GALLEGGIANTI PIOMBATI: LA STORIA

Il Galleggiante piombato sul suo corpo o il galleggiante sovra-piombato dal piombo sulla lenza, hanno da sempre interessato I pescatori, tanto che di queste due modalità volte alla ricerca della massima sensibilità sulla tocca sospettosa, o al massimo andamento lento della montatura, con la minima influenza dell’impatto del vento e della corrente sul corpo del galleggiante, e di conseguenza sulla credibilità della presentazione dell’esca, hanno levato il sonno a più di un nostro antenato.

Comporre l’equilibrio richiesto dall’alchimia del vento, della corrente/ massa dell’acqua, spesso anche della distanza da raggiungere con il lancio per portare a centro fiume lenze molto leggere “ scariche”, hanno prodotto soluzioni che da un lato hanno fatto la differenza reale nella resa in pesca, ma dall’altro anche prodotto materiale fantascientifico, se non addirittura fantasy.

La mia come sempre è una ricerca storica ( anche delle curiosità) non vuol essere una disserzione tecnica, ho usato e mi sono auto-costruito galleggianti piombati per pescare a distanza, anche con una buona resa, ma lungi da me il ritenermi esperto di una materia così delicata.

I galleggianti poi sono spesso anche fonte di collezionismo inconsapevole, e quì sul “piombato” le forme e le soluzioni sono fioccate…

Senza pensare di aver trovato la sua nascita certa, vi riporto il mio percorso di ricerca:

1907

Era il 1907 quando in Francia sul catalogo di vendita per corrispondenza Manufacture Armes e Cycles appare questo galleggiante a taratura variabile…

Flotteurs Reglabes Art 1641

E’ un galleggiante in celluloide, entro il quale veniva inserita più o meno acqua in modo da renderlo più o meno pesante.
Gli scopi senpre I soliti, poterlo usare più o meno affondato, e poter lanciare più lontano.

1942 Maggio

Per il secondo ritrovamento, bisogna andare al Maggio del 1942 quando sulla rivista il Pescatore Dilettante edita a Milano dal ‘35 appare un’altro curioso galleggiante a portata variabile ancora più complesso, l’articolista svela che non è opera Italiana, e io non ho dubbi visto il precedente che anche questo sia stata opera di qualche francese particolarmente fulminato, volevo scrivere ispirato, mi è scappata…

L’Articolo sul medesimo lo definisce: Il Galleggiante Sommergibile

1942 Agosto

Sempre sulla medesima rivista anche noi italiani forse punti nell’orgiglio non possiamo non partecipare, e lo facciamo mettendo il dito nella piaga…

Si perchè il co-direttore della rivista Ugo Veronese che aveva da poco pubblicato il suo primo libro: “ La Pesca Sportiva” ( Milano 1942) si era occupato sul medesimo anche di questa “novità tecnica”

Ugo ve l’ho già presentato nell’ articolo, sulla Pesca alla Passata quando scrisse “ Allucinazione Barinosiana” entrando in polemica appunto con il Barisoni ( Guru dell’epoca si parla del 1933-1935 )

Anche in questo caso il carattere del Veronese non si smentisce, prende e riporta il suo scritto del libro sulla “ Sua rivista” appunto di Agosto 1942 e spiega come a lui non piacciano per niente le complicazioni nella pesca, specie quelle “vendute” come novità tecniche, cita ad esempio la canna che ferra automaticamente etc. etc. ma si riferisce sicuramente anche al “Galleggiante Sommergibile” apparso a Maggio ‘42 e mostra come si può banalmente sfruttare una penna d’oca di quelle che all’epoca si usava quotidianamente in pesca per crearsi da se un galleggiante piombato, sia di piccolo volume, che per correnti e distanze importanti…dove si infila la penna piombata dentro ad un galleggiante di sughero, basta aggiungerci dentro quanti pallini di piombo desideriamo!!

1953

Il Piombato entra anche nelle competizioni, la prima che ne riporta un modello è quella del 1953 la famosa “Coppa del Mondo” che vi ho già presentato nell’articolo sulla Francia, con la cronaca di M. Pollet.
Nel gennaio del 1954 la rivista “Il Tempo di Pesca” edita a Firenze riporta un’articolo proprio sulle competizioni della Coppa del Mondo o coppa Internazionale Violet Byrr mettendo in evidenza le lenze dei vari campioni mondiali dal 1950 in poi a dire il vero anche una del 1937…ma a noi quella che interessa è quella del campione Dubucq che vinse il campionato nel 1953!

Il cronista è sempre M. Pollet perchè il pezzo è ripreso dalla rivista francese “La Pec et les Poissons” che abbiamo già visto.

Vediamo la descrizione che ne da Pollet:

Ci interessa perchè Dubucq pescò con un galleggiante semi-piombato di sua realizzazione, ma lasciamo la “parola” al cronista Pollet:

“ Gaston Dubucq – Parigi

Piombi del numero 13 separati fra loro della distanza di 1 mm.
Galleggiante speciale detto “Senna” ( fuori commercio ) con gambo ad incastro in ferro, dipinto di nero come lo stesso corpo del galleggiante.
L’interno è leggermente piombato.
Amo del numero 24 a gambo lungo.
Questa lenza fece 118 prede e vinse il Campionato del Mondo del 1953.”

Eè intuibile che una lenza così con un galleggiante semipiombato probabilmente appoggiato piatto, segnalasse anche la più piccola “brezza” …

1960 Giugno

Il galleggiante piombato fa la sua prima apparizione in una competizione italiana.

Si quel Giugno del 1960 nel famoso campo gara di Peschiera sul Mincio il titolo di campioni d’Italia fra 81 società, 134 squadre e 670 concorrenti lo decise proprio lui: il galleggiante piombato per pescare cavedani a centro fiume!

Quella società si chiamava : L’amo Club di Piacenza ed i componenti non sto a riscriverli li trovate sulla foto dell’epoca pubblicata sulla rivista mensile Alieutica in un articolo del cronista A. Carboni.

I galleggainti piombati li usarono solo loro ed erano ovviamente artigianali, uscivano dalle mani di un campione dell’epoca: Carlo Albertazzi il capitano della squadra , erano anni, dichiarò lo stesso autore, che ci stavo lavorando su…” oggi sono arrivato a farli rendere ”

Peccato non aver ritrovato foto o disegni di questo primo modello, se qualcuno li conoscesse, o addirittura li avesse è gradita la foto.

1968 Settembre

Sulla rivista Pescare del 30 Settembre del 1968 c’è un interessante articolo del Francese Colonel P. Francoise sulla particolarità di usare un galleggiante sovrappiombandolo fino a tenerlo sotto la superficie dell’acqua…

Il titolo dell’articolo è una sfida:

PERCHE’ I FRANCESI VINCONO SEMPRE!

Il principio di cui si scrive è bene o male quello di Dubucq …ma Colonel entra nella descrizione dell’azione di pesca andando nei dettagli, e osservando un garista ( presumo in Francia) descrive la tecnica del sovrappiombato in acque immagino ferme o molto lente.
Colonel mette la lente di ingrandimento su di un agonista che sta prendendo più di tutti e da buon praticante Fly che quando pescava a sommersa seguiva solo I movimenti della coda in superficie, si rende conto che le ferrate sempre a segno di quel pescatore, non avvengono sul cenno del galleggiante che essendo completamente immerso ed avendo un’astina molto fine è praticamente non rilevabile, ma sullo spostamento del nailon un cui breve tratto è lasciato poggiato sulla superficie, quello che all’apparenza sembrava un errore tecnico che avrebbe potuto portare ad un ritardo sulla ferrata, in realtà si rivelava uno strattagemma vincente!

Da allora l’evoluzione del galleggiante piombato non si è più fermata, mi fermo invece io perchè la cosa diventa troppo moderna e tecnica per le mie capacità

A.Z.

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