Eccellenza Feeder Toscana-Umbria-Marche: Il Poker d’Assi dell’Umbertide Feeder Team conquista Firenze
Dopo una prima prova decisamente anomala per quello che era l’Arno pisano, eccoci giunti “nell’Arno d’argento” per decodificare l’enigma alieutico di un ostico Terrapieno, difficilissimo da interpretare.
Che sia per la terribile siccità che ci sta affliggendo da mesi, per il caldo soffocante o per altre ignote cause, resta il fatto che quello che è stato uno dei più blasonati campi di gara del mondo e che continua a essere una bellissima cartolina di pesca, oggi, in questa torrida estate, è riuscito a far sudare a tutti e in tutti i sensi, le famose sette camice per riuscire a cavare le gambe da una situazione davvero difficile, dove quello che più è servito sono stati dei nervi d’acciaio, capaci di reggere allo stress di una gara dove tutto si poteva risolvere anche solo pescando poco più avanti o più indietro o con un innesco presentato in un modo invece di un altro.
Però lo sappiamo tutti: la pesca è un istinto fatto d’intuito e d’inventiva ed è grazie a questo, che come sempre accade durante i giorni di prova, ogni squadra ha cercato e in molti casi ha trovato la propria dimensione per affrontare questa difficile gara, dove appariva chiaro che non era tanto importante capire quale pesce insidiare, quanto più utile ancora era il riuscire a contestualizzare i tempi d’attesa in relazione alla quantità e alla frequenza della pasturazione, cercare la giusta distanza di pesca in base alla conformazione e l’accessibilità del fondo e scegliere accuratamente con cosa pasturare, per non attirare sui nostri pasturatori delle nuvole di alborelle e cebacek, capaci di polverizzare in pochi secondi qualsiasi esca. Detto in due parole: bigattini ben incollati, per limitare al massimo la dispersione durante la discesa verso il fondo; mais in abbondanza, meno attaccabile delle alborelle e per lo stesso motivo, evitare ogni tipo di sfarinato.
Visto che il Terrapieno è un campo gara molto utilizzato per la pesca al colpo, in tanti hanno scelto fin da subito la distanza dei 10-13 m. da riva, dove il pesce è più abituato a trovare del cibo, mentre altri hanno impostato la loro gara a ridosso della folta vegetazione acquatica dall’altra parte del fiume, ma solo in pochi hanno curato bene e fin da subito la pasturazione alla corta distanza lì, appena fuori da quel tappeto di alghe galleggianti, conosciute come “Erba Alligatore”, che hanno colonizzato le sponde dell’Arno e che, con i loro intrighi subacquei, creano un formidabile rifugio per il pesce.
In relazione a questo e dato che ho potuto assistere ai tre diversi approcci di pesca, posso riferire di una bellissima gara, magistralmente condotta da Christian Nardelli, dell’Umbertide Feeder Team, il quale dopo una pasturazione iniziale sulla distanza dei 10 m., è partito per una mezzoretta dalla parte opposta del fiume, per poi tornare sulla zona pasturata e lì finire la sua gara con 4,690 kg. di pesci sui 200-300 gr. di media.
Alla sua sinistra invece, un intramontabile Gionata Migliorini dell’Etrusca Grosseto si è cimentato alla grande e per tutta la durata della gara con la sua pesca preferita, basata sulla precisione balistica nei lanci alla lunga distanza, tecnica della quale è un indiscutibile maestro e perciò ottenendo anche lui un ottimo risultato.
Anch’io ho fatto parte di quel trio, ma con una strategia diversa, poiché anche la mia impostazione “sarebbe” stata quella della pesca basata principalmente sulla linea dei 10 m., con inizio provvisorio dall’altra parte del fiume, ma curando regolarmente e fin dall’inizio la pasturazione sotto sponda, dove fare un paio di calate ogni 20-30 minuti per saggiare l’eventuale presenza di pesce in pastura.
Purtroppo (o per fortuna) le alghe subacquee presenti sulla lunga distanza e i continui incagli sulla linea dei 10 m., mi hanno costretto dopo appena un’ora e mezza di gara a focalizzare l’intera pescata nel sotto sponda, dove invece avevo previsto di fare solo le ultime due ore……….ma alla fine è andata bene così.
Sono state più o meno queste le tre opzioni di gara comuni a tutti, o quasi, ma come sempre sono i dettagli a fare la differenza e solo chi ha curato bene ogni particolare è riuscito ad avere la meglio e fra questi c’è indubbiamente la forte compagine dell’Umbertide Feeder Team, che con una prestazione superlativa da sole otto penalità, ha spodestato dal trono della classifica generale i marchigiani della Goldenfish (Tubertini), che tuttavia non scendono dal podio provvisorio, mantenendo la terza posizione in classifica generale. Brutto scivolone invece per l’Oltrarno (Colmic) che cede la seconda posizione alla squadra B della Lenza Senese (Colmic), vera rivelazione di questa Eccellenza 2022.
Purtroppo un Arno molto ostico, selettivo e da interpretare, è costato caro a più di qualche squadra che aveva invece il favore dei pronostici.
La relazione di giornata potrebbe anche finire qui, ma ritengo prima doveroso sottolineare la prestazione di un grande Giannelli Giulio, dell’A.P.S. Grosseto (Colmic) il quale, in una giornata dove sono state già rare pesate di vertice da 7-8 kg., è riuscito a presentare una nassa piena con ben 35, 065 kg. di pesce e perciò ritengo il bravo Giulio meritevole dei complimenti sinceri di tutti noi, così come altrettanti complimenti merita il fortissimo Giancarlo Ricci, che con i suoi due primi di settore in due gare consecutive dimostra di essere una vera colonna portante della Lenza Senese (Colmic) e un solido punto di riferimento per la sua squadra e non solo.
Ma c’è anche una parentesi tragicomica in questa giornata di gara, certamente frutto di questa estate estrema e paradossale, che solo per il gusto della cronaca merita due righe.
A gara ormai conclusa, mentre erano già in corso le operazioni di pesatura, abbiamo assistito in molti a un evento naturale, anche se abbastanza raro dalle nostre parti.
Improvvisamente una piccola tromba d’aria, un “folletto”, ha iniziato a scorrere veloce lungo l’argine superiore del fiume, per poi dirigersi improvvisamente verso l’acqua dove ha letteralmente travolto l’ombrellone, il paniere e altre cose di un primo concorrente e poi, tornando sull’argine, ha di nuovo ripreso la sua corsa per altri 200 m. circa, dopo di che si è nuovamente lanciata verso il fiume, investendo un altro concorrente, questo ancora seduto sul suo paniere, facendo volare nell’Arno lui e tutta la sua attrezzatura, per fortuna senza nessuna conseguenza a livello fisico.
Subito c’è stato chi è accorso in suo aiuto entrando in acqua nel tentativo di recuperare il recuperabile, ma purtroppo per il malcapitato ci sono diversi oggetti ormai perduti per sempre, compreso l’immancabile telefonino. Alla fine, visto che non si era fatto male nessuno, non è mancata nemmeno qualche battuta scherzosa e qualche risata, un po’ amara, ma solo così, giusto per sdrammatizzare.………….. Succede anche questo……….Ci mancavano pure le trombe d’aria.
Da Firenze è tutto, a voi studio.
Un saluto agli amici di Match Fishing da
Marcello Corbelli