelle, scardole, carassi, carpe e predatori di vario tipo, in primis persici trota.

Come detto, quello che da qualche anno contraddistingue la diga di Serra del Corvo è l’elevata pescosità, unita alla molteplicità delle tecniche applicabili. La presenza di numerose specie ittiche fa sì che qualsiasi tecnica possa essere vincente, dall’inglese alla canna fisa, dalla roubasienne alla bolognese.

Tutte possono portar frutto, specialmente quando il pesce di taglia si avvicina alla riva. Non è difficile, infatti, vedere settori con 7 o 8 chili di media di pescato, che vuol dire all’incirca 200 pesci, tra placchette e gardon, tenendo presente che, molto spesso, per vincere il settore, bisogna superare i 13 chili di peso!

Inoltre, questa diga sembra non fermarsi mai, neanche nel periodo invernale, se non in quello più freddo, consentendo la possibilità di organizzare competizioni anche a dicembre con la garanzia di poter fare ottime pescate.

TECNICHE DI PESCA, LA CANNA FISSA.
Le tecniche maggiormente utilizzate per una gara di pesca sulla diga di Serra del Corvo sono essenzialmente 3: la roubasienne, la canna fissa e l’inglese, lasciando spazio alla bolognese solo nel caso in cui l’erba nei margini del picchetto ci obblighi a sollevare i carassi per evitare che vi si impiglino.
Solitamente la canna fissa è la tecnica che fa da padrona, in considerazione dell’elevato numero di abboccate e della dimensione delle prede.

Quando le placchette si avvicinano molto alla sponda, si potranno utilizzare canne anche di 4 o 4,5 metri, per poi allungarsi, in caso di bisogno, fino ad utilizzare canne di 7 metri.

Le lenze da utilizzare prevedono una piombatura piuttosto raggruppata, prendendo in considerazione l’eventualità di utilizzare un’unica catenella di pallini posta sull’asola, simile a quella usata per la pesca delle alborelle, sulle canne più corte.

Nonostante si tratti di breme, infatti, difficilmente vedremo la classica spiombata, tipica degli abramidi, ma il galleggiante affonderà senza indugio. A proposito di galleggianti, per questo tipo di pesca non occorreranno segnalatori troppo leggeri, dovendo privilegiare comunque quelli di forma a goccia allungata, da 0,75 fino a 2 grammi.

Il terminale dovrà essere di un buon 0,12 e di lunghezza non superiore ai 15 cm, almeno fin quando le mangiate si susseguono con regolarità. In questi casi, di certo non sporadici, la pesca sarà divertentissima, in un susseguo di catture senza tregua e dal risultato tutt’altro che scontato.

LA ROUBASIENNE


La pesca con la roubasienne non è molto diversa, almeno per le lenze impiegate e per le catture, da quella con la canna fissa. Sembrerebbe un controsenso utilizzare la francese per prendere pesci di 50/60 grammi, risultando più veloce una corta canna fissa.

Tuttavia questa scelta è dettata dalla necessità di far fronte alla cattura di qualche bel pesce di taglia che spesso capita di allamare in mezzo a tanto pesciolame. Solitamente, almeno nel periodo estivo, quando le catture sono veramente tante, non si dovrà utilizzare la nostra canna ad innesti a tutta lunghezza, ma solo a 7 pezzi o, al massimo, alla lunghezza di 11 metri e 50.

Il fondale, infatti, è abbastanza profondo da consentire un’ottima pescosità anche senza stendere per intero la roubasienne. Le lenze non si discosteranno molto da quelle utilizzate per la canna fissa, ma potranno assumere delle differenze ed allargarsi, anche per tentare la carta, tutt’altro che improbabile, del pesce di taglia, in prevalenza carassi, ma anche carpe. Inutile dire, infatti, che mettere a guadino qualche carpa da chilo o una serie di bei carassi, farà innalzare l’ago della bilancia di molto.

In questi casi opteremo per un galleggiante da un grammo, montato su uno 0,14, con una piombatura raggruppata in circa 30 centimetri, ma con pallini di buon diametro, anche per evidenziare qualche starata ed evitare di fallire qualche abboccata. Quanto agli ami, montati su un terminale di 25 centimetri, bisognerà decidere quale utilizzare in base all’esca ed al periodo dell’anno.

Solitamente per la pesca col bigattino, si utilizzano ami, del n. 14 o 16, a gambo lungo e stretti, del tipo usato per la pesca delle alborelle, mentre, in caso di pesca col mais, dettata dall’esigenza di evitare le fameliche alborelle e gli altrettanto famelici persici, sarà opportuno optare per ami un po’ più larghi, ma sempre a gambo lungo per facilitare la slamatura delle prede.

L’elemento fondamentale per ottenere buoni risultati, comunque, sarà la costanza ed abbondanza della pasturazione. Con un numero di catture così elevato, non potremo evitare di impastare almeno 4 chili di pastura, del tipo specifico per le breme, quindi scura ed a grana fine.

PESCA ALL’INGLESE
La pesca all’inglese si rivelerà indispensabile laddove le bremette ed i gardon abbiano deciso di non sostare nei pressi della sponda ed a tiro di roubasienne, per cui si renderà necessario “uscire fuori” alla ricerca del pesciolame, ma soprattutto dei carassi e possibilmente, di qualche bella carpa.

La geometria della lenza da utilizzare non sarà complicata, considerata la scarsa profondità del lago, per cui si potrà optare per una semplice montatura formata da un bulk a bloccare il galleggiante ed un blocchetto di pallini nei pressi della girella.

Chiaramente bisognerà decidere volta per volta il diametro dei pallini da utilizzare, tenendo presente che pallini troppo piccoli non consentiranno una percezione netta delle abboccate. In definitiva, si tratta di una lenza jolly in grado di consentire la cattura di pesci di piccola taglia, ma anche dei carassi, che spesso arrivano anche ad 800 grammi e di belle carpe.

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